Cronaca
La ChiacchiARIAta con Bruno Scuotto
di Sergio Fedele
(da: Napoli Punto a Capo )
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Impegno, oggi è il turno di Bruno Scuotto, autorevole presidente regionale delle piccole imprese di Confindustria. Anche lui ci sarà il 18 settembre ed ha preso un importante impegno.Leggete...
1. A Napoli si vive due anni di meno rispetto alle altre città Italiane; infatti in Italia mediamente gli uomini vivono 78 anni (a Napoli 76),le donne 84 (a Napoli 82).La principale motivazione per tale differenza, secondo la maggioranza di esperti, è collegata all’aria che respiriamo. Questo gravissimo dato, a Suo avviso dovrebbe determinare una priorità per le Istituzioni locali? E perché le Istituzioni locali non “sentono” tale priorità?Il dato è così tanto allarmante che non solo dovrebbe essere in testa a tutte le priorità di questo territorio ma dovrebbe avere ampio spazio nell’agenda del Governo Italiano. L’aria che si respira è la cartina al “tornasole“ dello stato generale di un area geografica. Qualità della vita, smaltimento rifiuti, traffico, infrastrutture, qualità dell’industria sono solo alcuni degli indici che determinano la tipologia di aria che i cittadini respirano. E se a Napoli c’è un aria pessima vuol dire che sono scadenti tutti gli indici citati.
2. Perché la maggioranza dei cittadini napoletana è passiva rispetto alla situazione dell’ARIA avvelenata a Napoli? È un modo per rimuovere il problema o è la dimostrazione assoluta dello scarsissimo senso civico medio dei napoletani?Il senso civico dei napoletani è scarso e la dimostrazione è sicuramente lo stato generale della città ma ancor più lo squilibrio esistente tra coloro che si prodigano per il miglioramento dell’immagine e della vivibilità della stessa e coloro che sono abili soltanto a discuterne (che sono purtroppo l’ampia maggioranza). Credo che non si tratti di rimuovere il problema ma semplicemente, una volta evidenziato, sperare che ci sia qualcuno che si assuma l’onere di tentare di risolverlo.
3. Le tematiche ambientali sono quasi totalmente lasciate a movimenti radicali che molto spesso, per l’estremismo delle loro posizioni, diventano inefficaci e marginalizzati. Cosa ne pensa di questi movimenti. Si dovrebbe saldare l’azione tra questi movimenti estremi e i cittadini moderati su tematiche quali le condizioni dell’ARIA?Non credo che ci siano ricette per affrontare questo come altri problemi della città. Se ci saranno azioni di movimenti che pur partendo da posizioni diverse mirano ad obbiettivi condivisi sarà più facile conseguire il risultato, altrimenti sono dell’idea che chiunque faccia qualcosa, anche isolatamente, va premiato e coadiuvato.
4. Associazioni di categoria, ordini professionali, sindacati, rettori sembrano non interessarsi a questo problema. Non ritiene che anche per loro dovrebbe divenire un obiettivo primario per le conseguenze che determina dal punto di vista etico, sociale, economico, sanitario?Sono assolutamente dell’idea che ognuno deve dal suo punto di osservazione dare un contributo di opinione oltre che operativo. Da Settembre inserirò nei lavori del Direttivo del Gruppo Piccola Industria di Confindustria Campania questo argomento e mi rammarico non averlo fatto prima.
5. Conosce chi è l’assessore all’ambiente al Comune di Napoli? Come valuta il suo comportamento di chiusura su questo argomento, avendo rifiutato per oltre due anni un confronto specifico con numerose associazioni civiche sull’inquinamento dell’ARIA napoletana e avendo non preso in assoluta considerazione proposte di merito e di metodo che gli sono state consegnate? Ritiene più grave la responsabilità ambientale o la responsabilità civica in questo caso?Conosco, anche se non personalmente, l’assessore. Credo che sia gravissimo sotto il profilo politico e di responsabilità civica non dare il giusto impulso e la più ampia disponibilità per la soluzione di un problema del genere.
