Cronaca
La ChiacchiARIAta con Nicola Oddati
di Sergio Fedele
(da: Napoli Punto a Capo )
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Dopo le chiacchiARIAte con
Edoardo Cicelyn,
Fabio Chiosi.
Mariano D’Antonio.
Arturo Del Vecchio,
Erminia Mazzoni,
Antonio Marfella,
Paolo Macry,
Antonio di Gennaro è la volta oggi di un candidato-sindaco: Nicola Oddati.
Anche lui ha promesso che sarà presente alla manifestazione del 18 settembre a Piazza del Plebiscito, manifestazione di partecipazione, protesta e proposta.
1. A Napoli si vive due anni di meno rispetto alle altre città Italiane; infatti in Italia mediamente gli uomini vivono 78 anni (a Napoli 76), le donne 84 (a Napoli 82). La principale motivazione per tale differenza, secondo la maggioranza di esperti, è collegata all’aria che respiriamo. Questo gravissimo dato, a Suo avviso dovrebbe determinare una priorità per le Istituzioni locali? E perché le Istituzioni locali non “sentono” tale priorità?Attenzione ai dati statistici. Napoli andrebbe comparata con grandi città metropolitane. Se il confronto è con realtà territoriali ben più piccole e con scenari economico-produttivi poco consistenti il confronto non regge.
Ciononostante la questione è fondamentale e si collega al problema di come coniugare lo sviluppo economico, e quindi opportunità di lavoro e vita agiata per tutti, con la qualità della vita, includendo in questo termine anche la necessità per ogni cittadino di godere di fattori ambientali come aria ed acqua. Le istituzioni locali “sentono” il problema, ma i loro poteri ed i loro strumenti sono piuttosto marginali. Possono tamponare le emergenze, piuttosto che affrontare radicalmente il problema. Spetta soprattutto ai governi investire in energie pulite, sviluppo economico sostenibile, mobilità a basso impatto energetico. Un segnale importante, che i governi e l’Unione Europea potrebbero dare, è quello di non calcolare nel patto di stabilità le spese per la qualità dell’ambiente.
In ogni caso la qualità della vita sarà un punto di partenza su cui riflettere fin dalla campagna per le primarie. Non a caso tra le intelligenze mobilitatesi per sostenermi alle primarie ci sono molte personalità competenti proprio sulle questioni ambientali più scottanti. Il problema va affrontato identificando soluzioni pragmatiche per coniugare le caratteristiche industriali dell’età moderna con soluzioni più innovative e d’avanguardia per il rispetto dell’ambiente. Sono molto attratto dalle teorie sulla decrescita di Latouche e da quelle sulla qualità dello sviluppo urbano di Zygmunt Bauman e Saskia Sassen. La sfida è quella, anche nelle politiche urbane, di porre l’accento sulla qualità dello sviluppo piuttosto che su un modello puramente quantitativo.
2. Perché la maggioranza dei cittadini napoletani è passiva rispetto alla situazione dell’ARIA avvelenata a Napoli? È un modo per rimuovere il problema o è la dimostrazione assoluta dello scarsissimo senso civico medio dei napoletani?Onestamente non credo in un'antropologica mancanza di senso civico da parte dei napoletani, né che la materia sociale napoletana “sia implasmabile” come sosteneva Cicelyn qualche giorno fa rispondendo a questa stessa intervista. Piuttosto negli anni, per non dire nei secoli, si è maturato un distacco sempre maggiore dalle istituzioni, percepite come lontane. Credo quindi sia soprattutto una questione di buon governo di una materia sociale molto variegata che necessita di una classe dirigente qualificata che sappia guidare le mille energie presenti a Napoli nella giusta direzione.
Per quanto riguarda l’aria, poi, anche dai cittadini l’ambiente viene percepito come questione secondaria rispetto ad altre, come la disoccupazione, la sicurezza, e questo non solo a Napoli. È necessario quindi da parte delle istituzioni e delle associazioni che si occupano della questione ambiente un lavoro costante di sensibilizzazione, soprattutto perché il tema del rispetto dell’ambiente può essere perseguito solo con la partecipazione il più possibile attiva di tutti i cittadini. Senza dimenticare che stando ai due temi della sicurezza e dell’ambiente crescono i reati sul paesaggio naturale e urbano e l’ecomafia si attesta come uno dei sentieri criminali più frequentati dai clan camorristici.
