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Cronaca
Tra desideri e danze africane
L’epilogo del primo turno dell’Accampamento della pace al teatro Sannazzaro
Assicurare la pace nel mondo, ridurre l’inquinamento, sconfiggere la fame nei paesi più poveri, debellare l’AIDS, estendere a tutti i popoli l’invito per partecipare all’Accampamento della pace: sono queste le speranze espresse dai cento giovani provenienti da dieci paesi di tutto il mondo, che ieri sera hanno concluso il primo turno della kermesse al teatro Sannazaro, dove erano presenti anche le II e III classi della scuola media statale “Carlo Levi” di Scampia.

I ragazzi e le ragazze dell’Accampamento dopo aver trascritto su dei foglietti i loro desideri con la speranza che si avverino per il 2013, data in cui inizierà il Forum delle Culture, li hanno riposti nella scatola dei desideri, dipinta con i colori della pace. A condividere il clima di speranza l’Assessore Nicola Oddati, che ha voluto esprimere il suo desiderio dicendo che “le buone azioni che facciamo sono il prezzo da pagare per stare al mondo” . Dal palco del Sannazaro, e in presenza di Ramon e del noto cantante napoletano Enzo Avitabile, voce che parteciperà al concerto di venerdì 17 all’Arena Flegrea, Oddati ha poi citato la poesia più breve al mondo: “Io Noi”, scritta dall’ ex pugile statunitense Muhammad Ali. Una lirica semplice che racchiude in sé il valore dell’integrazione e del confronto tra sé e l’altro, temi fondanti dell’Accampamento.

“Il mio desiderio è quello di rivivere l’esperienza dell’Accampamento” questa la speranza di una bambina Rom del campo di Secondigliano, testimone dell’entusiasmo con cui i ragazzi e le ragazze hanno partecipato alla manifestazione.

In chiusura, lo spettacolo dell’African children’s choir venticinque bambini di età compresa tra i 7 e gli 11 anni di origine africana, che si sono esibiti in un mix di canzoni e balli tipici di alcune regioni dell’Africa accompagnati dal ritmo dei tamburi. Notevole il coinvolgimento dei ragazzi e delle ragazze della platea che non solo hanno accompagnato il vivace ritmo musicale con il battito delle mani, ma hanno tentato anche di imitare dei passi di danza africana.

Un epilogo dunque all’insegna dell’integrazione: capire le diversità culturali apprezzandone gli aspetti più caratteristici. E’ questo l’insegnamento che i cento giovani di ritorno nei loro paesi porteranno con sé.

15/10/2008
  
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