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COMMENTI ALL'ARTICOLO:
Una giornata della memoria per i meridionali
Manifestazione a Torino contro il museo Lombroso
Di ritorno da Torino per la manifestazione contro il museo lombroso esprimo la massima soddisfazione per l’evento; 100 per le strade di Torino a dar voce dopo 150 anni alle verità storiche che si è cercato di spingere nell’oblio.
Solo 100 e pure 100 da tutte le parti del Sud Italia, quali delegazione rappresentante dei tanti altri che sanno e vogliono si sappia; perché solo ripartire dalla verità permette di fare giustizia ed evitare continui ed ulteriori abusi morali ed economici.
Ai “briganti”, detenuti post mortem in uno pseudo museo, ancora infamati da teorie formulate da un imbecille reietto dal mondo scientifico, a loro sono dovuti gli onori ed il rispetto che meritano coloro che lottarono per difende la propria PATRIA.
La difesero da un occupatore che, 150 anni fa’, ci invase senza neanche dichiararci guerra, proclamando un’unità che a suon di rappresaglie, torture e stupri significo colonialismo e depredazione.
Ci vollero 80 anni dalla cosiddetta Unità d’Italia perché la Campania venisse convertita da regione più ricca d’Italia a ultima per reddito procapite; 80 anni di salasso per completare lo stupro del Sud, di quella parte del paese che prima dell’Unità d’Italia, di cui comprendeva un terzo della popolazione totale, possedeva più del doppio delle ricchezze di tutti gli altri Stati messi insieme.
Negare non serve, non è possibile neanche dopo 150 anni di lobotomia.
È dalla verità che si deve ripartire per rifondare l’Italia, nata dall’infamia, dal ladrocinio, dallo sterminio, dal tentativo di cancellare l’identità e l’onore altrui e che oggi non potrebbe essere diversa da ciò che è, dati i suoi natali.
Le gente del Sud deve però imparare ad esserci, a partecipare fisicamente.
Queste manifestazioni hanno un significato immenso ed è importante rendere visibile (anche nei numeri) le nostre idee e le nostre ragioni; altrimenti continueremo ad essere calpestati.
2010-05-09 16:29:30 - Raffaella Raniello