3. Le tematiche ambientali sono quasi totalmente lasciate a movimenti radicali che molto spesso, per l’estremismo delle loro posizioni, diventano inefficaci e marginalizzati. Cosa ne pensa di questi movimenti. Si dovrebbe saldare l’azione tra questi movimenti estremi e i cittadini moderati su tematiche quali le condizioni dell’ARIA?Le associazioni e i movimenti più radicali hanno comunque il merito di tenere alta l’attenzione e la sensibilità verso il tema della qualità dell’ambiente. E tuttavia è necessario che la questione abbia una attenzione popolare, vasta. In questo senso l’impegno di figure come Al Gore o Vandana Shiva, o di un leader politico come Obama, sono molto importanti per creare una sensibilità più ampia. I cittadini non devono sentire la tutela dell’ambiente come un nemico del lavoro o dei comforts, degli standards di vita, ma come una necessità per la tutela della salute e per migliorare la qualità della vita stessa. E questo sarebbe compito di una politica illuminata.
4. Associazioni di categoria, ordini professionali, sindacati, rettori sembrano non interessarsi a questo problema. Non ritiene che anche per loro dovrebbe divenire un obiettivo primario per le conseguenze che determina dal punto di vista etico, sociale, economico, sanitario?Certo, la coerenza degli enti locali e delle istituzioni tutte in questo campo è fondamentale. Bisogna dare il buon esempio, quotidianamente, altrimenti è controproducente, oltre che falso, chiedere sforzi ai cittadini. Ognuno può fare qualcosa nel luogo in cui lavora o che contribuisce ad amministrare.
5. Conosce chi è l’assessore all’ambiente al Comune di Napoli? Come valuta il suo comportamento di chiusura su questo argomento, avendo rifiutato per oltre due anni un confronto specifico con numerose associazioni civiche sull’inquinamento dell’ARIA napoletana e avendo non preso in assoluta considerazione proposte di merito e di metodo che gli sono state consegnate? Ritiene più grave la responsabilità ambientale o la responsabilità civica in questo caso?Conosco l’assessore ed è una persona attenta. Fa tutto quello che fanno i suoi colleghi di altre città e forse pure qualcosa in più. E tuttavia si tratta di poteri limitati: bloccare il traffico, fare le domeniche ecologiche, istituire ZTL o isole pedonali. Scelte utili per la mobilità, ma palliativi riguardo alla tutela dell’aria.
6. Lei sa che i fondi europei non hanno prodotto alcun aumento di “ricchezza” nella nostra Regione. Sa che la prima “denuncia” è la polverizzazione di queste risorse. Sarebbe d’accordo a destinare oltre la metà di questi fondi a un progetto “ambientale” soprattutto finalizzato all’ARIA che respiriamo e all’ACQUA del Golfo di Napoli?Che i fondi europei non abbiano prodotto ricchezza in Campania non è poi un dato così scontato, è più che altro il frutto di un certo tipo di lettura dei dati statistici. Anche in questo caso, quindi, come nel caso del tasso di mortalità a Napoli, essi andrebbero presi con le necessarie cautele. Inoltre la crisi economica italiana ed europea ha fatto sì che fondamentalmente i fondi europei da risorse aggiuntive si siano trasformati in risorse sostitutive dei bilanci ordinari, riducendo l’impatto in termine di valore aggiunto.
Ciononostante è indubbio che essi necessitino di una riforma, non solo relativamente agli obiettivi verso cui vengono diretti questi fondi, ma anche nel modo in cui i fondi comunitari vengono assegnati e spesi. Andrebbe cioè adeguatamente valorizzata, e non solo in ambito ambientale, l’attenzione ai risultati dei fondi spesi, prescindendo dalla sola misura della quantità di risorse economiche utilizzate, così come dalla sola analisi della documentazione.
Tornando alla questione ambientale, la ritengo sicuramente una delle tematiche più scottanti verso cui i fondi comunitari andrebbero orientati. E non solo dal punto di vista della mera qualità della vita a cui ogni napoletano ha diritto, ma anche in quanto rilevante opportunità economica. Lo stesso Obama ha fatto della green economy uno dei cavalli di battaglia della sua presidenza. Ad esempio, la riqualificazione della risorsa mare napoletana non rappresenterebbe soltanto uno sfogo per tutti quei napoletani che non vanno in vacanza o che vogliono godersi la città, ma anche una imperdibile occasione di attrazione turistica e quindi di benessere economico.
