Recensioni
"Guida galattica per gli autostoppisti"
L’universo umoristico di Douglas Adams
di Emanuela Cicoira
Immaginate un uomo di trent’anni, inglese, con un lavoro in radio, “una casetta di nessun conto”, degli amici, una vita senza troppe pretese. Immaginate che si chiami Arthur Dent e che nell’arco di poche ore venga a sapere – nell’ordine:

1) Che la sua casa sta per essere demolita per far posto a una tangenziale progettata dal consiglio comunale;
2) Che il suo migliore amico non è un uomo, bensì un extra-terrestre, ospite da quindici anni sulla terra perchè impegnato nell’aggiornamento di una nota enciclopedia spaziale (la Guida galattica, per l’appunto);
3) Che la Terra sta per essere demolita per far posto a un’autostrada interspaziale progettata da un finora ignoto consiglio galattico.
Vi sarà facile immaginare che non ci crederebbe. Infatti non ci crede, finché tutto non gli accade sotto gli occhi…
     
Oggi Arthur Dent trent’anni li ha davvero. Anzi, trentuno: era il 1979 quando lo scrittore inglese Douglas Nöel Adams, altrimenti noto con lo pseudonimo di DNA, lo ideò per un programma radiofonico e lo rese poi protagonista dell’unica “trilogia in cinque parti” della storia della letteraratura. Guida galattica per gli autostoppisti – questo il titolo italiano del primo e più rappresentativo libro della serie – oltre a essere un piccolo gioiello di fantascienza umoristica, apprezzabile anche da chi non ama il genere, è soprattutto un divertente saggio di quel relativismo cosmico secondo cui “è praticamente ovvio che esistano altre forme di vita”, tanto per dirla col titolo di una canzone in tema.

Il libro narra le avventure di un’assurda armata Brancaleone dello spazio, composta, oltre che dal sopra menzionato supersite del pianeta Terra e dal suo acuto amico Ford Perfect, anche da un alieno con due teste in lite fra di loro, da un’umana emigrata prima della catastrofe, e da un robot soggetto a crisi maniaco-depressive. Mentre la sua bizzarra banda di personaggi scorrazza per l’universo, rischiando più volte una brutta fine, dall’altro capo del suo cannocchiale infragalattico l’irriverente Adams strizza l’occhio alla scienza e alla religione, alla psicanalisi e alla filosofia (indimenticabile la satira sui filosofi nel capitolo 25). E tra navicelle spaziali, pianeti mitologici e computer parlanti ci guida verso la soluzione al quesito fondamentale, quello a cui da sempre noi esseri umani “ancora convinti che gli orologi digitali siano un’ottima invenzione” cerchiamo di dare una risposta: la risposta alla domanda “sulla vita, l’universo e tutto quanto”.
      
C’è un’altra domanda che i lettori di Adams potrebbero porsi dopo aver appreso la risposta (perchè nel libro viene data, ad è molto breve, ma non la cito per non guastare la sorpresa), e cioè se Adams fosse stato completamente folle o solo in parte. Basta però notare come l’idea base della guida sia in realtà il prototipo concettuale della stessa Wikipedia per convincersi che era solo un genio.

I libri della “trilogia in cinque parti” di Douglas N. Adams:
Guida galattica per gli autostoppisti (1979)
Ristorante al termine dell’universo (1980)
La vita, l’universo e tutto quanto (1982)
Addio, e grazie per tutto il pesce (1984)
Praticamente innocuo (1992)
Nel 2005 da Guida galattica è stata tratta un’omonima space comedy (regia di Garth Jennings), pubblicizzata pochissimo in Italia.


TITOLO: Guida galattica per gli autostoppisti
TITOLO ORIGINALE: The Hitchhiker's Guide to the Galaxy
AUTORE: Douglas Adams
TRADUZIONE: L. Serra
CASA EDITRICE: Mondadori 
ANNO: 2010
PRIMA EDIZIONE: 1979
PAGG: 212
PREZZO: € 9

15/8/2010
  
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