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Recensioni
Riflessioni sul film Shoshana, di Michael Winterbottom
di Giovanna D’Arbitrio
L’Occidente è senz’altro in crisi, stretto tra due guerre che sembrano sempre più minacciare la pace. Sembra che qualsiasi tentativo di dialogo debba fallire, mentre migliaia di civili inermi, tra i quali tanti bambini perdono la vita ogni giorno. Sempre presente in tutti i drammi umani, il cinema si è interessato anche al conflitto in Medio Oriente con diversi film, tra i quali il più recente è Shoshana, di Michael Winterbottom, ispirato a eventi realmente accaduti, un thriller politico ambientato negli anni ‘30 a Tel Aviv.

Il film racconta la storia di Shoshana Borochov (Irina Starshenbaum), un'ebrea arrivata a Tel Aviv alla fine degli anni 20 con madre e fratello, insieme a numerosi esuli che negli anni’30 emigrarono in Palestina nel periodo tra le due guerre, quando la Palestina era sotto il controllo britannico (Mandatory Palestine1920-1948). Diverse immagini tratte da giornali e cinegiornali d'epoca, sono commentate da Shoshana, voce fuori campo che descrive i primi scontri tra arabi ed ebrei. Shoshana è una giornalista dallo spirito libero e indipendente, membro di Haganah, formazione clandestina di autodifesa degli insediamenti ebraici, ma quando incontra Tom Wilkin (Douglas Booth), agente della squadra antiterrorismo della Polizia britannica palestinese, inizia con lui una relazione anche se Tom è guardato con sospetto, poiché gli inglesi sono ritenuti responsabili dell'escalation di violenza. Tom impara l'ebraico e cerca di usare metodi più equi, mentre il nuovo funzionario di polizia Geoffrey Morton (Harry Melling) usa metodi spietati e cerca di catturare Avraham Stern (Aury Alby), poeta ebreo leader del gruppo paramilitare Irgun.

Il regista in un’intervista ha dichiarato che il progetto del film risale ai tempi di A Mighty Heart - Un cuore grande (2007), quando era stato invitato al Jerusalem Film Festival. Shoshana è liberamente ispirato alla storia della figlia di Ber Borochov, tra i teorici del sionismo socialista, convinto che arabi e israeliani potessero convivere in Palestina. In seguito, Winterbottom e il produttore Josh Hyams hanno fatto ricerche allo Steven Spielberg Jewish Film Archive sul periodo antecedente alla fondazione dello stato di Israele nel 1948 e sulla risoluzione 181 dell'ONU che decretò la spartizione della Palestina tra ebrei e arabi.

Scritto dal regista con Laurence Coriat e Paul Viragh, Shoshana si concentra sul ruolo del colonialismo britannico tra le due guerre, per criticarne violenza e infine anche indecisione nel gestire le situazioni. Nelle didascalie iniziali si legge: "Per secoli la Palestina è stata un tranquillo ristagno dell'Impero Ottomano, con una minuscola comunità ebraica. Poi nel 1897 si è tenuta in Svizzera la prima conferenza dell'organizzazione sionista mondiale. Migliaia di persone sono partite dall'Europa determinate a costruire Israele qui nella Terra Promessa".

Attraverso la relazione tra Thomas Wilkin (Douglas Booth) e Shoshana Borochov (Irina Starshenbaum), il film racconta come la violenza e l’estremismo riescano a creare una separazione tra gli individui, costringendoli a scegliere da che parte schierarsi. Insomma, il “divide et impera” sempre presente nella storia.

Shoshana è un progetto che nasce 15 anni fa, dalla lettura di One Palestine, Complete di Tom Segev, racconta Winterbottom- Il mio obiettivo era semplicemente raccontare di un periodo della Gran Bretagna non particolarmente noto agli stessi britannici, di cui avevo letto nel libro. Il punto di partenza era il momento in cui la GB occupava il territorio della Palestina: questo volevamo raccontare. Poi abbiamo trovato la storia di Shoshana e Tom e, una storia d’amore tra due persone influenzata da una più grande questione politica. Il film racconta una storia vera di ciò che è accaduto nel 1938 e fino al ’42 in Palestina e quando si fa un film su una storia vera, su un determinato periodo, un determinato luogo, su determinate persone, la cosa fondamentale è rendere giustizia a tutto questo, raccontando ciò che è accaduto realmente, non commentando la situazione odierna. È necessario rispettare quei luoghi e quel tempo raccontati e non sfruttarli per elaborare un commento sulla situazione attuale”.

Il film cerca di mostrare come la violenza politica venga usata per obbligare le persone ad allontanarsi tra di loro e dalla prospettiva di trovare una soluzione politica, venendo così polarizzate: o sei a favore o contro una certa ideologia. La distruzione e la violenza di questo periodo creano una connessione inevitabile con il film, ma alla fine il mio obiettivo era raccontare cosa sia la violenza politica in generale, nel senso che l’eco che si ha in Israele è la stessa che si può avere in tanti altri Paesi, perché la violenza politica porta a una polarizzazione”.

Tra i film del regista ricordiamo Butterfly Kiss, Go Now, Jude, Welcome to Sarajevo, I Want You, With or Without You, The Claim, 24 Hour Party People, In This World, Codice 46 ,9 Songs, A Cock and Bull Story, The Road to Guantanamo , A Mighty Heart, The Killer Inside Me, Trishna, Everyday,The Look of Love Meredith - The Face of an Angel, On the Road, The Wedding Guest, Greed.

Ecco il trailer del film: https://www.mymovies.it/film/2023/shoshana/news/il-trailer-ufficiale-del-film-hd/



6/7/2024
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