7. Mi dica velocemente un problema maggiore di questo dell’ARIA che a suo avviso merita una priorità maggiore.Smettiamola di fare la lista infinita dei problemi. E come suggerisce questa stessa intervista proviamo a ragionare sulle soluzioni. Certo che ci sono problemi altrettanto gravi che riguardano l’Ordine pubblico, il recupero della Legalità, la Disoccupazione. Ma finiremmo nel solito elenco su cui tutti siamo d’accordo. Stando all’interno dello stesso ordine di problemi, bisognerebbe dare priorità al manto stradale che è molto pericoloso e insieme migliorare la rete dei trasporti pubblici, il che avrebbe effetti benefici anche sul traffico con una minor circolazione di veicoli privati. Ma sui trasporti pubblici a Napoli e in Campania si è fatto un lavoro enorme, che ora va portato a piena coerenza. Una risposta strutturale è quello della limitazione drastica del traffico privato, che ora si può cominciare a fare più radicalmente e che sarà un punto essenziale del mio programma.
8. A Suo avviso le Istituzioni locali che hanno determinato una situazione di controlli inefficaci, di mancanza di un piano d’intervento, di chiusura verso i cittadini che volevano dare un contributo per affrontare il problema sono perseguibili penalmente per disastro ambientale? E pensa che dovrebbero rispondere in qualche modo per tali comportamenti?Le amministrazioni locali devono migliorare il sistema dei controlli e devono attuare tutti i provvedimenti di loro competenza. Ma spesso i disastri sono prodotti da aziende e da privati, come dimostra la vicenda del Golfo del Messico. E chi sbaglia, pubblico o privato, deve pagare anche duramente e usare risorse proprie per riparare i danni prodotti.
9. Lei sa che il Comune di Napoli qualche anno fa aderì all’elenco delle 400 città europee che si impegnarono a ridurre l’inquinamento cittadino a valori ancora più bassi di quelli stabiliti nel protocollo 20/20/20? Conosce qualche iniziativa fatta dal Comune di Napoli per rispettare questo intendimento?Ridurre del 20% le emissioni di gas e portare il consumo di energie rinnovabili ad un minimo del 20% entro il 2020, come nelle intenzioni di chi ha siglato i protocolli internazionali sul clima, si è rivelato nella pratica troppo oneroso per le economie europee, ancora molto basate sulla crescita ed impegnate a fronteggiare la concorrenza produttiva dai paesi asiatici.
Anche l’accordo tra 400 sindaci, siglato nel febbraio del 2009, volto alla presentazione di Piani d’Azione che puntino su efficienza energetica, energie rinnovabili e sviluppo sostenibile, non ha prodotto frutti rilevanti, aldilà di mere dichiarazioni di principio.
Come dicevo prima, c’è bisogno quindi di un approccio pragmatico a questi temi, che non può partire solo dai nostri territori, e che faccia i conti con le esigenze di mantenimento del benessere economico e sociale dell’Europa. C’è bisogno quindi di identificare una time line di progressiva riduzione delle emissioni che sia realmente praticabile e condivisa da tutti. Temi questi che coinvolgono le Istituzioni internazionali, l’Europa e i principali player mondiali.
Anche a livello locale, però, ciò che risulta più difficile è far coincidere emergenze globali (come il riscaldamento del clima) con emergenze ed esigenze locali (come l’occupazione). Esistono tanti esempi di successo che sono riusciti a conciliare le due cose. Il Comune, ad esempio, ha avviato, negli anni passati, alcuni progetti pilota, come la copertura con pannelli solari di edifici scolastici.
Ma se vogliamo affermare il binomio servizi verdi/industria verde, serve, oltre all’iniziativa dell’ente locale, anche la partecipazione dei cittadini, in quanto consumatori e fruitori di servizi: la cooperazione e il rispetto di regole condivise sono una condicio sine qua non per la riuscita di un progetto simile di lungo periodo e di ampio respiro.
10. Secondo lei i principali giornali locali danno sufficiente e giusto spazio al problema ARIA? Potrebbero fare di più per coinvolgere maggiormente i cittadini e pressare le Istituzioni?Lo spazio destinato dai giornali napoletani a queste questioni è sicuramente poco, ma allo stesso tempo pari a quello di altre città. Comunemente, infatti, l’ambiente viene percepito come questione secondaria rispetto ad altre, prima di tutto dai cittadini e quindi anche dai media e dalle Istituzioni. Di conseguenza si tende a dare priorità alla risoluzione di problemi percepiti dai cittadini come più urgenti.
