Cronaca
La ChiacchiARIAta con Marcello Taglialatela
di Sergio Fedele (da: Napoli Punto a Capo )
CHIACCHIariaMO convinti avvicinandoci alla manifestazione del 18 settembre alle 11 a Piazza Municipio per partecipare,protestare e proporre su un argomento che ci riguarda tutti:l’aria avvelenata che respiriamo nella nostra città.

Dopo aver intervistato tante voci autorevoli (CicelynChiosiD’AntonioDel VecchioMazzoniMarfellaMacrydi Gennaro, OddatiLegora de Feo, Impegno, ScuottoPreziosoMonorchioDassattiMignognaRanieriAmbrosinoPeperoniEspositoCaccavale, Lettieri e Salvadore),oggi è il turno dell’assessore regionale all’Urbanistica Marcello Taglialatela.
Buona chiacchiARIAta

1. A Napoli si vive due anni di meno rispetto alle altre città Italiane; infatti in Italia mediamente gli uomini vivono 78 anni (a Napoli 76), le donne 84 (a Napoli 82). La principale motivazione per tale differenza, secondo la maggioranza di esperti, è collegata all’aria che respiriamo. Questo gravissimo dato, a Suo avviso, dovrebbe determinare una priorità per le Istituzioni locali? E perché le Istituzioni locali non “sentono” tale priorità?

Intanto la domanda andrebbe posta agli esponenti del centrosinistra che per lunghi anni hanno amministrato Napoli. Non so se sia giusto considerare il sospetto come anticamera della verità, come teorizzato da qualcuno in una certa epoca, ma in questo caso è fortissimo il dubbio che siano stati forniti più e più volte dati non veritieri sulla qualità dell’aria respirata dai cittadini. Per il resto, è scontato che questo problema debba essere avvertito come priorità assoluta, tale da essere inserito nell’elenco delle emergenze alle quali dare immediata risposta.

2. Perché la maggioranza dei cittadini napoletana è passiva rispetto alla situazione dell’ARIA avvelenata a Napoli? È un modo per rimuovere il problema o è la dimostrazione assoluta dello scarsissimo senso civico medio dei napoletani?

Utilizzo parte della risposta data alla prima domanda, nel senso che i napoletani, da secoli abituati alla sofferenza per le ragioni storiche a tutti note, sul tema sono stati sicuramente fuorviati da notizie taroccate circa i livelli di inquinamento della città. È peraltro necessario che anche da parte della popolazione arrivino segnali chiari e forti di collaborazione rispetto a un tema di particolare importanza e delicatezza qual è quello dell’inquinamento ambientale. Un tema che non può né deve lasciare indifferenti.

3. Le tematiche ambientali sono quasi totalmente lasciate a movimenti radicali che molto spesso, per l’estremismo delle loro posizioni, diventano inefficaci e marginalizzati. Cosa ne pensa di questi movimenti? Si dovrebbe saldare l’azione tra questi movimenti estremi e i cittadini moderati su tematiche quali le condizioni dell’ARIA?

L’inadeguatezza dei governi, nazionali o locali, nel dare risposte certe e convincenti a problemi di qualsivoglia natura lascia sempre spazi aperti a movimenti che puntano a sostituirsi alle istituzioni, cavalcando in modo spesso violento la protesta popolare figlia di legittime insoddisfazioni e frustrazioni. Il tema della qualità dell’aria, ma più in generale della qualità della vita, non può né deve avere connotazioni politiche, in quanto riguarda indistintamente tutti i cittadini. Partendo da questo dato, ritengo utile il confronto con chiunque si dimostri in grado di fornire un concreto contributo alla soluzione del problema di cui parliamo, al di fuori di strumentali demagogie che vanno prontamente smascherate.

4. Associazioni di categoria, ordini professionali, sindacati, rettori sembrano non interessarsi a questo problema. Non ritiene che anche per loro dovrebbe divenire un obiettivo primario per le conseguenze che determina dal punto di vista etico, sociale, economico, sanitario?

La buona politica non dovrebbe mai avere la presunzione di risolvere da sola i problemi, ma procedere mantenendo un canale di comunicazione costantemente aperto con le parti sociali e la società civile. Mi rifiuto di credere che i soggetti istituzionali da lei citati siano scarsamente interessati al tema, penso piuttosto che vadano adeguatamente coinvolti nelle scelte da fare, che riguardano tutti.

5. Conosce chi è l’assessore all’ambiente al Comune di Napoli? Come valuta il suo comportamento di chiusura su questo argomento, avendo rifiutato per oltre due anni un confronto specifico con numerose associazioni civiche sull’inquinamento dell’ARIA napoletana e avendo non preso in assoluta considerazione proposte di merito e di metodo che gli sono state consegnate? Ritiene più grave la responsabilità ambientale o la responsabilità civica in questo caso?

