Calcio
La favola di Maradona
La sua storia a puntate – 147
di Mimmo Carratelli
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Ma veramente, Dieguito, aprirai una catena di locali nel mondo, per metà ristorante, per metà museo delle tue gesta, e il primo lo inaugurerai qui, a Napoli, nella zona di Agnano? Così si dice. Un progetto da realizzare entro questo 2002. Ci offrirai una cena, pibe?
Vediamo un po’. Metteresti su una società con una napoletana, Elisa Del Prete, che ha un ristorante a Maiorca. Contatti avviati. Ristoranti in Cina, in Giappone, in Europa, con una insegna già definita: “Il mondo di Maradona”. Gol e spaghetti. Vieni che ti aspettiamo.
Una notizia curiosa ci arriva da Rosario dove due giornalisti argentini, Hernan Amez e Alejandro Veron, hanno addirittura edificato una chiesa che si chiama Iglesia Maradona con 400 adepti e la tua immagine in un saio biancocleste. Commenti dall’Avana, dove ormai soggiorni sempre più a lungo: “A sentire la notizia, m’è venuta la pelle d’oca”. Ne avevamo inventata una migliore a Napoli quando creammo Sangennarmando. Devi convenire.
Non arrivano solo buone notizie. A Buenos Aires, il pubblico ministero Mariano Orfila ti ha convocato perché dovresti versare gli alimenti alla madre di una bambina di cui ti è stata attribuita la paternità. E la Corte suprema sta per pronunciarsi sulla vicenda del 1994 (otto anni fa!) quando mirasti ad alcuni giornalisti con un fucile ad aria compressa.
Sempre sorprese. Sarà mai tranquilla la tua vita, Diego?
Sorpresa per sorpresa, nel 2002 eccoti in Italia. Da Maria De Filippi per la trasmissione “C’è posta per te”. Arrivi il 27 settembre a Fiumicino con Guillermo Coppola.
Ti troviamo a Fiuggi, al Grand Hotel Palazzo della Fonte, ospite di Peppe Incocciati col quale hai giocato a Napoli nella stagione del tuo addio. Incocciati è l’assessore allo sport del Comune di Fiuggi. Ti presenta al sindaco Virgilio Bonanni e ti regala un simpatico soggiorno mettendoti a disposizione i campi da golf che è l’ultima tua passione.
Viaggio rapido a Cinecittà per registrare la trasmissione di Maria De Filippi e il finto postino Maurizio Zamboni annuncia che hai accettato di intervenire nel programma irradiato su un maxischermo nella Galleria Umberto a Napoli. Ci sono 500 persone che vogliono vederti.
Indossi una camicia nera, sei grasso, hai due orologi ai polsi e spieghi: ”Hanno i nomi di Dalma e Gianinna che sono la luce dei miei occhi”.
Quattro ragazzi napoletani hanno chiesto di incontrarti da Maria De Filippi. Francesco dice: “Sei stato un grandissimo amore”. Gino aggiunge: “Ti voglio bene perché hai fatto sorridere mio padre”. Raffaele è più orgoglioso: “Grazie a te ci siamo misurati in tutta Europa”.
Il quarto ragazzo è Luca Quarto, ha 18 anni: “Mi portò da te mio padre, io avevo una malformazione al viso, e tu organizzasti un’amichevole regalandomi l’incasso di 64 milioni per farmi operare. Ho subito cinque interventi. Il mio viso è rinato grazie a te”.
Compaiono in trasmissione Bruscolotti, De Napoli e Salvatore Carmando, il massaggiatore cui dava un bacio sulla fronte prima delle partite. In Galleria si sprecano gli applausi.
Tanto per cambiare, nel tuo camerino al Teatro 2 di Cinecittà si presenta l’immancabile messo fiscale col documento che fissa in 28.623.079 euro e sei centesimi il tuo debito con l’Erario italiano.
Attraverso il cellulare di Carmando parli col nuovo presidente del Napoli, Salvatore Naldi. Lui ti dice: “I tifosi vorrebbero vederti a Napoli”. Tu dici: “Tornare per un giorno a Napoli? Spero di venire al più presto”.
Ai giornalisti regali un sorriso: “Naldi mi ha detto che le porte del Napoli si possono sempre aprire per me. Però… Però non mi ha dato le chiavi”. Poi più seriamente dici: “Ho paura del rischio di un equivoco, di una illusione. Se stessi a Napoli, tutti mi vedrebbero già come uno del Napoli prima ancora d’esserlo. Perché non sono ancora tornato? Perché ho avuto problemi con Ferlaino. Un giorno tornerò sperando di non trovare un altro Ferlaino. La gente di Napoli resta sempre nel mio cuore”.
Ti lasci andare: “Verrei a vedere la casa di Posillipo dove ho abitato, verrei per salutare Mary Bruscolotti e il signor Muto, il portiere dell’albergo di Posillipo con un panorama mozzafiato. Farei un giro al San Paolo e uno al Campo Paradiso”.
Parli di te: “So che la mia filosofia di vita non è piaciuta a molti, però tantissimi hanno compreso le mie parole e le mie battaglie. Quello che ho fatto ho voluto farlo io. Quando ho fatto bene, hanno gioito tutti. Quando ho sbagliato, ho pagato io”.
Bene, pibe, quando ci vedremo allora?
E’ domenica, 28 settembre, e Naldi ti invita a vedere la partita del Napoli a Bari. Siamo in serie B, agli ultimi posti.
Torni all’Avana e devo darti una notizia non bella. Ti ricordi di Lucio Quarto che hai appena incontrato in tv? Bene, anzi male. L’hanno arrestato dopo uno scippo in motorino in via Carlo Poerio dove ha sottratto la borsa a una signora di sessant’anni.
Così è Napoli. Luci e ombre.