Ciononostante, compito delle Istituzioni locali dovrebbe essere quello di porre in essere politiche proattive rispetto alla domanda dei cittadini: ad esempio, il Comune dovrebbe dotarsi di auto e mezzi quanto più compatibili con l’ambiente e dare il buon esempio. Difficile chiedere ai cittadini di pagare il bollino blu quando vediamo moltissimi veicoli commerciali che cacciano fumo nero dai tubi di scappamento.
11. Lei preferirebbe che le poche risorse disponibili per Napoli fossero investite nel Forum delle Culture oppure in un progetto, portato a termine, che doti la città di un sistema ramificato di colonnine elettriche per far decollare l’utilizzo delle auto elettriche che non inquinano e il porto di Napoli di banchine attrezzate che consentirebbero di abbattere i fumi delle navi, principale fattore di inquinamento urbano dell’aria?Sinceramente non credo che le due cose siano incompatibili o alternative tra di loro. Il Forum delle culture è anche questo: uno dei suoi assi portanti è la sostenibilità e la miglior maniera per comunicare questo principio è fare sostenibilità, è mostrare sostenibilità con casi pratici, come quello da lei nominato.
Allo stesso tempo però, la questione porto messa in evidenza. In questa domanda si mette a fuoco un punto sostanziale. Napoli ha una doppia visione per il suo futuro: città di cultura e città centro di un sistema di relazioni commerciali di cui non si può più a fare a meno. Basta affacciarsi da uno qualsiasi dei luoghi panoramici della nostra città per rilevare il numero di navi merci che attendono di attraccare e sbarcare prodotti fatti chi sa dove nel mondo.
Napoli non può più rinunciare a questo ruolo: l’ampliamento del porto che si prevede nella parte est della città è un beneficio innegabile. Il problema dell’inquinamento di queste navi va affrontato con pragmatismo e quindi regolato facendo riferimento alle soluzioni più innovative e già sperimentate in altre città portuali del mondo. Per esempio a Los Angeles le navi, quando ormeggiate nel porto, utilizzano solo energia elettrica fornita dal Comune invece di tenere accesi i motori per caricare i generatori, cosa questa che comporta un consumo altissimo di carburante. Napoli deve guardarsi attorno ma con un orizzonte internazionale perché i suoi problemi sono comuni ad altre città nel mondo, città che non possiamo smettere di guardare e di studiare.
13. Pensa sia giusto organizzare la manifestazione che abbiamo deciso il 18 Settembre a Piazza del Plebiscito su questo tema con l’obiettivo di cercare di sensibilizzare i cittadini a una partecipazione attiva maggiore e nella quale saranno presentate alcune proposte di merito e di metodo? Lei parteciperà? Coinvolgerà altri cittadini?Le iniziative di sensibilizzazione sono tutte utili e, dunque, parteciperò.
14-Ha qualche proposta specifica sul problema ARIA AVVELENATA? Da prossimo candidato sindaco alla nostra Città cosa si impegna a fare su questo tema?Le proposte specifiche sul problema sono tante, ma come ho avuto già modo di sottolineare in altre occasioni, non esistono bacchette magiche per risolvere i problemi di Napoli. Gli assi del ragionamento sono sempre gli stessi e vanno ribaditi con maggiore efficacia: buon esempio delle istituzioni con una comunicazione e una sensibilizzazione istituzionale più incisiva; quindi maggiore partecipazione emotiva e cognitiva dei cittadini; più controlli e sanzioni ma anche più incentivi per premiare le condotte sostenibili.
Le soluzioni migliori sono quelle che conosciamo tutti e verso le quali Napoli è in cammino da anni, anche se con velocità alternata: riduzione del traffico, piano parcheggi personalizzati, incremento del numero e dell’efficienza dei mezzi pubblici, soprattutto di quelli elettrici; aree pedonali, rispetto degli spazi dedicati ai mezzi pubblici... A questi si aggiungono le soluzioni più innovative sperimentate in altre città come il car-sharing o il bike-sharing, iniziative di successo a Berlino o Bruxelles, ma anche a Bologna e Roma, e la necessità da parte delle Istituzioni di essere da modello, come riducendo il numero complessivo di auto blu e aumentando il numero di quelle con una minor cilindrata o ibride. Ho in mente una città a misura di cittadino e a misura di turista. Se sarò Sindaco la mobilità sostenibile, la qualità dell’ambiente e l’incremento dei servizi pubblici, saranno centrali.
L’acqua e l’aria sono un bene prezioso, pubblico e non privatizzabile e devono essere il fondamento di un’azione di governo lungimirante e moderna.
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