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1954: il disastro italiano
La storia dei Mondiali di calcio – 8
di Mimmo Carratelli
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Al quinto campionato del mondo, organizzato in Svizzera nel 1954 con un complicato primo turno, parteciparono 16 nazionali: Austria, Belgio, Brasile, Cecoslovacchia, Corea del sud, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Jugoslavia, Messico, Scozia, Svizzera, Turchia, Ungheria, Uruguay. Per la prima volta, la televisione trasmise le partite del Mondiale.
L’Italia uscì di scena al primo turno dopo tre partite, uno smacco che confermò il mediocre livello del calcio italiano, invaso dagli stranieri, e la confusione della guida tecnica della nazionale. La panchina azzurra fu offerta a Lajos Czeizler, ungherese, che aveva fatto del Milan degli anni Cinquanta una macchina da gol, ma con l’apporto determinante di giocatori svedesi tra i quali il devastante centravanti Gunnar Nordahl. Alla guida della nazionale, Czeizler fu affiancato da Schiavio e Piola, ex campioni del mondo.
Czeizler chiamò in nazionale i giocatori della frizzante Fiorentina (l’intera difesa con Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Segato), un trio juventino (gli attaccanti Muccinelli, Ricagni, un oriundo argentino, Boniperti) più Pandolfini che giocava mezz’ala nella Roma e l’ala milanista Frignani. Ignorò i calciatori dell’Inter che, allenati da Foni, praticavano il “catenaccio” e, prima del Mondiale elvetico, avevano vinto due scudetti di fila.
Alla vigilia del viaggio in Svizzera, Czeizler perse la sua convinzione offensivista e, pressato dalla stampa milanese, rinunciò al blocco fiorentino e richiamò in nazionale quelli dell’Inter. Nella squadra nerazzurra c’erano giocatori stranieri decisivi, come Suarez, che ne comandavano il gioco e di cui non esistevano omologhi italiani da convocare in azzurro.
Il risultato fu l’allestimento di una nazionale completamente rinnovata, senza una precisa idea di gioco, composta da giocatori di diverse scuole calcistiche che, per giunta, vennero impiegati in ruoli che non erano i loro.
Il fallimento apparve inevitabile e la confusione fu enorme. Czeizler si piegò al blocco difensivo dell’Inter senza però adottarne il “catenaccio” e, per la sua passione offensivista, schierò tre centravanti. Per la prima gara mondiale contro la Svizzera, composta da giocatori dilettanti, mandò in campo Ghezzi (Inter); Vincenzi (Inter), Giacomazzi (Inter); Neri (Inter), Tognon (Milan), Nesti (Inter); Muccinelli (Juve), Boniperti (Juve), Galli (Roma), Pandolfini (Roma), Lorenzi (Inter).
La gara contro la Svizzera, che praticava un “catenaccio” esasperato, annunciò il disastro al quale contribuì lo scandaloso arbitraggio del brasiliano Viana. Due pali e un gol annullato a Lorenzi complicarono l’esordio azzurro. Gli elvetici vinsero 2-1 in contropiede e ci fu una grande rissa in campo perché gli italiani si ritennero danneggiati da Viana che Lorenzi, in un parapiglia, colpì con un calcio. In seguito, l’arbitro brasiliano venne radiato.
Non era ancora l’eliminazione. Battendo il Belgio 4-0, l’Italia si rimise in corsa nel suo girone. Per la complicata formula del Mondiale, la nazionale azzurra affrontò nuovamente la Svizzera in uno spareggio per il passaggio del turno.
La vigilia della partita, trascorsa in un principesco ritiro nei pressi di Basilea, fu contrassegnata da liti e insubordinazione dei giocatori che rivelarono la completa mancanza di polso di Czeizler. Questi, per giunta, in piena confusione, cambiò la formazione che aveva battuto i belgi. Schierò un nuovo portiere (lo juventino Viola al posto di Ghezzi), cambiò un mediano (il sampdoriano Mari per Neri), rinunciò in attacco all’acrobatico Galli e al poderoso Cappello, preferendogli due “pesi leggeri”, Muccinelli e Lorenzi, e inserì a mezz’ala il fiorentino Segato che era piuttosto un mediano. Dopo di che comandò l’assalto.
L’Italia venne nuovamente punita in contropiede, con un punteggio umiliante: 4-1. Mezza squadra boccheggiò, allo stremo delle energie. I “piccoletti” Muccinelli e Lorenzi risultarono i meno indicati per sfondare la robusta difesa svizzera. Segato, fuori ruolo, non entrò mai in partita.
La nazionale tornò a casa e il ministro degli Interni Giulio Andreotti decretò il blocco degli stranieri nel campionato italiano.