6. Lei sa che i fondi europei non hanno prodotto alcun aumento di “ricchezza” nella nostra Regione. Sa che la prima “denuncia” è la polverizzazione di queste risorse. Sarebbe d’accordo a destinare oltre la metà di questi fondi a un progetto “ambientale” soprattutto finalizzato all’ARIA che respiriamo e all’ACQUA del Golfo di Napoli?Sarei d’accordo a destinare queste risorse per questioni di ampio spettro; il male dei fondi, in questi anni, non è stato soltanto di non aver creato ricchezza ma di aver avuto una destinazione miope, troppo spesso dando impulso ed energia a settori o percorsi senza preoccuparsi della ricaduta sul territorio.Un progetto ambientale controvertirebbe senza dubbio questa tendenza.
7. Mi dica velocemente un problema maggiore di questo dell’ARIA che a suo avviso merita una priorità maggioreNon ne esistono.
8. A Suo avviso le Istituzioni locali che hanno determinato una situazione di controlli inefficaci, di mancanza di un piano d’intervento, di chiusura verso i cittadini che volevano dare un contributo per affrontare il problema sono perseguibili penalmente per disastro ambientale? E pensa che dovrebbero rispondere in qualche modo per tali comportamenti?Non è mia abitudine ma è il caso di rispondere con una domanda. A che serve? Quale riverbero si potrebbe ricevere, con un rinvio a giudizio o con una condanna, sulla qualità dell’aria che respiriamo? Ci pensino i cittadini quando saranno chiamati alle urne, tutto il resto non conta.
9. Lei sa che il Comune di Napoli qualche anno fa aderì all’elenco delle 400 città europee che si impegnarono a ridurre l’inquinamento cittadino a valoro ancora più bassi di quelli stabiliti nel protocollo 20/20/20? Conosce qualche iniziativa fatta dal Comune di Napoli per rispettare questo intendimento?Non ne conosco ma non posso escludere che ve ne siano state anche se con risultati non importanti, altrimenti le avremmo conosciute tutti.
10. Secondo lei i principali giornali locali danno sufficiente e giusto spazio al problema ARIA? Potrebbero fare di più per coinvolgere maggiormente i cittadini e pressare le Istituzioni?Ritengo che la stampa locale debba focalizzare maggiormente il problema, ma su questo ognuno di noi deve impegnarsi, ciascuno nel suo ruolo, per spingere alla diffusione della cultura dell’ambiente.
11. Lei preferirebbe che le poche risorse disponibili per Napoli fossero investite nel Forum delle Culture oppure in un progetto, portato a termine, che doti la città di un sistema ramificato di colonnine elettriche per far decollare l’utilizzo delle auto elettriche che non inquinano e il porto di Napoli di banchine attrezzate che consentirebbero di abbattere i fumi delle navi, principale fattore di inquinamento urbano dell’aria?Se le risorse sono poche è anche perché questa città non attrae e se non attrae non è per la sua scarsa bellezza ma per un contesto a dir poco avvilente. Prima di pensare ad invitare ospiti a casa propria si dovrebbe garantire a questi un ambiente ottimale…, spero di aver fatto comprendere qual è la mia idea in tal senso.
12. Ha qualche proposta specifica sul problema ARIA AVVELENATA?Ne ho ma come ho accennato vorrei condividerle con il mio direttivo, arricchirle e renderle pubbliche.
13. Pensa sia giusto organizzare la manifestazione che abbiamo deciso il 18 Settembre a Piazza del Plebiscito su questo tema con l’obiettivo di cercare di sensibilizzare i cittadini a una partecipazione attiva maggiore e nella quale saranno presentate alcune proposte di merito e di metodo? Lei parteciperà? Coinvolgerà altri cittadini?Penso sia giustissimo organizzare tali manifestazioni, farò il possibile per coinvolgere più persone possibile e, ovviamente, parteciperò.
14. Se Lei fosse il prossimo candidato Sindaco della nostra città, cosa farebbe per questo problema?Creerei una task force per creare un contesto favorevole per coloro che vivono la città. Solo in questo modo si può sperare di rimodulare flussi turistici e di investimento. Nella task force dovrebbe sedere un vero e proprio ministro dell’ambiente che, vista l’importanza e la priorità del problema, dovrebbe fungere anche da coordinatore dell’intero processo.
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