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La favola di Maradona
La sua storia a puntate - 18
di Mimmo Carratelli
Joan Gaspart, vicepresidente del barcellona nel 1984
Venerdì 29 giugno 1984. Hotel Princesa Sofia di Barcellona dove si sono sistemati Antonio Juliano e i consiglieri del Napoli Dino Celentano e Isaia. Due giorni alla chiusura delle liste di trasferimento. Totonno ha la soffiata giusta. Un incontro fortunato al bar dell’albergo e trova la “chiave” per sbloccare la vicenda. Non è il presidente Nunez che resiste, Diego, è Gaspart che vuole trattenerti a Barcellona. E’ da Gaspart che Juliano deve andare. Questo gli dicono ed è la svolta.
Totonno ha avuto una idea per scoprire le carte del Barcellona. Tratta Hugo Sanchez con l’Atletico Madrid. Sanchez interessa al Barcellona. Se il Napoli tratta Sanchez vuol dire che molla Maradona? Sfumano 13 miliardi e sfuma Sanchez? Questo si chiedono al Barça. Si spaventano. Sul bluff-Sanchez gioca Juliano. Si fa condurre da Gaspart. E’ la battaglia decisiva. Il presidente Nunez non sa nulla.
Gaspart spara: “Dateci un milione e 230mila dollari in più e Maradona è vostro”. Bum! Juliano impassibile: “Non una lira in più di quanto abbiamo concordato e tutte le nostre fideiussioni sono a posto”. Gaspart incassa. E’ un napoletano tosto, Juliano. Tosto e serio. Il catalano cede. Totonno telefona a Ferlaino: “Venga, ingegnere, è fatta”. L’Ingegnere, previdente, ha fatto un altro colpo: ha convinto dieci consiglieri del Napoli a sborsare 200 milioni a testa, fideiussioni garantite dai patrimoni personali. Servono sempre più soldi.
Sabato 30 giugno. Barcellona. L’arrivo di Ferlaino. Ha sempre un aerotaxi a disposizione. Il comandante Plaga ha imparato che non ci sono orari prestabiliti e certi per partire, tornare e ripartire. Sempre all’erta. Tira la cloche e va.
Hotel Princesa Sofia, stanza 1715. Summit napoletano con Ferlaino, Juliano, Celentano, Isaia, il ragionier Pinelli. Totonno: “E’ quasi fatta. Anzi, è fatta. Manca solo la sua firma, ingegnere”. Nell’albergo vanno e vengono Cyterszpiller e il mediatore argentino Minguella.
Il contratto, finalmente. Il contratto che ti porta a Napoli, Diego. Ferlaino corre da Gaspart. C’è l’assenso di Nunez. “Abbiamo fatto di tutto per scoraggiarvi” dice Gaspart. Firme e controfirme, alle condizioni del Napoli. Ma sono pur sempre 13 miliardi, forse qualcosa in più col dollaro che sale. Totonno Juliano ha compiuto il miracolo, l’Ingegnere lo completa.
E’ sabato, quasi sera. Bisogna rientrare precipitosamente da Barcellona a Milano per depositare in Lega il contratto vero che ti porta a Napoli, nino de oro e di quaranta giorni di spasimi. A mezzanotte scadono i termini.
Comandante Plaga, si riparte. Decollo dall’aeroporto Llobregat di Barcellona, atterraggio alla Malpensa di Milano. L’Ingegnere cuor contento corre nuovamente in Lega che è sbarrata, naturalmente. E’ notte inoltrata ed è giorno di festa. Corrado ritrova la guardia giurata, più sbalordita che sorpresa, alla quale aveva detto “torno subito” consegnandole un plico. Si fa ridare il plico (che non serve più, ha la busta col contratto vero).
Memorabile notte del 30 giugno 1984. Che ora è ? Prima o dopo la mezzanotte, prima o dopo la scadenza del termine per depositare la documentazione del trasferimento? Più dopo che prima? Mistero. La guardia giurata segnala a Ferlaino un impiegato napoletano alle poste milanesi che può favorire l’inoltro notturno della raccomandata diretta alla Lega.
Corre ancora l’Ingegnere. L’impiegato napoletano timbra la raccomandata. Ci chiediamo ancora: era mezzanotte, quasi lo era, oppure era passata?
Sulla consegna della raccomandata Ferlaino si diverte a dire: “Non ricordo che ora fosse. Arrivai trafelato alle poste. Non ebbi il tempo di guardare l’orologio”. Adorabile bugiardo. Si assicurò bene che ora fosse. Orologio o non orologio, “doveva” essere prima della mezzanotte sul fuso orario di Milano, il tempo ultimo perché la raccomandata fosse ritenuta valida in Lega.
In Lega la ritennero valida.
Albeggia a Napoli il primo luglio 1984, domenica. I giornali preparano le edizioni straordinarie. Hanno saputo. L’hanno saputo tutti. Così vanno le cose da noi, Diego. Lo imparerai. Tutti sanno tutto di tutti. Sanno già che è fatta, che arrivi. Quando? Come? A che ora? Dove? Vorranno esserci ad aspettarti.
Sei contento di venire al Napoli, di liberarti di Barcellona, del Barça e di Nunez. Ma neanche immagini la festa che sarà.
3/7/2004
  
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