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La favola di Maradona
La sua storia a puntate – 117
di Mimmo Carratelli
Un settembre furioso, Diego, nel 1996. I giornali ci bersagliano di brutte notizie. Dalla Spagna all’Inghilterra, dovunque vai, solo disastri. Soffriamo. I dieci tranquilli giorni svizzeri di La Neuveville sono un ricordo. Le cronache crudeli da Alicante e da Londra ci fanno capire una cosa sola: non stai bene, Diego, la lotta contro la droga è dura e stai attraversando uno dei momenti peggiori.

Passi da un medico all’altro ed è per questo che sei ad Alicante, in Spagna, dal dottore Jos Jacobo Zubcoff, uno psichiatra specializzato nella cura delle tossicodipendenze. Sono pellegrinaggi dolorosi, pibe, questi tuoi viaggi. In compagnia di Coppola, sempre. Ma sono anche viaggi in cui ne combini di tutti i colori. Non sei tu, Diego, non puoi essere tu. E’ la droga che ti sta mangiando il cervello. Stiamo perdendo il caro ragazzo di via Scipione Capece. Ti stai perdendo definitivamente, Diego.

Le notti di Alicante sono disordinate e disperate. Fa notizia un tuo furibondo rientro in albergo, ubriaco, all’alba. Nei night e nell’alcool cerchi una fuga dal tuo dramma. Resti intrappolato nell’ascensore dell’albergo, urli, batti i pugni. I pompieri ti liberano dalla trappola e tu, infuriato, corri nella hall. Un uragano. Sfasci cinque sedie, un tavolino, una porta, sbricioli un posacenere di marmo lanciandolo a terra, picchi sulle porte dell’ascensore maledetto. Fai danni per due milioni di lire. Paghi e ti risparmi una denuncia. La notte violenta è descritta nei minimi particolari sui giornali spagnoli.

Come se nulla fosse, dici ai giornalisti che scenderai in campo a Buenos Aires per la partita tra il Boca Juniors e il River Plate. Due giorni prima avevi detto che non avresti più indossato la maglia del Boca. I tuoi stati d’animo mutano di giorno in giorno, di ora in ora. Stai male, ma per i giornali sei sempre e solo un mostro da sbattere in prima pagina.

Sul tuo soggiorno a Londra ci sguazza il “News of the World”, un tabloid scandalistico. Gianluca Vialli ti invita ad assistere ad una partita del Chelsea, ma non ti fanno entrare in tribuna d’onore perché non sei in giacca e cravatta. Il tabloid spara sulla tua notte brava al “Dorchester”, uno dei più lussuosi alberghi londinesi con vista su Hyde Park dove hai preso alloggio.

E’ la notte in cui torni in albergo con venti prostitute che ti ha procurato uno dei tuoi “gorilla”. Ne hai voluto venti per sceglierne una e la “selezione” si trasforma in un pandemonio nella tua stanza d’albergo e lungo il corridoio. Le donne escluse si picchiano. Lisa, la ragazza brasiliana di 23 anni che hai scelto e resta con te, rivela spudoratamente ai giornali la notte d’amore “col campione argentino”.

A fine mese, rientri a Buenos Aires. Le cattive notizie continuano. Il giudice Carlos Branca ha aperto un’inchiesta sulle irregolarità dell’antidoping in Argentina. Vuole accertare se è vero che hai pagato 180mila dollari al centrocampista Martin Vargas per scambiare con lui le provette dell’urina nei controlli dell’11 agosto. In quella occasione Vargas risultò positivo e tu negativo. Il giornale “Noticias” divulga clamorosamente la vicenda. E il quotidiano “Pagina 12” parla di “sospetto infinito” sostenendo che l’indagine del giudice Branca punta dritto a Guillermo Coppola che manipolerebbe i controlli antidoping.

Come se non bastasse tutto questo, si parla ancora della sparatoria del 1994 quando prendesti di mira alcuni giornalisti con un fucile ad aria compressa. Il giudice Cesar Lagos respinge la proposta di patteggiamento dei tuoi legali. I giornalisti feriti non vogliono essere risarciti, vogliono andare “fino in fondo”.

Una bufera. “Con Coppola abbiamo assunto un battaglione di avvocati per scoprire chi c’è dietro a queste iniziative”. E’ la tua dichiarazione durante una improvvisa conferenza stampa. Sei assediato, braccato, insultato. Ti vogliono vedere a terra, Diego. “Non giocherò più in Argentina, qui lo sport nazionale è l’invidia”.

Si preparano giorni durissimi. Siamo in pena per te, Diego.

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19/9/2005
  
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