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La favola di Maradona
La sua storia a puntate - 31
di Mimmo Carratelli
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Che cosa ti succede dentro, pibe, dopo l’annuncio di Cristiana Sinagra? E chi è Cristiana Sinagra? I giornali si scatenano. Qualcuno dice che si accompagnava anche a uno dei tuoi tre cognati, Gabriel, quello che ti angoscia la vita con continue richieste di danaro. Era amica anche di Hugo, tuo fratello? Maldicenze e sospetti. L’opinione generale è che Diego Armando Sinagra sia tuo figlio.
Cecilia Pagni, la tua fedele segretaria dei tempi napoletani, racconterà un giorno che Cristiana Sinagra venne a casa tua per mostrare a Claudia “cravatte e camicie di seta” che avrebbe potuto comprare per te. Strana visita. Claudia disse che Cristiana era un’amica di Delia Occhionero, la moglie di Hugo. Insomma, la ragazza si aggirava nei tuoi pressi.
Ma che cosa è successo veramente? Giravano tante voci. Si disse che mamma Tota avesse telefonato alla Sinagra offrendole soldi per abortire. Pare che, su questo argomento, avesti un litigio con tua madre. Cristiana, sono sempre le voci di quel tempo, avrebbe abortito a patto che l’accompagnassi tu dal medico. Furono giorni difficili.
Giovedì 16 ottobre 1986 rompi il silenzio. Davanti alle telecamere di “Italia 1”, parli ai giornalisti Marco Francioso e Gigi Moncalvo. Annoto alcune tue frasi. “In questo periodo ho subito un danno enorme”. Non nomini mai il bambino e definisci la Sinagra “quella ragazza”. Prendi duramente le distanze. Dici: “Io aspetto un figlio da Claudia, io merito un figlio da Claudia e Claudia se lo merita”. Ma è tuo il figlio della ragioniera? Ribatti: “Conosco tanta gente, a Napoli, ma da qui ad avere un figlio diversa è la canzone”.
Pensi a Claudia che sta per avere un bambino da te. “Si chiamerà Diego Sebastian se sarà maschio, Dalma Janina o Dalma Linora se sarà una femmina. Diego e Dalma sono i nomi dei miei genitori”. Ma c’è Diego junior, accidenti. “Questa storia per me è già finita. Non leggo più i giornali, non guardo più il telegiornale”. Sarà una vicenda che segnerà la tua vita. Questo lo scopriremo dopo.
Intanto, il campionato 1986-87 è partito il 14 settembre. Sono arrivati De Napoli e Carnevale. E Ciruzzo Ferrara fa coppia fissa con Bruscolotti. Debutto a Brescia. L’allenatore dei lombardi Giorgi dice che, in Italia, contro le difese italiane, quei gol in Messico contro inglesi e belgi, travolgendo mezze squadre, te li sogni. Imprudente. A Brescia, in soli dieci metri, rinnovi il prodigio. Sul lancio di Bagni accarezzi la palla col petto e, col petto, te la porti avanti: la difesa bresciana si disorienta. Fingi di puntare al centro e vai a sinistra: i difensori sbarellano e Bonometti, che ti monta una guardia feroce, è giocato. Da sinistra infila Aliboni con un diagonale. I bresciani non vogliono starci. Dicono che ti sei aiutato con un braccio. Rimangono inchiodati alla tua prodezza, 1-0 e via.
Due pareggi, con l’Udinese e ad Avellino, raffreddano gli entusiasmi. Ma ispiri il Napoli che strapazza il Torino (3-1). La domenica successiva, a Marassi, contro la Samp delle “stelle”, la partita è tua. Batti la prima punizione, Bistazzoni sfiora la palla, la traversa la ribatte e “Caffarellino” è pronto a spingerla in rete. Pareggiano i doriani su rigore, ma c’è un penalty anche per il Napoli: Vierchowod ti atterra in area. E non succede come a Tolosa. Vai sul dischetto, batti, Bistazzoni va da un lato e la palla dalla parte opposta: 2-1. Il Napoli è in testa con la Juve di Rino Marchesi. Comincia il sogno.
Un inghippo con l’Atalanta al “San Paolo”. Su rigore devi rimediare un pareggio (2-2) e la Juve va avanti di un punto. Luci e ombre. Qualche tensione negli spogliatoi. In campo, zoppichi. Garella e De Napoli commettono errori imperdonabili. Vietato sognare?
Sopraggiunge Ciccio Romano di Saviano a mettere ordine e a fare il regista. Allodi l’ha pescato nella Triestina, in serie B. Acquisto magico. All’Olimpico ci sono 20mila napoletani. Giordano inventa un assist delizioso e batti Tancredi. Oh, pibe! 1-0 come a Genova, secondo marchio personale decisivo. Dice l’allenatore della Roma Eriksson: “Questo Napoli è proiettato verso lo scudetto”. Siamo di nuovo in testa con la Juve.
Senza gol la partita con l’Inter di Trapattoni, ma il trionfo arriva a Torino il 9 novembre. Segna fulmineamente Laudrup e gli juventini, sugli spalti, non si scaldano molto. Pareggia Ferrario e pare di stare al “San Paolo”. Lo stadio torinese è tutto azzurro. Segna Giordano, segna Volpecina. La Juve è schiantata (3-1). Giochi una partita memorabile a tutto campo, rischi le caviglie, strappi il pallone ai bianconeri. Bruscolotti blocca Platini. In testa con due punti di vantaggio su Juve, Inter e Roma. Premio straordinario di 7 milioni a testa per il trionfo torinese.
Vuoi vincere lo scudetto, dopo il mondiale. Proponi un ritiro anticipato al giovedì e, domenica, è poker all’Empoli (4-0). Segni il primo gol con una punizione irresistibile, doppietta di Carnevale, firma finale di Bagni. Partita trasmessa in diretta in Argentina. La Juve si allontana a 3 punti anche col pareggio azzurro contro il Verona. Altro pari senza gol a San Siro contro il Milan dello “squalo” Hateley. Terreno infame sotto la pioggia, ti manca Giordano infortunato, Liedhom monta un catenaccio gigante e Filippo Galli non ti fa respirare.
Il 21 dicembre, ultima partita dell’anno col Como al “San Paolo”. Ti strapazzi un po’ andando per premi, a Buenos Aires e a Montecarlo. I comaschi corrono. Decide una “doppietta” di Caffarelli (2-1). Il botto giunge da Genova dove la Samp di Vialli e Mancini ha disintegrato la Juve (4-1). C’è solo l’Inter, a due punti, dietro al Napoli. La Juve si allontana a quattro lunghezze.
Buone vacanze, Diego. Torna presto che sarà l’anno buono.