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La favola di Maradona
La sua storia a puntate - 17
di Mimmo Carratelli
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Ci guardano tutti, Diego. Napoli vuole Maradona: ma come si permette, ma quando ci riuscirà mai, ma dove prende i soldi? Non ci vogliono credere. Chi ci crede aspetta che il colpo fallisca. Perché da noi vogliono pizza, mandolini e canzoni. Stop. Una volta che prendemmo Savoldi per due miliardi ci dissero di pensare piuttosto a spazzare le strade e a costruire ospedali con quei soldi.
Napoli viveva anni mediocri. Può sembrare un’esagerazione, ma affidava al pallone la voglia di riscatto, la voglia di “esserci” sulla platea nazionale, terza città d’Italia ma lasciata ai suoi guai. E’ stato quasi sempre così. Il pallone è stato l’unico, frivolo, ma concreto strumento per “esistere”, per dire siamo qua, ci siamo anche noi e, chissà, riuscire a vincere.
Panem et circenses, diceva Giovenale. Ma sì. Circensens, circenses. Però anche col pallone ci hanno sempre respinto ai margini. Banale e futile, la felicità è alla domenica dietro le maglie azzurre. Ragù e maglie azzurre. E, poi, illusioni e promesse.
E’ anche per questo, pibe, che il tuo arrivo a Napoli diventa una sfida e una questione d’orgoglio. Lazzari ci vogliono. Divertenti, ma incapaci, e per sempre lazzari. Neri a metà, come canta Pino Daniele. Napoli? Carta sporca ca nisciuno se ne importa. A testa in giù. Si ribella, Pino, con la voce e la chitarra: “Je so’ pazzo”. “Voglio di più”.
Quant’è pazzo Ferlaino? Quanto vuole di più Totonno Juliano, il napoletano atipico sin dai tempi in cui giocava? Onesto, serio, tenace, orgoglioso, quasi musone, determinato, per proporre un’immagine di Napoli non più folcloristica.
Mi sto lasciando andare, pibe. Ma questa è la verità del mese di giugno 1984. Napoli si aggrappa a un sogno per liberarsi di sudditanze e infelicità. Esagero? Esagero.
Anche quelli di Barcellona ci considerano poco seri. Ma non hanno fatto i conti con la caparbietà di Juliano e con l’abilità di Ferlaino. Forse, l’Ingegnere sarebbe già contento d’avere tentato di prenderti, tentato e basta, portando Napoli sulle prime pagine dei giornali. Spaventato dall’impegno economico, si augura forse un Barcellona canaglia che mandi tutto a monte. La colpa sarebbe tutta dei catalani.
Ma c’è Totonno, c’è il suo orgoglio di napoletano, c’è che lui non mollerà mai. Quattro anni fa ha portato Krol a Napoli, ha dato eleganza alla squadra, ha riempito lo stadio. Non lascia la presa. Cerca, a Barcellona, la strada giusta per fare capitolare Nunez.
Ferlaino, dal canto suo, si galvanizza perché le cose difficili gli sono sempre piaciute. Ora vuole vincere, non vuole più bluffare. Vuole piegare Nunez e il Barça. Si eccita nelle scappatoie e nei trucchi che sono il suo forte. Serve anche la furbizia, pibe, per farti venire a Napoli. E, allora, forza Ingegnere.
I tempi stringono. Bisogna depositare in Lega il contratto del tuo ingaggio, Dieguito. E il contratto non c’è. Il Barcellona tergiversa. Vuole nuove fideiussioni. Ferlaino va e viene dalla Spagna. Totonno non si muove da Barcellona.
L’Ingegnere mette a segno una serie di colpi geniali. Con l’aiuto del sindaco Scotti, si incontra col direttore generale del Banco di Napoli Ventriglia. E’ domenica 24 giugno. Summit all’Hotel Excelsior di Napoli. Festa o non festa, bisogna convocare d’urgenza il Consiglio di amministrazione del Banco per il rilascio delle fideiussioni richieste dal Barcellona.
L’operazione riesce. Ma sopravviene un intoppo. Al Banco arriva un telex per bloccare tutto. Chi lo manda? Non sono mai riuscito a saperlo, Diego. Pare fosse un parlamentare che voleva fare del moralismo occasionale ritenendo il tuo ingaggio a 13 miliardi uno scandalo. Ferlaino risponde per le rime. Ora si sta proprio divertendo perché il gioco furbo, a rimpiattino, a sorpresa è il suo gioco.
Ammalia e persuade il funzionario dell’Ufficio fidi del Banco di Napoli, lo strabenedetto dottor Bosa, in assenza del direttore generale Ventriglia che è in vacanza. Lo incanta. E il funzionario, nonostante il telex contrario, fa partire le fideiussioni. Pagherà, il dottor Bosa, la sua generosità, il suo orgoglio di contribuire al colpaccio che fa bene al Napoli e a Napoli.
Ferlaino vola a Milano. Scende alla Malpensa, corre alla sede della Lega e consegna un plico alla guardia giurata che sta all’ingresso del palazzo della Lega in via Allegri. Dice alla guardia di trattenere il plico perché ripasserà presto a riprenderlo per spedirlo via posta raccomandata.
Nel plico c’è il tuo contratto, pibe? Non c’è. Non può esserci. E’ una furbata. Nel plico però c’è la documentazione dei contatti col Barcellona. Diciamo che è una documentazione non definitiva. In vista della scadenza dei termini dei trasferimenti, 30 giugno, un sabato, l’Ingegnere si mette al sicuro con un bluff. Consegnato il plico, vola a Barcellona. Perché, nel frattempo, Totonno Juliano ha agganciato il vicepresidente del Barcellona Gaspart.
Continua
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