L'Opinione
Viaggio nella spazzatura campana
Professione stakeholder - 2
di Achille della Ragione
L’immondizia napoletana sui giornali stranieri
Per organizzare in maniera efficace, battendo la concorrenza, il traffico dei rifiuti, la criminalità organizzata si serve di cervelli educati nelle più celebri università, specializzati in politica ambientale…Naturalmente queste figure professionali, nuove nel mercato del lavoro, oltre alla teoria appresa alla Bocconi o alla Luiss, imparano molto precocemente a declassificare in maniera truffaldina i rifiuti tossici rispetto al catalogo europeo, il Cer, che detta le norme per lo smaltimento delle sostanze tossiche o a preparare false certificazioni, in grado di far passare per innocua spazzatura un carico di micidiali veleni.
Si chiamano stakeholder queste teste d’uovo, che i clan si contendono a fior di banconote, pur di usufruire dei loro preziosi servigi.

Quasi tutte le industrie producono rifiuti speciali, che richiedono molto denaro per essere correttamente smaltiti, dagli stabilimenti chimici alle concerie, dalle fabbriche di plastica agli allevamenti di bestiame, dagli ospedali alle fabbriche di pneumatici. Tra i materiali che più creano problemi ricordiamo: arsenico, cadmio, cobalto, cromo, mercurio, molibdeno, nichel, piombo, rame e zinco ed inoltre scarti di vernici, fanghi dei depuratori e scarti delle acciaierie.

I prezzi variano a secondo delle sostanze, da un minimo di 10 - 20 centesimi a chilo per i diluenti fino ad un euro per il pentafosfuro di fosforo. Naturalmente grazie alla consulenza di uno stakeholder le ditte possono risparmiare fino al 90%, oltre al non trascurabile vantaggio di lasciare ecologicamente intatti i territori limitrofi.
La catena di trasferimento verso il Sud dei rifiuti speciali parte dai trasportatori, i quali, dopo che i chimici hanno falsificato i documenti, trasformando un carico di rifiuti tossici in innocente immondizia, con i loro Tir stracolmi, giungono in Campania. Quindi i fusti velenosi vengono caricati su camion più piccoli, che li traghetteranno fin nelle viscere della discarica, eseguendo il lavoro più rischioso, per il quale vengono adoperati minori non imputabili. Gli autisti non scendono nemmeno dalla gabina di guida, perchè l’operazione di scarico è molto pericolosa, basta che un contenitore prenda una botta e perda della sostanza, per compromettere, inalandola, per sempre la respirazione.

L’inchiesta giudiziaria Eldorado 2003, condotta dal nucleo operativo ecologico dei Carabinieri diMiilano, ha acclarato che questo comportamento è oramai una regola che non ammette eccezioni, ma esso vige da oltre 15 anni, da quando nel 1991 un autista, tal Mario Tamburrini, finì in ospedale con gli occhi fuori dalle orbite ed ustioni per tutto il corpo, a causa della fortuita apertura di un fusto tossico vicino al viso, che lo aveva bruciato a secco, senza provocare fiamme.

Questi autisti novelli vengono mandati al massacro per qualche manciata di soldi: 200 - 300 euro. E loro si sentono molto importanti, con quel denaro potranno comprare la motocicletta, la dose di eroina o andare a puttane, come i grandi, ignari che di li a pochi anni, il cancro li divorerà e gli ultimi giorni della loro breve esistenza avranno come compagna la flebo di chemioterapici ed il tardivo rimorso di aver sprecato una vita.

Alcune volte per facilitare queste operazioni criminali non è necessario neppure corrompere l’intera classe politica, basta un funzionario compiacente, un tecnico corrotto, un impiegato volutamente distratto e può andare in porto una grossa operazione. Nei tempi brevi questo smaltimento selvaggio delle scorie ha permesso a tante aziende del Nord di rimanere competitive sui mercati internazionali, di resistere disperatamente alla concorrenza delle merci cinesi, che non conoscono cosa sia l’inquinamento industriale, a parte i diritti sindacali.

In ultima istanza ha permesso di contenere il numero dei disoccupati in Italia. A pagarne le conseguenze sono state, sono e saranno le popolazioni meridionali, costrette a vivere in condizioni ambientali contaminate irrimediabilmente, senza tenere conto dei cumuli di spazzatura ad ogni angolo di strada, che degradano il vivere civile.

Gli stakeholder campani sono i più efficienti d’Europa e da loro sono venuti ad imparare da mezzo mondo, con i cinesi in prima fila.

Il modello criminale napoletano in un’epoca di capitalismo sfrenato e di consumismo dissenato come la nostra ha avuto successo e si sta espandendo a macchia d’olio. Fermarlo prima che sia troppo tardi è interesse comune italiano ed europeo.

Come nel caso delle griffe contraffatte che da Napoli invadono mezza Europa, muovendo capitali da brivido, grazie ad una criminalità sempre più audace ed efficiente, che ha trasformato in pochi anni il porto della nostra città nel crocevia dei traffici illeciti internazionali.
Queste considerazioni, amare quanto reali, non sono frutto di coraggiose indagini giornalisti o sociologiche, ma possono leggersi nelle carte processuali delle molte indagini aperte dalla magistratura, indagini difficili, per il velo spesso di omertà che tradizionalmente circonda le attività malavitose, ma soprattutto troppo lunghe e garantiste per incidere profondamente sulla realtà.

Tra le indagini degli ultimi anni, i cui atti sono consultabili, ricordiamo l’operazione Cassiopea, del 2001, che dimostrò che ogni settimana dal Nord verso le nostre terre infelici  giungevano 40 - 50 Tir stracolmi di sostanze tossiche, quella denominata Houdinì, del 2004, che prese in osservazione un solo impianto del Veneto, nel quale si gestivano ogni anno 200.000 tonnellate di rifiuti. Altre più recenti: Re Mida(dal nome di un intercettato che si vantava di tramutare l’immondizia in oro), Mosca ed Agricoltura biologica hanno evidenziato il rischio di diffusione di queste pratiche al di fuori della Campania, che fino ad oggi nei progetti della camorra era destinata a ricettacolo nazionale. L’Umbria ed il Molise sono già state oggetto dello smaltimento criminale di residui metallurgici e siderurgici ed addirittura la Procura della Repubblica di Larino ha scoperto enormi quantitativi di residui catramosi miscelati nel terreno agricolo e numerose partite di grano locale straripanti letteralmente di cromo. Ed altre zone di espansione della criminalità sono divenute negli ultimi anni Albania, Costarica, Mozambico, Nigeria, Somalia e Romania. Una piovra dai tentacoli voraci ed onnipresenti, che minaccia di avvolgere tutto e tutti.

(continua)
18/9/2006
  
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