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Le voci dei quartieri
Un campione chiede aiuto a Miano - 7
di Monica Maisto
Sentiamo la voce del più popolare abitante di Miano, il campione olimpico di judo Pino Maddaloni che a Miano è nato il 10 luglio 1976.
Lo sport, i successi, la medaglia d’oro olimpica del 2000 a Sidney, le trasferte per le gare, la nazionale di judo non gli hanno fatto perdere i contatti col suo rione, al quale è attaccatissimo.

“Qui – dice – vivo almeno duecento giorni all’anno. Non manco mai nei fine settimana, nelle feste, a Natale e a Pasqua. La soddisfazione più bella per la mia vittoria olimpica è che mi fermano e mi riconoscono per strada. Ho una grande fortuna. Faccio parte di una famiglia tradizionale con solidi affetti e valori precisi”.

Soffre per le condizioni di abbandono del quartiere.

“Miano è facile associarlo alla deliquenza perché gli episodi negativi sono all’ordine del giorno. I giovani di oggi hanno degli esempi sbagliati da seguire. Da tempo ho chiesto uno spazio dove i ragazzi della zona possano fare sport. Dopo il mio successo alle Olimpiadi, mi hanno fatto tante promesse per la realizzazione di un Palazzetto dello sport. Tutto è caduto nel dimenticatoio. In tutte le interviste che mi fanno io mando alle istituzioni le stesse richieste, le mie segnalazioni. Non chiedo uno spazio solo per lo judo ma una struttura, come quella di Ponticelli, dove i giovani possono praticare uno sport”.

In un quartiere senza attrezzature è incredibile come possa essere sbocciato un campione come Maddaloni. Sicuramente l’hanno sostenuto la passione, la capacità di sacrificarsi, l’aiuto e la collaborazione della famiglia in cui sono tutti appassionati di judo e il padre aveva una specie di palestra.

“Quando ero piccolo, io e i miei compagni giocavamo a pallone sui marciapiedi e spesso venivamo presi a secchiate perché davamo fastidio. Anziché lasciare i ragazzi per la strada, ci vorrebbe un punto di un punto di aggregazione. Le scuole di Miano non hanno la palestra. Mi chiedo perché dobbiamo scontare il fatto di vivere in periferia”.

Gli diciamo che una palestra è stata costruita a Scampia.

“I politici pensano che con la palestra a Scampia mi abbiano accontentato. Ma come fa una sola palestra in quella zona così degradata e così vasta a risolvere qualcosa? Io mi sento una persona fortunata per quello che ho potuto fare, ma non tutti sono fortunati. Bisognerebbe incanalare la vivacità e le energie degli scugnizzi per evitare che prendano brutte strade”.

- Com’è Miano, oggi?

“Purtroppo siamo fuori da qualsiasi sviluppo. Solo quest’anno, le fermate degli autobus hanno la pensilina. La Metropolitana non ci sfiora nemmeno. Qui nessun imprenditore vuole investire”.

- Il problema della sicurezza è il più sentito.

“Mancano le forze dell’ordine. Manca il Commissariato di Polizia che sta a Secondigliano”.

- Hai un sogno?

“Quello che vorrei non lo chiedo per me, ma perché sono un appassionato dello sport. A Miano ci vorrebbe almeno un campo di calcio e un’area giochi per i bambini. Aspetto un segnale che ci dimostri che non siamo dimenticati da tutti”.

(7 – continua)
Prossima puntata: Chiaia-San Ferdinando-Posillipo.

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Miano
8/7/2004
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