Non personalizzerei la questione, che non riguarda questo o quell’assessore ma le politiche che una compagine dimostra di saper mettere in campo. Nello specifico, ma non soltanto, mi pare che i livelli di responsabilità non siano disgiunti. Si è cittadini prima che politici, sempre e comunque. Più in generale, la sensazione è che le amministrazioni di centrosinistra che hanno governato, molto male, la città in questi anni si siano gradatamente deresponsabilizzate, evitando di affrontare quei problemi che possono essere risolti soltanto attraverso l’adozione di misure impopolari ancorché necessarie. Molto più facile votarsi alla logica del facile consenso, anche assecondando pulsioni negative e cattive abitudini dei cittadini, nella speranza di mantenere un equilibrio che il tempo inevitabilmente bolla come malsano. Esattamente come l’aria che si respira a Napoli.

6. Lei sa che i fondi europei non hanno prodotto alcun aumento di “ricchezza” nella nostra Regione. Sa che la prima “denuncia” è la polverizzazione di queste risorse. Sarebbe d’accordo a destinare oltre la metà di questi fondi a un progetto “ambientale” soprattutto finalizzato all’ARIA che respiriamo e all’ACQUA del Golfo di Napoli?

L’amministrazione che sarà chiamata a governare Napoli dopo lo sfascio delle gestioni affidate prima a Bassolino e poi alla Iervolino dovrà farsi carico di un generale risanamento della città: ambientale, morale, civile, economico. Napoli ha bisogno di punti di riferimento autorevoli e sicuri, tali da abbattere quel fatalismo un po’ disfattista che l’accompagna da sempre. Quella della qualità di aria e acqua è una sfida difficile ma affascinante, soprattutto inevitabile, perché la rinascita della città non potrà che partire da una sua complessiva bonifica. Tanto premesso, ritengo indispensabile una totale inversione di rotta per quanto riguarda la spesa dei fondi europei, autentico tallone d’Achille del centrosinistra che ha malamente governato Regione, Provincia e Comune di Napoli. In tutti questi anni si è preferito fare mero assistenzialismo, funzionale alla costruzione di clientele politiche, anziché cantierare quei grandi progetti di sviluppo che l’Europa ci chiede. Occorre assolutamente rimediare a questo sfascio.

7. Mi dica velocemente un problema maggiore di questo dell’ARIA che a suo avviso merita una priorità maggiore.

L’elenco sarebbe lunghissimo, e qualsiasi cittadino di buon senso è in grado di stilarlo. Sintetizzando, direi che Napoli è una città totalmente fuori controllo, abbandonata a se stessa. E la sensazione di abbandono da parte della gente si percepisce facilmente, basta girare un po’ per le strade per registrare critiche e malumori. I napoletani si sentono presi in giro da chi pomposamente aveva parlato di un “rinascimento” ben presto rivelatosi di facciata, e invocano una città a misura d’uomo, convinti come sono, ed io con loro, che le potenzialità di Napoli siano davvero enormi. Napoli può e deve camminare sulle gambe dei suoi straordinari tesori paesaggistici, storici, culturali, ma per ottenere ciò bisogna che tutti, cittadini compresi, facciano la propria parte ponendosi in una posizione di collaborazione e non di scontro con l’istituzione comunale, anche attraverso critiche costruttive.

8. A Suo avviso le Istituzioni locali che hanno determinato una situazione di controlli inefficaci, di mancanza di un piano d’intervento, di chiusura verso i cittadini che volevano dare un contributo per affrontare il problema sono perseguibili penalmente per disastro ambientale? E pensa che dovrebbero rispondere in qualche modo per tali comportamenti?

Il disastro ambientale è un reato molto grave per il quale l’ordinamento prevede punizioni esemplari, ma questo è un discorso che riguarda la magistratura. Voglio ricordare, al riguardo, che tantissime voci di esperti e tecnici, purtroppo inascoltate, si sono levate alte in questi anni per segnalare lo scempio che man mano andava distruggendo Napoli e il suo hinterland. Qualcuno dovrà spiegare, prima o poi, perché non si è dato ascolto a chi, avendo a disposizione idonei strumenti culturali e scientifici, segnalava un pericolo gravissimo per l’incolumità della gente. Credo che su questo punto non si debba transigere.

9. Lei sa che il Comune di Napoli qualche anno fa aderì all’elenco delle 400 città europee che si impegnarono a ridurre l’inquinamento cittadino a valori ancora più bassi di quelli stabiliti nel protocollo 20/20/20? Conosce qualche iniziativa fatta dal Comune di Napoli per rispettare questo intendimento?

