Viaggio nella spazzatura campana
Una rivoluzione culturale - 12
di Achille della Ragione
Sia gli imprenditori che i lavoratori debbono rendersi conto che viviamo senza accorgercene una terza rivoluzione industriale e soltanto un uso più razionale delle materie prime e dell’energia consentirà la sopravvivenza degli affari e del lavoro.

Gli standard di qualità delle merci, in una società sostenibile, debbono essere basati sui principi di maggiore durata, più lunga vita utile ed ampia possibilità di riutilizzo e di riciclo. Purtroppo l’accettazione di norme di qualità cozza contro il perverso andamento della civiltà dei consumi, vincolata al credo della produzione di merci sempre meno durature, al successo di mode effimere di oggetti usa e getta e di un mercato che spinge verso una continua produzione senza alcuna preoccupazione per il futuro.

Bisogna agire in fretta e con la massima decisione, un ritardo di cinque anni  ci costringerebbe a fare i conti con una massa di rifiuti (cemento, ferro, plastica, imballaggi, carta, scarti alimentari e conciari, ecc.) aumentata di un altro mezzo miliardo di tonnellate, una valanga in grado di travolgerci e se i governi del mondo continueranno ad ignorare la gravità del problema, sarà necessario far nascere e crescere un movimento di liberazione dai rifiuti.

Epilogo

Napoli crocevia dei rifiuti

In questi ultimi anni Napoli, antica e gloriosa capitale, è diventata triste metafora del declino del Paese, assurgendo a crocevia kafkiano dei rifiuti: innocua spazzatura locale che viene mandata in giro per l’Italia e per l’Europa, accolta con supponenza dal nord ricco ed industrializzato, respinta dal Veneto leghista e gradita ai tedeschi, che si trovano gli inceneritori sotto utilizzati e prossimi alla dismissione, mentre per anni decine di migliaia di rifiuti tossici pericolosissimi sono giunti in Campania provenienti da Milano, dalla Lombardia, dal Veneto, dall’Emilia e da tutte le zone dove sono concentrate le fabbriche metallurgiche, le centrali termoelettriche, le concerie e gli stessi inceneritori, obbligati a liberarsi delle temibili ceneri residue, pari ad un terzo del materiale sottoposto a combustione.

La Campania, ieri felix oggi infelix, non riesce a smaltire la sua spazzatura di serie B, che giace per settimane per le strade, ma ne accoglie tanta, ignara, di serie A, proveniente dalle regioni che contano economicamente e politicamente, mentre l’ideologia surroga la competenza, alimentando l’audacia criminale.
Da Napoli parte ed a Napoli arriva.

Parte per l’insipienza di una classe politica inetta e corrotta, che non ha saputo e non ha voluto risolvere il problema.
Arriva per una malavita organizzata che, indisturbata, ha gestito un traffico criminale, in grado in quattro anni di riversare nelle tasche dei clan 44 miliardi di euro ed un milione di tonnellate di rifiuti solo a Santa Maria Capua Vetere, mentre 18.000 tonnellate di sostanze tossiche, provenienti dalla civilissima Brescia, patria del più moderno termovalorizzatore d’Europa, hanno invaso, impestandolo, il casertano.
E mentre questo traffico impazzito continua i cittadini, a scadenze ravvicinate sono obbligati a convivere tra i tanfi ed i fetori della monnezza, accumulata ad ogni angolo ed a fare zapping tra i cumuli in fermentazione ed i ratti increduli di poter partecipare in massa, non invitati,  al ghiotto pasto.

Dobbiamo augurare ai politici, ai quali spetta il compito di scegliere una corretta gestione dello smaltimento della spazzatura, di decidere con saggezza e lungimiranza, tutelando innanzitutto la salute dei cittadini ed inducendo una radicale inversione di tendenza, una vera e propria rivoluzione culturale, nella produzione e nel riciclo dei rifiuti, che invadono sempre più l’ambiente, trasformandosi in una mina vagante per i più ed in una miniera d’oro per pochi.


Letture consigliate

Capone Nicola, Cuccurullo Antonella, Micillo Flora – Allarme rifiuti tossici, Palazzo Marigliano, Napoli 2006

Ciafani Stefano, Buonomo Michele – Dossier rifiuti, il caso Campania – La rivista del Manifesto, N. 54, ottobre 2004

Connett Paul – L’incenerimento dei rifiuti: una soluzione insufficiente per il XXI secolo – Rimini (conferenza) 22 giugno 2006

D’Aloia Alessandro – L’emergenza rifiuti in Campania, i veleni della privatizzazione Falce e martello n. 146, del 12 aprile 2001

Dragoni Adriana – Rifiuti: emergenza continua, in Quaderni radicali N. 80-81, aprile luglio 2003, pag. 211-219

De Renzis Pasquale - La spazzatura: un problema da trasformare in risorsa – Web Magazine, 15 luglio 2004

Iacuelli Alessandro – La discarica della salute – Altre notizie, 1 marzo 2006-10-01

Iacuelli Alessandro – La diossina fa bene? – Altre notizie 11 marzo 2006

Iacuelli Alessandro – Rifiuti tossici in Campania – Altre notizie, 6 luglio  2006

Jacomelli Aldo – Il rifiuto del problema (con ampia bibliografia) – Roma 1996

Gatto Alessandro – Lo smaltimento dei rifiuti in Campania – Napoli 2004

Locatelli Goffredo – L’insostenibile leggerezza di un’emergenza, in Den di Agosto 2006, pag. 22-24

Mazza Alfredo, Kathryn Senior – Il triangolo della morte, da The Lancet oncology,  vol. V, settembre 2004

Nadeau Barbie – La nuova ecomafia italiana trasforma i rifiuti in oro, da Newsweek, 8 novembre 2004

Nebbia Giorgio – Un piano in cinque anni, in La Rivista n. 54, 2004

Platt Brenda – Risorse in fumo, l’approccio rifiuti zero nel Sud del mondo contrapposto al mito dell’incenerimento – New York aprile 2004

Ruotolo Alessandro – Rifiuti d’Italia –Tg3 delle 21 del 12 luglio 2005

Ruzzenenti Marino – L’incenerimento. Una non soluzione, in La Rivista n. 54, 2004

Scuola elementare Giovanni Pascoli di Bibbiena, Livorno – La raccolta differenziata – sul web.

12/11/2006
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