Cronaca
La ChiacchiARIAta con Antonio di Gennaro
di Sergio Fedele (da: Napoli Punto a Capo )
Dopo Edoardo Cicelyn, Fabio Chiosi. Mariano D’Antonio. Arturo Del Vecchio, Erminia Mazzoni, Antonio Marfella, Paolo Macry ecco Antonio di Gennaro che parla in rappresentanza dell’Assoutenti di Napoli.

1. A Napoli si vive due anni di meno rispetto alle altre città Italiane; infatti in Italia mediamente gli uomini vivono 78 anni (a Napoli 76), le donne 84 (a Napoli 82).La principale motivazione per tale differenza, secondo la maggioranza di esperti, è collegata all’aria che respiriamo. Questo gravissimo dato, a Suo avviso dovrebbe determinare una priorità per le Istituzioni locali? E perché le Istituzioni locali non “sentono” tale priorità

Sicuramente la questione ambientale è prioritaria in una realtà urbana come la nostra. Da anni, come associazione, ci battiamo per una politica ambientale del territorio, ma credo siano molte le pressioni esercitate "sul palazzo" perché il problema non venga risolto nella sua interezza. Non si riesce a fermare l’afflusso del traffico privato in città e dei necessari parcheggi di scambio se ne sono realizzati o ne sono operativi pochissimi, addirittura qualcuno abbandonato.

2. Perché la maggioranza dei cittadini napoletana è passiva rispetto alla situazione dell’ARIA avvelenata a Napoli? È un modo per rimuovere il problema o è la dimostrazione assoluta dello scarsissimo senso civico medio dei napoletani?

I napoletani sono atavicamente un popolo ribelle alle regole già di per sé, andrebbe seriamente disciplinato e invitato a comportamenti rispettosi dell’ambiente e del territorio, ma oramai, non solo da questo punto di vista, anche chi ne aveva buona coscienza, ha finito con lo stancarsi di chiacchiere divenendo scettico sull’argomento.

3. Le tematiche ambientali sono quasi totalmente lasciate a movimenti radicali che molto spesso, per l’estremismo delle loro posizioni, diventano inefficaci e marginalizzati. Cosa ne pensa di questi movimenti? Si dovrebbe saldare l’azione tra questi movimenti estremi e i cittadini moderati su tematiche quali le condizioni dell’ARIA?

Non so che s’intenda per radicali. Certo, in assenza di una seria politica del territorio molti sono i problemi che si affastellano, molte le proposte sui generis o le strumentalizzazioni che si possono verificare al riguardo. Credo che un punto di mediazione si possa sempre trovare.

4. Associazioni di categoria, ordini professionali, sindacati, rettori sembrano non interessarsi a questo problema. Non ritiene che anche per loro dovrebbe divenire un obiettivo primario per le conseguenze che determina dal punto di vista etico, sociale, economico, sanitario?

Se certe questioni non decollano, come detto sopra, è perché a Napoli, diciamolo con franchezza e senza voler generalizzare, la classe intellettuale esprime spesso comportamenti negativi ed individualistici.

5. Conosce chi è l’assessore all’ambiente al Comune di Napoli? Come valuta il suo comportamento di chiusura su questo argomento, avendo rifiutato per oltre due anni un confronto specifico con numerose associazioni civiche sull’inquinamento dell’ARIA napoletana e avendo non preso in assoluta considerazione proposte di merito e di metodo che gli sono state consegnate? Ritiene più grave la responsabilità ambientale o la responsabilità civica in questo caso?

È stata una politica tentennante, indecisa, sfociata solo in recenti decisioni di blocchi mattutini della circolazione nei giorni dispari, per altro poco risolutivi dato che molto dipende anche da altri fattori, quali le polveri sottili, l’inquinamento causato dal porto, il traffico che dall’esterno, ogni giorno, si riversa in città.
Più che responsabilità dell’assessore, vediamo una carente politica della giunta nel suo complesso, anche in temi di mobilità, trasporto pubblico e rifiuti.

6. Lei sa che i fondi europei non hanno prodotto alcun aumento di “ricchezza” nella nostra Regione. Sa che la prima “denuncia” è la polverizzazione di queste risorse. Sarebbe d’accordo a destinare oltre la metà di questi fondi a un progetto “ambientale” soprattutto finalizzato all’ARIA che respiriamo e all’ACQUA del Golfo di Napoli?

Sicuramente la questione ambientale è fondamentale ed occorrerebbe indirizzarvi quante più risorse possibile. Ad esempio da anni ed anni sosteniamo la necessità di politiche di mobilità a basso costo e non inquinante quale costruzione di nuove funicolari, ascensori e scale mobili. Una mobilità alternativa ed in verticale. Ci sono decine di progetti al riguardo, ma chi amministra fa orecchio da mercante.