Non mi risulta che il Comune sia stato particolarmente attivo sulle tematiche ambientali, e del resto le condizioni in cui versa la città confermano l’impressione. Va detto per onestà intellettuale che tutte le grandi città soffrono di questi mali: la differenza sta nel fatto, non secondario, che altrove studiano e si attrezzano per curarli e magari sanarli, mentre a Napoli si è lasciato che incancrenissero nell’indifferenza di coloro che avrebbero dovuto farsene carico.

10. Secondo lei i principali giornali locali danno sufficiente e giusto spazio al problema ARIA? Potrebbero fare di più per coinvolgere maggiormente i cittadini e pressare le Istituzioni?

Sul tema mi è capitato di leggere parecchi articoli e non poche denunce da parte della stampa, ma ho l’impressione che il balletto di cifre e dati taroccati abbia finito col falsare il dibattito. Non v’è dubbio che i giornali possano assicurare un prezioso contributo in termini di denuncia e proposta, su questo tema come su qualunque altro argomento che riguardi il destino di Napoli e della Campania.

11. Lei preferirebbe che le poche risorse disponibili per Napoli fossero investite nel Forum delle Culture oppure in un progetto, portato a termine, che doti la città di un sistema ramificato di colonnine elettriche per far decollare l’utilizzo delle auto elettriche che non inquinano e il porto di Napoli di banchine attrezzate che consentirebbero di abbattere i fumi delle navi, principale fattore di inquinamento urbano dell’aria?

Il Forum delle Culture sarà per Napoli un prezioso volano di rilancio soprattutto economico, oltre che di immagine, con significative ricadute anche sul piano occupazionale, cosa che non guasta mai. Inopportuno e semplicistico, pertanto, metterlo in competizione, o peggio in antitesi, con altri progetti di cui pure la città ha urgente bisogno per abbattere il problema dell’inquinamento. Sono articolati e di varia natura gli interventi che s’impongono per costruire una città di livello europeo, come Napoli legittimamente ambisce a diventare. La scommessa potrà essere vinta ottimizzando le risorse a disposizione e destinandole a progetti di ampio respiro in grado di assicurare il salto di qualità.

12. Ha qualche proposta specifica sul problema ARIA AVVELENATA?

Tra i primi provvedimenti da adottare la nuova amministrazione non potrà prescindere da una diversa e più funzionale gestione del traffico privato, incentivando l’uso di un trasporto pubblico efficiente e completo in ogni sua forma. Va però chiarito che i cittadini devono essere convinti e non costretti a privilegiare il mezzo pubblico piuttosto che l’automobile, così come avviene in tante altre grandi città italiane e straniere. Non basta, naturalmente, ma rappresenta sicuramente un buon inizio, soprattutto sotto il profilo dei segnali di cambiamento da dare ai cittadini. E poi, pedonalizzazione di ampie parti della città a partire dal centro storico tra i più suggestivi al mondo. Non bisogna avere timore di sfidare il dissenso della gente, troppo spesso “figlio” di cattive e radicate abitudini, se si è convinti della bontà di certe scelte: col tempo i cittadini comprendono ed apprezzano. Il nuovo sindaco di Firenze ha interdetto Piazza della Signoria perfino alle biciclette, riservandola ai turisti ed ai cittadini desiderosi di usufruire in modo esclusivo di un cospicuo pezzo di cultura e storia. Inizialmente ha incassato molte proteste, oltre a qualche apprezzamento, adesso ho motivo di credere che gli umori dei fiorentini stiano cambiando.

13. Pensa sia giusto organizzare la manifestazione che abbiamo deciso il 18 Settembre a Piazza del Plebiscito su questo tema con l’obiettivo di cercare di sensibilizzare i cittadini a una partecipazione attiva maggiore e nella quale saranno presentate alcune proposte di merito e di metodo? Lei parteciperà? Coinvolgerà altri cittadini?

Tutto quanto serve a migliorare la qualità della vita mi trova sempre sensibile e pronto a dare un contributo di idee ed impegno, come è doveroso che qualsiasi politico faccia.

14. Se Lei fosse il prossimo candidato Sindaco della nostra città, cosa farebbe per questo problema?

Dopo un capillare ed esaustivo monitoraggio del problema ne affiderei la soluzione ad un team di autentici esperti, di supporto agli assessori competenti per materia. Una squadra di studiosi, insomma, una sorta di macchina da guerra da schierare contro quello che sicuramente può essere considerato tra i più pericolosi “nemici” di Napoli: l’inquinamento ambientale, appunto.

www.napolipuntoacapo.it
11/9/2010
  
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