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Calcio
Cronache mondiali: il dramma di Pessotto
Il diario della rassegna mondiale, giorno dopo giorno
di Andrea Bello
Avevamo dormito tutta la notte sognando Grosso sulla fascia sinistra e il rigore di Totti, accompagnati dalla voce dei nostri telecronisti e dai gesti di esultanza in tutte le case.

Cullati da questo sogno, affascinati dal fatto che fosse realtà c’eravam destati col dolce sapore dei quarti di finale in tasca. Siamo andati a lavorare in Italia mentre a Duisburg il ct Lippi apriva le porte agli Italiani in Germania per fargli vedere la nazionale. Tutti felici, tutti ebbri del Mondiale.

Il nostro eroe del giorno Francesco Totti, la nostra principale preoccupazione la prossima Ucraina. Eppure alle 13 una notizia ci ha scosso, mortificando i nostri futili pensieri pallonari, una notizia che paradosso dei paradossi arriva proprio dal mondo del calcio, anche se con una sfera di cuoio ha poco in comune. “Gianluca Pessotto, popolare ex terzino della Juventus, attuale team manager, è caduto dal balcone della sede della società ed è grave” annuncia il telegiornale. Caduto da un balcone? E’ un’ipotesi che ci sembra subito assurda, soprattutto quando Repubblica.it avverte che Pessotto aveva in mano un rosario.

Il capitano della nazionale Fabio Cannavaro interrompe sconvolto la conferenza stampa in Germania. “Pessottino” come lo definisce lui “è l’uomo più buono del mondo”. Non solo, Gianluca Pessotto è sempre stato nell’immaginario collettivo il giocatore pulito, colto, un’immagine serena esattamente agli antipodi rispetto a quella recentemente mostrata dalla Juventus. A chi paragonerei Pessotto? Non saprei dal punto di vista tecnico, ma dal lato umano lui e Damiano Tommasi hanno sempre avuto nello sguardo una passione fanciullesca per lo sport che li ha resi celebri.

Zambrotta, Cannavaro e Del Piero lasciano per un giorno il ritiro della Nazionale per recarsi al capezzale dell’amico Gianluca, ricoverato a Torino, fuori pericolo di vita, ma con qualcosa ancora da rimarginare. Innanzitutto le fratture multiple, conseguenza minima di un volo da oltre 20 metri d’altezza, poi una triste depressione, che forse lo ha spinto al drammatico gesto, così come confermato dal medico della Juventus, Agricola.

Nel dramma la consapevolezza del miracolo. Cadere da quell’altezza e non essere in pericolo di vita può solo spiegarsi con l’intervento di un angelo, un figura intrisa di serenità, cui tante volte è stato paragonato lo stesso Pessotto durante la sua carriera.

Forse il suo destino non era scritto oggi, forse la Juventus ha tanto bisogno di persone come lui per ritornare alla vecchia immagine di Grande Signora. E immaginiamo che “Pessottino”, da team manager guarito, riuscirà a farlo.

Ci scusi qualcuno, ma oggi, come Zambrotta, Del Piero e Cannavaro, dal Mondiale prendiamo una pausa. Domani ritorneremo in Germania, con l’Italia e i quarti di finale che stanno per iniziare. Con un Pessotto in più.
28/6/2006
  
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