Giù le mani da Lombroso
Mi chiamo Dario David ho 30 anni sono laureato in Scienze Naturali, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, e specializzato in antropologia fisica.
Ho pubblicato nel 2007 con la casa editrice Magi un saggio divulgativo sull’antropologia criminale di Lombroso, dal titolo: La vera storia del cranio di Pulcinella: le ragioni di Lombroso e le verità della fisiognomica. (ilcraniodipulcinella.it)
Vi scrivo a proposito della manifestazione organizzata tramite Face book contro la riapertura del museo criminologico Cesare Lombroso volendo far presente che un personaggio del genere è enormemente complesso da definire… specialmente se utilizziamo un unico filtro.
È necessario contestualizzare l’opera di Cesare Lombroso in un periodo storico in cui Dio era bianco e le donne, i neri ed i sud asiatici erano creature di intelligenza inferiore.
Come ogni disciplina, anche l’antropologia procede per tentativi ed errori, ma se da un lato la teoria atavica del medico torinese ci appare oggi come una sorta di grossolano tentativo di approvazione naturale dei nostri pregiudizi, dall’altro dobbiamo tenere conto di quanto le sue ricerche siano state un monumento (non riuscito) alle buone intenzioni.
Infatti il pensiero Lombrosiano progettava per le scienze penitenziarie una funzione rieducativa, cosa del tutto innovativa per quei tempi.
Oggi sappiamo che il DNA umano non contempla il codice penale italiano, nè di nessuna altra nazione, e siamo ben lungi dal poter credere alla possibilità di una predeterminazione criminale.
Ad ogni modo non tutto dei suoi studi è da buttare, e questa affermazione non deve assolutamente generare scalpore.
Probabilmente il Lombroso osservando la somiglianza tra i volti dei carcerati nel sud Italia, pensò che determinate caratteristiche somatiche dovevano essere proprie del ceto delinquente, se non addirittura esserne la causa.
Ma la realtà è ben diversa…
Se proviamo a tracciare una mappa somatica di una regione/città/paese è ovvio che la somiglianza tra gli individui sarà proporzionale all’isolamento geografico e sociale di quel dato luogo.
Se poi quel luogo vive una situazione di disagio e degrado è ovvio che le percentuali di individui dediti alla malavita (e possessori quindi di tratti somatici simili tra loro) sarà maggiore.
In questo consiste, semplicemente, il mistero degli studi lombrosiani.
Di qui a cercare una guerra contro l’esperienza storica di questo personaggio mi sembra certamente esagerato.
Temere che un museo incentrato su un ramo estinto della scienza possa fomentare pregiudizi raziali è come temere un suicidio di massa causato da una trasmissione televisiva che parli della fine del mondo o di una invasione aliena.
Similmente non avrebbe senso vietare le visite al ex campo di concentramento di Auschwitz, alla prigione di Alcatraz o a qualsiasi altra sede di ingiustizie.
Molto spesso la conoscenza si basa proprio sugli errori e gli orrori del passato, ma trovo comunque assurdo proporre l’ennesima censura per incarcerare i nostri dubbi e le nostre paure.
Probabilmente il museo lombrosiano è impostato come "museo dei reperti" piuttosto che come percorso tematico antirazzista, ma sarebbe comunque bello non veder costruire l'ennesima chiesa cristiana sopra un tempio pagano.
I resti dei "briganti", così come le mummie egizie o i corpi "pietrificati" del museo di San Severo a Napoli rappresentano fisicametne un periodo storico, assieme alle sue credenze e le sue superstizioni.
Di certo essi non possono fomentare sentimenti razzisti, i quali come ci hanno insegnato la storia e la scienza, non sono null'altro che: hobby per persone culturalmente svantaggiate.
I miei più cordiali saluti
Dario David
2010-02-08 12:49:20 - Dario David

La vergogna dell'Italia unita
Che vergogna!
Avere in Italia un museo che espone gli scalpi dei meridionali e per giunta da essi si studiava l'eventuale gene criminale che risiede in noi.
In noi meridionali, napoletani che per bontà d'animo dovremmo essere celebrati in tutto il mondo.
Vergogna a tutti coloro che lo tengono aperto e hanno fatto di quel "criminale" un personaggio storico!
I nordici, bleh! che tanto si indignano per il nazismo e le sue menti criminali, ma fateci il piacere!
Hitler si sarà ispirato ai Savoia, la vergogna dell'Italia!
Grazie ai quali abbiamo perso la guerra e consegnato l'Italia nelle mani di Mussolini.
Che bella gente, non c'è che dire, ma sì, dividiamola questa nazione e restituiamo a Napoli e al meridione la dignità!
2010-01-29 01:20:32 - Giovanna Allegra

Le 2 Sicilie ?
Mbeh! quand'è che cominciate a fare l'Italia ?
Lo chiedo a voi dei media, non siete voi coloro che sono sempre dalla parte dei forti?
Dalla parte di coloro che decidono sul popolino, voi gli fate pubblicitá, li elogiate, finché ricevete quello che fá a voi comodo.
Come voi stessi scrivete a decidere sono sempre i vincitori.
Qui mi chiedo cosa vi porta a supportare il Pdl o meglio Berlusconi? Quello che fu nel lontano 1800, è passato, e uno di quei Savoia andrá quest'anno a Sanremo, e come al solito verrá osannato, e pagato profumatamente grazie pure al canone da me pagato.
2010-01-28 17:05:58 - 

Non capisco il nesso tra Berlusconi, le due Sicilie ed i Savoia...
Forse il Lettore vorrà spiegarsi meglio...
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