Contatta napoli.com con skype

Calcio
1982: tre volte campioni del mondo
La storia dei Mondiali di calcio – 27
di Mimmo Carratelli
Nella sfida finale fra Italia e Germania a Madrid per l’assegnazione del titolo mondiale vibrò il ricordo del leggendario scontro di Città di Messico. Dall’Italia giunse il presidente Pertini che prese posto nella tribuna d’onore tra il re Juan Carlos e il cancelliere di Bonn Helmut Kohl.

I tedeschi erano piuttosto malconci dopo i 120 minuti, la rimonta e i calci di rigore contro la Francia che fecero scrivere a un giornale parigino: “Dio non è esistito, altrimenti non avrebbe mandato i santi di Francia all’inferno”.

L’Italia dovette rinunciare ad Antognoni, pestato in semifinale dai polacchi. Giocò Oriali mezz’ala. Con la coppia di terzini Bergomi-Cabrini, Gentile venne spostato in mediana. Graziani andò in campo dolorante (altre carezze polacche), resistette sette minuti e lasciò il posto ad Altobelli.

Bearzot catechizzò così gli azzurri: “Ricordatevi che la velocità è più importante della potenza. E noi siamo più veloci dei tedeschi. Può darsi che loro vi riempiano di lividi, ma prima devono prendervi”. I giocatori annuirono. Ormai si sentivano un gruppo invincibile.

Primo tempo di sofferenza. Ma Conti, l’irresistibile, sbucò nell’area tedesca e Briegel lo atterrò. Rigore dopo 25 minuti. Tutti si aspettavano che lo battesse Rossi, invece fu Cabrini che piazzò la palla sul dischetto. Tiro di sinistro: fuori, alla sinistra del portiere Schumacher. Calciando, Cabrini colpì il terreno sollevando una nuvoletta di polvere. Il primo tempo finì 0-0. Il titolo era ancora tutto da conquistare.

Nell’intervallo, tutta la squadra si strinse attorno a Cabrini nello spogliatoio per consolarlo e incoraggiarlo. Bearzot dovette farsi largo coi gomiti per fare una carezza al terzino stretto dai compagni. Gli disse: “Non preoccuparti perché i rigori si sono sempre sbagliati da che esiste il calcio”. A Cabrini scapparono le lacrime.

C’erano altri problemi. Gentile, piazzato sulla vivacissima ala destra Littbarski, faceva fatica a respirare per una gomitata ricevuta allo sterno. Bergomi, che marcava Rummenigge per fortuna acciaccato, non riusciva a poggiare bene un piede per una tallonite. Gli fecero una infiltrazione di novocaina. I due azzurri tornarono regolarmente in campo.

Nel secondo tempo fu un’altra Italia, meno guardinga, meno sofferente, in possesso costante del pallone. Arrivò puntuale il gol di Rossi (56’). Raddoppiò Tardelli (69’) e corse urlando per tutto il campo, immagine indimenticabile di quella partita.

I tedeschi erano cotti. Entrò il poderoso centravanti Hrubesh che liti di spogliatoio avevano escluso dalla formazione. Ma l’Italia ormai volava. Terzo gol di Altobelli all’80’. Era fatta. A sette minuti dalla fine segnò Breitner, ma fu solo il gol della bandiera. Ai tedeschi mancarono le forze per la rimonta. Per gli azzurri un 3-1 trionfale.

In panchina, l’orologio di Bearzot s’era fermato e il commissario tecnico non s’accorse che, quando fece entrare Causio al posto di Altobelli per fare partecipare il “barone” alla festa, mancavano solo trenta secondi alla fine.

Nella splendida sera madrilena dell’11 luglio 1982, il telecronista Nando Martellini sopraffatto dall’emozione riuscì a gridare tre volte nel microfono: “Campioni del mondo”.

Sul “Time”, il giorno dopo, il titolo fu: “Improvvisamente, tutto il mondo è azzurro”. Domenico Modugno, che era a Montecarlo, cantò urlando: “Italia mia, nessuna squadra è più forte di te”.

Fu il terzo titolo mondiale per la squadra azzurra dopo quelli del 1934 e 1938.

In finale, questa fu la formazione: Zoff; Bergomi, Cabrini; Gentile, Collovati, Scirea; Conti, Tardelli, Rossi, Oriali, Graziani (Altobelli dal 7’, Causio dall’89’).

Il cannoniere del torneo fu Paolo Rossi con 6 reti.

Pablito confidò: “Bearzot è stato il più bravo. Io stesso mi sarei tolto di squadra per come rendevo. Ma lui ha insistito, ha avuto fiducia, ha aspettato che mi sbloccassi”.

La nazionale fece ritorno in Italia con Pertini. Sull’aereo, il presidente volle giocare a carte. Scelse come compagno Zoff contro Bearzot e Causio. Nessuno ha mai saputo come finì quella partita.
22/4/2006
  
RICERCA ARTICOLI