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Cronaca
Un morso alla Grande Mela
21 - Quasi quasi cambio casa
di Angela Vitaliano
Detesto i traslochi e, ovviamente, ne ho fatti a decine. Alcuni dolorosi, alcuni meno. Faticosi sempre. Nel tempo, pero’, con l’esperienza ho acquisito una capacita’ organizzativa da non sottovalutare.

A New York, in poco piu’ di tre anni, ho gia’ cambiato tre case, fra poche settimane sara’ il turno della quarta. E non ho ancora idea di dove sara’. Cercare casa a New York e’ un rompicapo piu’ che altrove: troppe variabili, come al solito in citta’. La prima cosa che ho imparato (con enorme sorpresa) e’ che esiste un numero imprevedibile di edifici senza ascensore, con scale cosi’ ripide da farti venire le vertigini anche a guardarle da sotto. Dopo aver vissuto oltre un anno al 4 piano senza ascensore, nel nuovo edificio ho passato i primi giorni a fare su e giu’ in ascensore come una bambina di cinque anni.

Per non parlare del primo viaggio senza “rischio infarto” per la necessita’ di trascinare la valigia su e giu’ per la “ripida” scalata.
Un'altra variabile fondamentale (almeno per me) e’ la pulizia. A New York e’ facile trovare ospiti indesiderati a farci compagnia: topi e scarafaggi, sono “di casa” nei migliori palazzi. Il primo controllo in un nuovo appartamento, dunque, implica un’ispezione sotto al lavandino e dietro il frigo, il  termosifone e la cucina, tanto per essere sicuri che non ci siano buchi che consentano l’accesso dei fastidiosi roditori. Si perche’ essendoci per lo piu’ pareti di legno, e’ facile che i topi scavino delle gallerie fin dentro la cucina, invitandosi a pranzo senza nemmeno preavviso.

Altro fattore e’ la grandezza delle stanze e la quantità di armadi disponibile. Alcune stanze sono cosi’ piccole che e’ necessario prendere un letto a una piazza e mezzo piuttosto che due piazze. Capita spesso di sentirsi come Alice nel paese delle meraviglie quando diventa grande grande e tutto intorno e super piccolo.

Da non trascurare anche la presenza o meno della “sala lavanderia” all’interno del palazzo. Evitare di caricarsi in spalla il sacco con il bucato da lavare per raggiungere la prima lavanderia a gettoni dove, dimenticando assolutamente di incontrare il proprio principe azzurro come nei film, si e’ costretti a file fastidiose in attesa che si liberino le asciugatrici, non e’ cosa da poco.
Recentemente, addirittura, ho cominciato ad avere un’attrazione fatale per gli appartamenti con lavatrice e asciugatrice propri. Uno di quei lussi che ti fanno dimenticare tutto il resto.

Tutto cio’, inutile dirlo, diventa assolutamente secondario (e terziario) se ci si puo’ permettere di spendere delle cifre a molti zeri che, come d’incanto, fanno scomparire tutto il negativo finora elencato.

C’e’ da dire, pero’, che se sei fortunato, ti puo’ capitare di affacciarti alla finestra, magari uscendo sulla scala antincendio, per respirare un po’, ed essere assolutamente sopraffatti da vedute mozzafiato della citta’ e dei suoi grattacieli pieni di luci. La verita’ e’ che, alla fine, la casa conta relativamente perche’ la casa e’ la citta’ con la sua assenza di pareti e i suoi spazi infiniti, dove sentirsi a casa e’ cosi’ facile e cosi’ naturale. E non servono nemmeno agenti immobiliari.

9/9/2010
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