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Calcio
Cronache mondiali: o dentro o fuori
Il diario della rassegna mondiale, giorno dopo giorno
di Andrea Bello
Se il Mondiale fosse un autobus saremmo alla prima fermata. Si scende o si resta su, magari aggrappati, ma l’importante è non mettere piede fuori.

La Repubblica Ceca dell’amico Nedved tenterà di spingerci un passo più in là, quel tanto che basta per farci cadere al di là dell’ultimo scalino.

Vincere sarebbe meglio, più fiducia nella squadra e un entusiasmo che potrebbe crescere, ma (vedi Usa ’94 e Corea 2002) nessuno si aspetta una grande partita dalla nostra Nazionale, capace sempre di complicarsi le cose in gara 2 e gara 3 dei Mondiali, salvo poi aspettare che i risultati delle altre squadre risolvano i problemi. Un vizio tutto italiano non assumersi le responsabilità e affidarsi alla dea bendata. Per oggi vorremmo affidarci a undici giocatori, o magari tredici, quattordici, ma che diano tutto per non scendere da questo Mondiale.

Lippi pare deciso: in campo Grosso al posto di Zaccardo, con cambio di fascia per Zambrotta e Camoranesi e Gattuso per Perrotta e De Rossi, per il quale è attesa la squalifica venerdì. In attacco conferma di Totti, con Gilardino e Toni.

Siamo d’accordo. Più o meno, forse a parte Oddo, e Panucci rimasto in Italia, questa è la migliore formazione possibile per l’Italia. Anche il modulo è adatto alle caratteristiche dei giocatori, ora è necessario che i singoli inizino a mostrare le loro qualità.

Si parte alle 16. Contemporaneamente Ghana – Usa. La squadra di Appiah con una vittoria o un pareggio, in caso di vittoria dell’Italia, otterrebbe una storica qualificazione, segno di riscatto per tutto il calcio africano, deludente in questo Mondiale. Una cosa non bella in vista della prossima rassegna iridata che si disputerà proprio in Sudafrica.

22 giugno 1986 – 22 giugno 2006: compie venti anni il gol più bello del secolo. La stessa età de “La mano di Dio”. Argentina – Inghilterra 2-1. Una partita in cui non è mancato niente e che scatena ancora animate discussioni a vent’anni di distanza. Tutti ricordano la famigerata “Mano di Dio” di Diego Maradona per il primo gol argentino, ma i calciofili non dimenticheranno mai la sua incredibile seconda rete pochi attimi dopo. Ricevuta palla a centrocampo, il leggendario numero dieci saltò l’intera difesa inglese in una discesa irresistibile e batté Peter Shilton con uno dei gol più belli della storia del calcio.

In serata vorremmo goderci il Brasile, stanchi, ma soddisfatti, senza dover fare le valigie, ma sicuramente con qualche deferimento in più.
22/6/2006
  
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