Calcio
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1950: Italia subito fuori
La storia dei Mondiali di calcio - 6
di Mimmo Carratelli
La guerra cancellò le edizioni della Coppa del mondo del 1942 e del 1946. Il quarto campionato si svolse nel 1950. La competizione fu assegnata al Sudamerica dopo i due tornei europei in Italia e in Francia.

L’Argentina ritirò la sua candidatura a favore del Brasile e non partecipò al campionato per lo sciopero dei giocatori sottopagati e l’emigrazione in Colombia dei migliori giocolieri, attratti dal ricchissimo commerciante Alfonso Senior, presidente della squadra Millonarios di Bogotà.

Altre defezioni furono conseguenza della guerra. Austria, Cecoslovacchia e Ungheria rimasero a casa, prive di mezzi economici per raggiungere il Sudamerica. Parteciparono 13 squadre: Bolivia, Brasile, Cile, Inghilterra (per la prima volta), Italia, Jugoslavia, Messico, Paraguay, Spagna, Svezia, Svizzera, Uruguay, Stati Uniti.

Fu cambiata la formula finale. Non più eliminazioni dirette, ma quattro gironi di qualificazione e girone finale a punti fra le squadre vincitrici dei quattro raggruppamenti.

Il calcio italiano era in pieno caos. Nella tragedia aerea di Superga (1949) erano periti gli assi del Torino, tutti nazionali. Nel 1948 si era conclusa la gestione di Vittorio Pozzo (87 partite, 60 vittorie, 16 pareggi, 11 sconfitte, due titoli mondiali e uno olimpico). Alla guida della nazionale fu nominata una commissione, presidente Ferruccio Novo, il creatore del Grande Torino, componenti il giornalista bolognese Aldo Bardelli, i direttori tecnici Copernico (Torino) e Biancone (Roma), gli allenatori Ferrero (Fiorentina) e Sperone (Lazio).

La Commissione costruì una squadra-mosaico convocando cinque giocatori dell’Inter (Giovannini, Campatelli, Fattori, Amadei e Lorenzi), quattro della Juventus (Mari, Parola, Boniperti e Muccinelli), tre della Fiorentina (Blason, Magli e Pandolfini), tre della Lazio (Sentimenti IV, Furiassi e Remondini), due del Milan (Annovazzi e Tognon), due del Torino (Moro e Carapellese), uno di Atalanta (Casari), Bologna (Cappello) e Legnano (Caprile).

La paura dell’aereo, dopo la tragedia di Superga, fece intraprendere agli azzurri un viaggio per mare di 15 giorni per raggiungere il Brasile. La squadra si imbarcò a Napoli sulla motonave “Sises”, seguita nel golfo da imbarcazioni festanti e dal suono delle sirene delle navi alla fonda. Sostò a Las Palmas e a Rio prima di giungere a Santos. Durante la traversata, allenamenti insignificanti sul ponte di prima classe, palloni perduti in mare, infortuni a Boniperti e Lorenzi.

Sistemazione precaria a San Paolo (dove l’Italia avrebbe disputato il suo girone) al diciannovesimo piano di un albergo lussuoso. Uno strepitoso corpo di ballo argentino fu la continua tentazione notturna dei giocatori. L’Italia aveva rifiutato di sistemarsi fuori città nella tranquilla fattoria che un ricco italiano aveva messo a disposizione a Trenambé. Il caldo di San Paolo, il clamore e la festa di San Giovanni, la notte precedente il debutto contro la Svezia, frastornano la squadra azzurra.

Venne commesso l’errore di ritenere che la Svezia, rigorosamente dilettante, non fosse temibile dopo che i suoi campioni erano passati al professionismo trasferendosi in Italia, da Gren a Nordahl a Liedholm. E invece il formidabile vivaio svedese presentò un’altra generazione di assi: il delizioso ed esile Palmer, il geniale Skoglund, il possente centravanti Jeppson più una difesa vigorosa.

L’avventura mondiale degli azzurri si esaurì in una settimana. La sconfitta iniziale contro la Svezia (2-3) compromise il passaggio al girone finale. Illuse un gol fulmineo di Carapellese. Gli svedesi andarono al sorpasso con una doppietta di Jeppson e un gol di Andersson. L’Italia accorciò le distanze con Muccinelli. Si schierò con Sentimenti IV; Giovannini, Furiassi; Annovazzi, Parola, Magli; Muccinelli, Boniperti, Cappello, Campatelli, Carapellese.

Il successivo pareggio fra Svezia e Paraguay mise fuorigioco gli azzurri ai quali non bastò la vittoria sul Paraguay (2-0, gol di Carapellese e Pandolfini) per qualificarsi. Ritorno a casa.

Diciannove giocatori presero l’aereo e sbarcarono a Ciampino. Lorenzi e Carapellese tornarono in nave. Magli, prima di rientrare, girò da turista l’Argentina.
11/3/2006
  
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