Le voci dei quartieri
L’incredibile immondezzaio
del porticciolo di Santa Lucia - 9
di Monica Maisto
Pippo Dalla Vecchia
Gli amici sportivi del mare lo chiamano “il commodoro”. E’ Pippo Dalla Vecchia, canottiere e velista ai suoi tempi, da 14 anni presidente del Reale Yacht Club Canottieri Savoia che ha la sua splendida sede al Borgo Marinari, un luogo di bellezza e di poesia, di memorie, di intense attività sportive e turistiche che dovrebbe essere superprotetto dal caos e dal degrado urbano. Un’isola felice della città che fa infelice il “commodoro” perché la battaglia quotidiana è dura, perché l’isola non è felice come si potrebbe pensare. Il porticciolo di Santa Lucia, sotto la suggestione delle barche alla fonda, muore.
Il “commodoro” tuona, Pippo Dalla Vecchia spara bordate da antico galeone spagnolo. Afferma: “Napoli è senza speranza. Lo dico con grande lucidità. Per un libero cittadino come me, che non appartiene a nessun carro politico, è difficile ottenere dei risultati”. E, per risultati, si riferisce agli sconfortanti esiti della sua battaglia giornaliera per la salvaguardia del porticciolo.
“Volete sapere come vanno le cose in questa città? – dice Dalla Vecchia. - Fino a due anni fa il Circolo Savoia, insieme all’Associazione Subacquea Sant’Erasmo, si impegnava per tre volte l’anno a pulire i fondali del porticciolo di Santa Lucia. Non si può immaginare che cosa trovavamo: moto, copertoni di macchine ed altro.
Poi l’assessore Casimiro Monti ed il Comune dissero di volere organizzare un intervento, ma era solo per prendersi meriti che non erano assolutamente loro. A quel punto mi sono defilato. E volete sapere come è andata a finire? Da due anni non si fa più nulla e il degrado del fondale aumenta. Prevedo che, al massimo tra dieci anni, potremo camminare sui rifiuti del porto di Santa Lucia. Questa è Napoli”.

Ecco l’oasi che non c’è, l’oasi che Dalla Vecchia voleva proteggere, tenere pulita, valorizzare e offrirla linda ed efficiente ai napoletani e ai turisti. A partire dalle scale che, scendendo da via Partenope, portano all’ingresso del Circolo Savoia. Dalla Vecchia denuncia: “Non ho mai visto un netturbino pulire queste scale Provvediamo a tutto noi. Dalla pulizia alle piante sulle scale, che spesso rubano o danneggiano. Anche l’illuminazione è a spese del Circolo. Ho fatto mettere un faro proprio all’ingresso perché questa zona di sera è pericolosa”.
La protesta di Dalla Vecchia, legittima e appassionata, non s’arresta.“Per non parlare dell’invasione degli scugnizzi che subiamo appena il tempo è bello. In una città come la nostra, da marzo ad ottobre combatto contro centinaia di abitanti del Pallonetto che vengono a tuffarsi in questa zona dove la balneabilità è vietata. Li chiamo “people boat”, il popolo delle barche. Noleggiano o sono già proprietari di gozzi e barche, si ormeggiano qui vicino e buttano a mare di tutto. Si accampano sulle scale e lasciano per terra i rifiuti. L’aspetto preoccupante è il comportamento degradante di questi napoletani che sono diventati violenti, scostumati, sfrontati e volgari. Prima si trattava per lo più di ragazzini di 14, 15 anni, ora mi trovo a dover subire le minacce di piccoli 4, 5 anni. E’ pazzesco.
La situazione peggiora sempre di più. Naturalmente, questo disagio lo vivo da solo, abbandonato dal Comune e dalla Circoscrizione”.
S’infiamma di sdegno il “commodoro”. Le sue denunce sono chiare, circostanziate, inoppugnabili. “Da quattordici anni c’è un pazzo, che sarei io, che cerca di difendere a denti stretti questa oasi, questa che dovrebbe essere una oasi di bellezza. Sostituisco spesso le piante danneggiate o rubate. Non voglio essere ringraziato, ma la realtà è questa”.
C’è un rimedio? Dice Dalla Vecchia: “Sì, se ognuno di noi facesse qualcosa. Se ognuno ci mettesse un po’ di buona volontà, le cose andrebbero meglio. Non succede. Perciò ribadisco il concetto: Napoli è una città senza speranza”.

(9 – continua)
Prossima puntata: Le paure di Chiaia

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Chiaia-San Ferdinando-Posillipo
18/7/2004
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