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Le voci dei quartieri
Parte da Piazza Dante la nostra inchiesta nei 21 quartieri di Napoli - 2
di Monica Maisto
Piazza Dante
Una grande circoscrizione, non la più vasta fra i 21 quartieri cittadini, ma affollata e compressa, la terza della città per densità abitativa tra vecchie case, monumenti, nuove unità residenziali, pochi assi di scorrimento e molte vie anguste.
Parte da Avvocata-Montecalvario-San Giuseppe-Porto il mostro viaggio nelle 21 circoscrizioni in cui è diviso il territorio urbano di Napoli. Parte dal cuore di questo quartiere, la piazza-giardino che Carlo III commissionò a Vanvitelli.
Tullio Pironti, per prestigio e antica frequentazione, con la sua storica libreria, è il re di Piazza Dante, una voce attiva del quartiere, un vero e proprio vulcano di idee. Ha visto la piazza da quando ci passavano i tram e i filobus. Ne conosce la storia e i personaggi vecchi e nuovi.
Molte cose non esistono più. Piazza Dante è stata rifatta e ripulita. Forse ha perduto il vecchio “colore”, la sua antica atmosfera, e non ha ancora trovato una sistemazione degna del luogo che si specchia nel semicerchio suggestivo dell’edificio vanvitelliano.
Per la valorizzazione della piazza, Pironti ha inviato numerose lettere alle istituzioni cittadine rimaste senza risposta. Istituzioni mute e piazza vuota.
E’ rimasta abbandonata a se stessa l’iniziativa culturale “Le Stanze dell’Arte” ideata e finanziata da Pironti, inaugurata nel marzo 2002. Lo spazio, messo a disposizione dall’editore, circa 250 mq, era adatto a mostre d’arte e di cultura, ma anche allo svolgimento di seminari, un insieme di “laboratori” di studio.

“E’ stata un’occasione mancata per Napoli – dice Pironti. - Nelle mie intenzioni c’era anche il proposito di fare degli stages invitando artisti stranieri per farli incontrare con i numerosi artisti della nostra città spesso ignorati. Dico ignorati perché difficilmente trovano spazio nelle iniziative delle istituzioni cittadine. Non capisco perché ci dobbiamo rivolgere sempre fuori Napoli per realizzare qualcosa. Spesso vediamo che i risultati di questi interventi esterni sono dei veri e propri orrori”.

- Qual è il motivo di questa esterofilia? Perché gli artisti napoletani sono ignorati?

“E’ sempre più difficile, per noi napoletani, fare cultura in questa città. Non abbiamo nessun incoraggiamento e appoggio dalle istituzioni”.

Nella passata legislatura Pironti è stato presidente della circoscrizione Avvocata-Montecalvario-San Giuseppe-Porto proprio per cercare di incidere politicamente. Ma l’esperienza è stata deludente.

“E’ durata solo qualche mese. Non ho retto molto perché si poteva fare poco e niente. Anzi più niente che poco”.

Pironti va ancora più in là.

“La circoscrizione non ha ragione di essere. Per me sono soldi sprecati che potrebbero essere utilizzati in altro modo. Ho rinunciato ad uno stipendio di circa 4 milioni di lire perché, non avendo nessun potere, era poco dignitoso per me continuare”.

Pironti ha cercato di rompere il muro dell’immobilismo, della scarsa efficienza, del rapporto distante con Palazzo San Giacomo.

“La mia grande soddisfazione è stata quella di far interessare i giornali alle circoscrizioni quando, appena eletto, organizzai un incontro con tutti i presidenti dei parlamentini per parlare dei loro progetti e della linea da seguire. Le circoscrizioni possono solo proporre, ma quell’incontro nella sede circoscrizionale di Piazza Dante ebbe un gran risalto sulla stampa. Speravo che qualcosa si muovesse. Ma tutto è finito lì”.

Dalla delusione Pironti ricava la convinzione che le istituzioni di quartiere non producano granché.

“Secondo me sarebbe meglio eliminare le circoscrizioni. Trovo che sia solo uno sperpero di denaro pubblico e penso che le persone delle circoscrizioni possano essere impiegate in modo più utile alla città”.

- Il traffico e la sicurezza sono, come sempre, i punti bui di Piazza Dante.

“Hanno costruito i marciapiedi sempre più grandi, ma le auto sono ovunque e anche la fermata della Metropolitana non è servita a granché. Della Metropolitana contesto la costruzione dei due ingressi che sono delle strutture troppo moderne e che non c’entrano niente con l’architettura vanvitelliana della piazza”.

- Esiste anche un problema d’ordine pubblico.

“Per la sicurezza ci dovrebbe essere sempre un presidio della polizia, soprattutto di sera.”

Ma quale è il sogno nel cassetto di Pironti per Piazza Dante, il progetto per farne finalmente un punto di aggregazione? Il sogno è una sorta di Stanza dell’Arte all’aperto. Con aria assorta e sognante guarda dalla libreria verso la “sua” Piazza.

“La vedo con ‘bancarelle’ disegnate da architetti rigorosamente napoletani che occupino l’intera piazza. L’esposizione dovrebbe raccogliere stampe antiche, libri antichi e moderni e altro. Questo utilizzo della piazza eliminerebbe il problema della partite di calcio dei ragazzi che fanno di Piazza Dante il loro stadio.
Di sera succede anche questo, il pallone regna sovrano. E una piazza bene attrezzata e custodita eviterebbe ai motorini di scorrazzare sui marciapiedi senza nessun controllo. Ci dovrebbe essere un guardiano notturno per sorvegliare la piazza che diventerebbe vivibile anche la notte.
L’esposizione potrebbe essere anche a livello internazionale.
Potrebbero venire a Napoli antiquari per comprare e vendere oggetti introvabili. Non dimentichiamo che la nostra città ha una lunga tradizione nell’antiquariato. Queste cose le ho esposte nelle mie lettere alle istituzioni. Ma, chissà perché, le mie lettere non hanno avuto mai risposta… “.


(2 – continua.)
Nella prossima puntata, il quartiere Avvocata-Montecalvario-San Giuseppe-Porto

Già pubblicate:
Introduzione
18/6/2004
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