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Le voci dei quartieri
Fuorigrotta spiegata da un suo "allievo" - 15
di Monica Maisto
Rocco Papa, vicesindaco di Napoli, ci ha parlato di Fuorigrotta, un quartiere che conosce bene, avendolo frequentato dal ’67 per seguire i corsi universitari di ingegneria e poi essendo diventato direttore del Dipartimento di pianificazione e scienze del territorio dello stesso ateneo.

“Fuorigrotta è un quartiere abbastanza nuovo, realizzato negli anni del fascismo. Prima era una zona difficile, un po’ emarginata dalla città. Dopo la costruzione della Mostra d’Oltremare, sono cominciati lo sviluppo e la realizzazione del reticolo stradale che ha collegato il quartiere al resto della città e, dall’altra parte, a Pozzuoli. Tra i punti di forza il collegamento con il centro della città tramite Cumana e Ferrovie dello Stato.”

A proposito di collegamenti che tempi ha la Linea metropolitana rapida L6?

“Fra circa un anno dovrebbe terminare il primo tratto da Mergellina a Largo Veniero. Nel 2006 l’opera dovrebbe essere completata con la tratta Piazzale Tecchio – Piazza 4 Giornate. Quest’opera è partita per favorire un maggiore sviluppo di Fuorigrotta, ma secondo me è un doppione di altre linee su ferro”.

A proposito di sviluppo, che ne pensa del progetto di far diventare Edelandia, il cinodromo e lo zoo un’unica area per il divertimento e il tempo libero?

La risposta è decisa e ferma: “Tutto deve passare dal Comune. Dispiace il fatto che l’area della Mostra non si è mai sviluppata adeguatamente alle sue potenzialità.”

Prosegue: “E’ evidente la centralità del quartiere che è la premessa per il suo sviluppo. Fuorigrotta è diventata una zona dove si sono create miriadi di attività collegate all’Università di ingegneria e al Cnr con studi professionali di alto livello. E’ questo un aspetto molto positivo. Ma non dobbiamo fermarci mai e non dobbiamo dimenticare che ci troviamo di fronte ad una zona di socialità complessa abitata da ceti molto diversi e con esigenze multiple. Si sente quindi la necessità di riqualificare il territorio. Insieme a Bagnoli vogliamo creare un polo per il tempo libero, una sorta di Città dei giovani. In questo discorso è fondamentale la funzione dello stadio “San Paolo” che deve svilupparsi per essere al servizio del quartiere. Sono convinto che c‘è bisogno di spazio per praticare lo sport e non solo per assistervi”.

E se lo Stadio “San Paolo” passasse alla gestione privata potrebbe diventare un centro di attrazione con ristorante, albergo e altri servizi?

“Lo stadio, di proprietà comunale, può essere gestito anche da altri, ma è chiaro che la sua funzione deve rimanere di impianto sportivo. E’ fondamentale creare la possibilità per i giovani, non solo del quartiere ma dell’intera città, di praticare sport.”

Il prof. Papa insegna Tecnica urbanistica e quindi è a stretto contatto con le nuove generazioni.

“I giovani di oggi li vedo sbandati, molto incerti sulle prospettive del futuro. Ricordo quando nel ’67 cominciai a frequentare l’Università. La mia generazione aveva grandi certezze. Anche la contestazione che abbiamo vissuto nel ’68 è stata segno di certezze. Noi eravamo orientati verso un futuro di cui conoscevamo i contorni: la famiglia, il lavoro, la casa.”

Che cosa è cambiato?

“Oggi mancano proprio i punti fermi. C’è confusione dei ruoli e stiamo parlando di giovani che, studiando ingegneria, sono più fortunati avendo una formazione con una forte specificità. Ma fanno tanti sacrifici per conoscere, per imparare e, dopo tanti sacrifici per studiare, il futuro è nero.”

(15 – continua)
Prossima puntata: Gli impianti sportivi a Fuorigrotta

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Bagnoli, il futuro
Fuorigrotta
13/8/2004
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