Calcio
Torna alla ricerca
1938: l’Italia si conferma campione
La storia dei Mondiali di calcio - 5
di Mimmo Carratelli
Quarantamila spettatori gremirono lo stadio di Marsiglia per la semifinale fra Brasile e Italia il 16 giugno 1938, altri cinquemila rimasero fuori. Il Brasile era arrivato in semifinale eliminando la Polonia 6-5, dopo i tempi supplementari su un campo ridotto ad un acquitrino dalla pioggia, e la Cecoslovacchia in due partite (1-1 ai supplementari nella prima gara, 2-1 nella ripetizione con l’arbitro che non vide un pallone dei ceki oltre la linea della porta brasiliana su tiro di Senecky, il portiere Walter fu svelto a tuffarsi indietro e a ricacciare il pallone).

Nella difesa brasiliana svettava il gigantesco Domingos. Ma proprio a lui sfuggì Colaussi per il primo gol azzurro. Poi, tormentato dall’irruenza e dai gomiti di Piola, Domingos atterrò in area il centravanti pavese. Meazza andò a segnare il raddoppio su rigore trattenendosi i pantaloncini con le mani perché, apprestatosi a calciare il penalty, gli era saltato l’elastico che li reggeva.

A tre minuti dalla fine, il Brasile segnò con Romeu il gol della bandiera (2-1), ma non riuscì a recuperare e rimase sul campo stupito e offeso. Pagò cara la presunzione di avere giocato senza Leonidas e Tim, i suoi assi in attacco, certo di sbarazzarsi ugualmente dell’Italia. E non cedette i posti sull’aereo per Parigi che aveva prenotato sicuro di andare alla finalissima nella capitale francese.

I calciatori italiani, per il dispetto dei brasiliani, dovettero trasferirsi a Parigi in treno, un viaggio notturno scomodo perché trovarono appena quattro cuccette libere.

Fu l’Ungheria l’avversario degli azzurri nella finale allo Stade de Colombes. Alfiere della squadra magiara era Gyorgi Sarosi, nato a Trieste da madre giuliana e da padre ungherese, laureato in giurisprudenza e, indifferentemente, centromediano e centrattacco. L’Italia giocava ormai a memoria: lanci alle ali, cross al centro e irruzione in gol di Piola, con adeguate varianti.

Pozzo dava gli ordini in piedi dai bordi del campo. Ma a Parigi lo affiancarono due uomini della Federazione internazionale che gli intimarono di stare seduto e in silenzio perché dare ordini ai giocatori era proibito. Pozzo restò seduto. Ma dietro di lui, coricato sull’erba, c’era l’allenatore Luisin Burlando. Con indifferenza e in dialetto piemontese Pozzo gli sussurrò gli ordini alla squadra. Burlando si alzava con noncuranza, faceva il giro del campo e li trasmetteva ai giocatori.

Con tre passaggi l’Italia andò in gol dopo cinque minuti. Lancio del mediano Serantoni a Biavati ala destra, cross dell’ala per Piola che lasciava il pallone a Colaussi e Colaussi, arrivando di corsa, sferrò un sinistro micidiale in rete.

Il pareggio degli ungheresi non scosse gli azzurri che dominavano il match. Palo di Piola, poi gol del pavese dopo un’azione corale e ubriacante della squadra italiana. Infine, ancora una rete di Colaussi per il 3-1. Era tutta musica italiana. Gli ungheresi accorciarono le distanze, Biavati colpì anche lui un palo, infine Piola con una stangata al volo nell’angolino basso chiuse il match sul 4-2.

Campioni del mondo per la seconda volta consecutiva. La sera tutti a Pigalle, da un tabarin all’altro, per festeggiare la vittoria. Applaudirono anche i fuoriusciti. Diecimila lire di premio a testa più la foto autografata di Mussolini.

La Germania, nel 1938, uscì subito fuori, eliminata negli ottavi dalla Svizzera 4-2 nella ripetizione del match, il primo chiuso 1-1 dopo i supplementari. Cuba prima eliminò sorprendentemente la Romania in due partite (3-3 nella prima dopo i supplementari, 2-1 nella seconda), poi cadde clamorosamente nei quarti contro la Svezia (8-0). Le Indie olandesi uscirono subito, battute dall’Ungheria 6-0. Gli ungheresi giunsero in finale battendo successivamente la Svizzera 2-0 e la Svezia 5-1. Ma il loro bel gioco e il fiammeggiante attacco si arresero alle manovre essenziali e alla forte difesa italiane.

Il goleador del torneo fu il brasiliano Leonidas con 8 reti.
9/3/2006
  
RICERCA ARTICOLI