Calcio
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1962: la rissa di Cile-Italia
La storia dei Mondiali di calcio – 13
di Mimmo Carratelli
Il 2 giugno 1962, un sabato, la nazionale italiana entrò nello Estadio Nacional di Santiago in una bolgia ostile. Sessantamila spettatori contro. Gli azzurri lanciarono fiori al pubblico che li rimandò in campo accompagnandoli con un lancio di pietre.

Vale la pena ricordare gli “eroi” di quella partita fra calcio e pugilato: Mattrel; David, Robotti; Tumburus, Janich, Salvadore; Mora, Maschio, Altafini, Ferrini, Menichelli.

L’inizio del match fu disastrosamente indicativo. Il centravanti Landa scalciò Ferrini che reagì. Espulso l’azzurro dopo sette minuti. Nessun provvedimento per il cileno da parte dell’arbitro inglese Aston. I giocatori di casa capirono che gli sarebbe stato concesso tutto e in campo continuarono gli agguati e le provocazioni dei cileni. Leonel Sanchez con un pugno fratturò il naso a Maschio e, prima dell’intervallo, mise kappaò David. Il terzino azzurro si vendicò con un tackle a gamba tesa. Espulso anche David. Gli aggressori cileni impuniti.

Fu la trionfale serata dell’indefinibile arbitro Kenneth Aston. Cartellini rossi per gli italiani, occhi chiusi sui pugni cileni. Forse, il fischietto inglese aveva il rimorso di due rigori non fischiati a favore del Cile in una partita ormai dimenticata. Forse, voleva portare avanti i padroni di casa, come è quasi consuetudine nei Mondiali. Ricevette qualche omaggio elegante?

Nell’intervallo della gara, l’arbitro ebbe la tentazione di sospendere la partita. L’Italia era in nove e la violenza era dilagata in campo. Aston ci ripensò temendo la reazione del pubblico e rientrò sul campo di gioco per il secondo tempo come se nulla fosse.

Senza David e Ferrini, i più combattivi degli azzurri, l’Italia resistette fino a un quarto d’ora dalla fine. Poi cedette: 0-2 secco con i gol di Ramirez al 74’ e Toro all’88’. Altafini non toccò palla per tutta la gara e gli fu affibbiato il soprannome di “conileone”.

La sconfitta decise l’eliminazione degli azzurri. Si attese, per magra consolazione, un qualche provvedimento nei confronti dell’arbitro Aston. L’inglese fu convocato dal presidente della Fifa Stanley Rous, inglese anche lui. Due ore di colloquio concluse con una lieve punizione: Aston fu destinato a fare il guardalinee per la partita Cile-Germania. Poteva tornare ancora utile ai padroni di casa. La Germania vinse 2-0, ma passarono ai quarti sia i tedeschi che i cileni, fuorigioco nel girone Italia e Svizzera.

Gli azzurri, già fuori dal Mondiale, giocarono una inutile terza partita contro gli elvetici (3-0, gol di Mora e doppietta di Bulgarelli).

Uscirono al primo turno anche l’Uruguay e l’Argentina che, nel suo girone, fu eliminata per il quoziente-reti favorevole agli inglesi (pesò il 3-1 che l’Inghilterra rifilò all’Argentina nel confronto diretto).

Si qualificarono ai quarti di finale Cile, Urss, Jugoslavia, Germania, Brasile, Inghilterra, Cecoslovacchia e Ungheria. Il Cile battè e malmenò anche i sovietici e arrivò alla semifinale dove si arrese al Brasile. Al penultimo turno arrivarono la Jugoslavia, che eliminò la Germania (1-0), la Cecoslovacchia facendo fuori l’Ungheria (1-0) e il Brasile che sistemò l’Inghilterra (3-1). Dalle semifinali si proiettarono alla sfida decisiva il Brasile con la vittoria sul Cile (4-2) e la Cecoslovacchia che superò la Jugoslavia (3-1).

Il Cile si cavò la soddisfazione di vincere la finale per il terzo posto battendo 1-0 la Jugoslavia.
25/3/2006
  
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