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La favola di Maradona
La sua storia a puntate - 32
di Mimmo Carratelli
Anno nuovo, prima sconfitta dopo 17 risultati utili di fila. La sosta porta male, caro Diego. Va quasi sempre così. Tonfo a Firenze (1-3) davanti a 20mila napoletani col broncio. Giochi bene, Dieguito, fai anche il gol, Landucci fa miracoli sulle tue punizioni. Raggiunti in testa dall’Inter. Negli spogliatoi di Firenze l’Orso Bianchi fa la faccia feroce, processo a porte chiuse. Sette giorni dopo, tre sberle all’Ascoli e campioni d’inverno. Mezzo scudetto in tasca. L’Inter si allontana a due punti. Ma c’è una brutta notizia. Italo Allodi, che ha costruito questo Napoli da scudetto, sta male, colpito da un ictus nella sua stanza d’albergo, il Royal.

La prima partita del “ritorno” col Brescia (2-1) vieni picchiato ripetutamente da Sacchetti e Chiodini. A mezz’ora dalla fine non ne puoi più. Esci malconcio, ti hanno combinato proprio bene. Torni grande a Udine (3-0) con una “doppietta”: rigore impeccabile e zampata mancina saltando due difensori mentre il portiere ti rovina addosso. Galparoli ti massacra una caviglia.

Dopo la partita di Firenze avevi detto: “Abbiamo regalato la partita alla Fiorentina e c’era uno che giocava per loro”. Il riferimento all’arbitro Lanese ti costa il deferimento, becchi una squalifica e salti l’unica partita, il derby con l’Avellino (3-0). Il piccolo Muro gioca al tuo posto, tu sei in tribuna con Claudia.

A metà febbraio, Claudia incinta parte per Buenos Aires.

Fai lo scapolone. Coppola non è proprio il tuo angelo custode. Ormai vive stabilmente a Napoli, spesso con la seconda moglie, Amalia Gonzales, una soubrette. Senza la moglie, fate bisboccia insieme. Cominciano le notti bianche, ma sul campo non se ne accorge nessuno. Vittoria a Torino sui granata (1-0). Con un guizzo pianti Zaccarelli ed evitando Ferri dai a Giordano la palla-partita. L’Inter perde a Roma e si allontana a quattro punti.

Contro la Sampdoria (1-1) segni il pareggio, è il tuo gol numero 200. Su una incursione di Renica a sinistra e cross basso, sorprendi tutti con un tuffo a pelo d’erba, un colpo di testa da circo. Hai un occhio pesto dopo uno scontro con Pellegrini. E con la vittoria a Bergamo (1-0, gol di Giordano), il vantaggio sugli inseguitori (Juve, Milan e Roma) sale a cinque punti. Dagli spogliatoi di Bergamo esci con un cappello da cow-boy in testa e urli: “Io questa parola non la pronuncio”. La parola è scudetto. Ci crediamo fortemente.

Nel derby con la Roma è 0-0, ma, accidenti, vi mangiate almeno cinque palle-gol. Ogni tanto si perde: a San Siro con l’Inter (0-1).

Il riscatto è immediato. 29 marzo 1987: Napoli-Juventus 2-1. Battuta all’andata e al ritorno la Vecchia. Zoppichi perché Favero dopo dieci minuti ti ha “sistemato”. Segnano Renica e Romano. Tacconi ti nega il gol: stavi per sorprenderlo con un colpo di testa. Ferlaino sorprende tutti: “Lascerò il Napoli il giorno stesso dello scudetto”. L’adorabile bugiardo.

Squilla il telefono. E’ tuo padre da Buenos Aires, giovedì 2 aprile. Alle 9,10 italiane (le 4,10 in Argentina) è nata Dalmita, anzi Dalma Nerea, nella clinica Villa del Sol. Peso: 4,200 chili. Claudia sta bene. Un giorno andrete a Lourdes per ringraziare la Madonna. Sei un angelo e un demonio. Dopo i mondiali messicani, eravate andati in vacanza a Bora Bora. E’ successo là. Parti per Buenos Aires e torni. Ventiduemila chilometri in tre giorni, caro papà. Domenica, sei in campo a Empoli (0-0). Il portiere Drago fa il drago e ti nega il gol due volte.

Nel ritiro di Pescia, Hotel Villa delle Rose, da una macchina scende Allodi. Ha il braccio sinistro paralizzato dopo l’ictus. Due fisioterapiste lo stanno curando nella sua villa di Firenze, ma è voluto venire a salutare “i suoi ragazzi”. Gli dai un bacio e gli sussurri: “Ti voglio bene”. Dal Napoli è ormai lontano, ma promette: “Verrò per la festa dello scudetto”.

Con la batosta di Verona (0-3), l’Inter si avvicina a due punti. E’ il momento cruciale del campionato.
31/8/2004
  
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