7. Mi dica velocemente un problema maggiore di questo dell’ARIA che a suo avviso merita una priorità maggiore.

Beh, Napoli di problemi ne ha tanti, dall’ordine pubblico, all’assenza di serie politiche di sviluppo e per favorire l’occupazione, soprattutto dei giovani, i problemi legati alla scarsa pulizia e mancato decollo della raccolta differenziata, il disagio delle periferie e una notevole attività criminale. Occorre comunque un forte impegno in tema anbientale.

8. A Suo avviso le Istituzioni locali che hanno determinato una situazione di controlli inefficaci, di mancanza di un piano d’intervento, di chiusura verso i cittadini che volevano dare un contributo per affrontare il problema sono perseguibili penalmente per disastro ambientale? E pensa che dovrebbero rispondere in qualche modo per tali comportamenti?

Un tipo di politica ambientale troppo debole ed inefficace, non so se ci siano i presupposti per parlare di reato penale, ma di sicuro è mancato molto il dialogo ed il confronto con i cittadini, sbarrando quasi totalmente le porte dopo i Forum d’Ascolto nella campagna elettorale della Iervolino.

9. Lei sa che il Comune di Napoli qualche anno fa aderì all’elenco delle 400 città europee che si impegnarono a ridurre l’inquinamento cittadino a valoro ancora più bassi di quelli stabiliti nel protocollo 20/20/20? Conosce qualche iniziativa fatta dal Comune di Napoli per rispettare questo intendimento?

Sì, sapevo. Ma mi sembra si sia dato luogo solo alla creazione delle mattine di blocco della circolazione, l’acquisizione di qualche bus ecologico, ma per il resto è stato fatto molto poco.

10. Secondo lei i principali giornali locali danno sufficiente e giusto spazio al problema ARIA? Potrebbero fare di più per coinvolgere maggiormente i cittadini e pressare le Istituzioni?

Ad esser sincero la stampa ne parla, ma forse più agendo di sponda alle istituzioni in determinate occasioni, che non di fatto sollecitando i cittadini a comportamenti più virtuosi o di denuncia.

11. Lei preferirebbe che le poche risorse disponibili per Napoli fossero investite nel Forum delle Culture oppure in un progetto, portato a termine, che doti la città di un sistema ramificato di colonnine elettriche per far decollare l’utilizzo delle auto elettriche che non inquinano e il porto di Napoli di banchine attrezzate che consentirebbero di abbattere i fumi delle navi, principale fattore di inquinamento urbano dell’aria?

La cultura è importante, i confronti tra i popoli servono a migliorarsi anche in temi di conoscenza di natura ambientale, magari, prendendo anche suggerimenti da altri e andrebbero piuttusto trattate anche queste tematiche. È chiaro che occorre risolvere problemi come quello del porto di Napoli, ad esempio, o anche decentrando l’areoporto che provoca inquinamento acustico. Più che le auto elettriche, occorre ridurre il traffico nel suo insieme.

12. Ha qualche proposta specifica sul problema ARIA AVVELENATA?

Drastica riduzione dell’afflusso di auto private in città, accelerazione massima della realizzazione dei parcheggi di scambio già previsti dal Pup attorno al bacino centrale, realizzazione di ZTL sempre più vaste, magari introducendo col tempo ticket di ingresso, soprattutto per i bus turustici, accelerazione massima nella realizzazione delle previste linee di metropolitana senza bloccare i previsti e necessari finanziamenti, realizzare altre funicolari, ascensori pubblici e scale mobili, mettere sotto controllo ed implementare le corsie per i bus, realizzare piste ciclabili. Il tutto andrebbe gestito, comunque, nell’ambito dell’area metropolitana di Napoli, non solo in città. Il movimento dello smog non ha confini territoriali. Sicuramente, ad esempio, anche il traffico sulla Tangenziale ha la sua influenza sui valori negativi delle centraline. Poi a Napoli non si provvede a fare il lavaggio di strade e gallerie contro le PM10, altro grave fattore di rischio.

13. Pensa sia giusto organizzare la manifestazione che abbiamo deciso il 18 Settembre a Piazza del Plebiscito su questo tema con l’obiettivo di cercare di sensibilizzare i cittadini a una partecipazione attiva maggiore e nella quale saranno presentate alcune proposte di merito e di metodo? Lei parteciperà? Coinvolgerà altri cittadini?

Condividiamo e parteciperemo diffondendo la notizia.

www.napolipuntoacapo.it
14/8/2010
  
RICERCA ARTICOLI