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Le voci dei quartieri
L’ambizioso progetto della Fattoria dei bambini nel Parco di Scampia – 50
La regola capovolta: gestire l'emergenza invece di programmare la normalità
A Scampia occorre programmare la normalità e non gestire l’emergenza.
Anche per gli adolescenti dell’obbligo.
Quante volte li ho sentiti dire “andare a Napoli” come organizzarsi per compiere una piccola spedizione, quante volte mi hanno detto che non erano usciti mai dal rione ed era raro anche arrivare al Bosco di Capodimonte, ho capito in modo chiaro e preciso che abitavano in un ghetto.
Da esso hanno bisogno di evadere per conoscere il mondo, per incontrare coetanei e gente diversa dalla solita gente, protagonista spesso di drammi e vicende che li fanno incontrare – da subito - con un mondo chiuso, allucinato.
Il male di vivere ed il mare di bisogni, miserie malattie e devianze.
Questi piccoli hanno bisogno di osservare, non di essere osservati.
Come sarebbe ridicolo e sbagliato portare dall’esterno adolescenti a vedere, guardare quelli di Scampia.
La scolarizzazione dei ragazzi di Scampia è difficile, la frequenza è saltuaria, lo studio episodico.
Invece alle attività libere, uscire anche a piedi, anche dandosi appuntamento in un luogo, partecipano tutti con entusiasmo.
E, dopo le prime volte, cominci a trovarli diversi, cominciano a chiedere, a porre domande ed a raccontare spontaneamente se stessi, la propria famiglia, la propria vita.
È il punto dal quale può nascere l’opera educativa, l’aprirsi ad un mondo diverso, nel quale il ragazzo può maturare orientamenti, porsi problemi, addirittura progettare azioni verso piccoli traguardi.
Gent.mo Sindaco, Gent.mo Assessore Provinciale, dalla scuola siamo passati tutti.
Anche Voi. Vi ricordate?
Apriamo questa città ai ragazzi di Scampia.
Variamo, ora che l’anno scolastico volge al termine e cominciano l’estate e le vacanze, un programma immediato, solo per gli alunni dell’obbligo.
Portiamoli ai Decumani, al Porto, a Mergellina, al centro di Napoli, ai Campi Flegrei, a Baia, a Bacoli, a Miliscola, al Maschio Angioino ecc…
Spieghiamo ad essi loro ed i loro progenitori chi sono.
Diamogli il senso delle radici.
Quegli occhi sgranati, spalancati ed innocenti, berranno le cose nuove e matureranno una ribellione alla costrizione ed una passione per la libertà, per l’aria libera.
Ed allora noi li accoglieremo. Voi li premierete.
Corrisponderete alle loro speranze.
Come?
Dandogli i mezzi per soddisfare il diritto costituzionale all’apprendere.
Vogliate credermi, la camorra non li possiederà, perché la malavita ha bisogno di luoghi oscuri e di giovani senza speranza.
Vincenzo Cicala – Dirigente Scolastico in pensione

Ecco una bella lettera di un Lettore attento e propositivo che cercheremo di far pervenire ai nostri amministratori.
Le semplici iniziative che il Prof. Cicala propone costano certamente molto meno del comizio che la Triplice ha organizzato il 1° maggio a Scampìa e renderebbe, dal punto di vista sociale, certamente molto di più.

S.C.
2005-05-06 23:35:00 - vincenzo cicala

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