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Calcio
Un Napoli big bang
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 30.08.2021)
Il Napoli gioca da big e fa bang a Marassi. Doma il Genoa nel primo tempo (1-0), ne controlla il ritorno nella ripresa, becca il pareggio, ma con i colpi di genio di Spalletti si riprende la vittoria (2-1) nel finale di gara.

Non c’è Osimhen e Insigne fa il falso nueve, ma soprattutto fa una grande partita, attaccante a tutto campo, tre tiri insidiosi, scheggiando un palo esterno, rientri profondi, cambi-gioco come ai tempi con Callejon, due recuperi decisivi in difesa.

Una partita da vero capitano, novanta e più minuti di una presenza tecnica e agonistica di rilievo. Falso nueve e cucitore di gioco, attaccante e regista offensivo, grande sostegno nella fase passiva. Lorenzo degno della nazionale.

In un Napoli che vince e dà spettacolo (nervi saldi, ricerca costante del gioco), la grande sorpresa è Lobotka (Demme infortunato), una scommessa, non la sola, vinta da Spalletti. Lobotka cancella Badelj ed è l’assoluto padrone a centrocampo per tutta la gara, rapido nelle coperture, ma rapido anche (come non aveva mai fatto) nel passaggio spesso filtrante per l’attacco.
E la fase offensiva è ben sostenuta da Di Lorenzo e Mario Rui.

Aggiungiamo un’altra scommessa vinta da Spalletti: Elmas (assente Zielinski), un beniamino dell’allenatore. Il cavallo pazzo macedone è stato a lungo attento e disciplinato, ligio al compito tattico di centrocampista custode della zona, poi Spalletti lo ha scatenato da attaccante dopo il pareggio del Genoa.

Ed ecco un’altra genialità del tecnico toscano: Petagna. L’omone ai margini del Napoli, il centravanti troppo statico, diventa protagonista siglando la vittoria azzurra tre minuti dopo che Spalletti lo ha mandato in campo al posto di uno stremato Politano.

Si può dire che questa vittoria di Genova porta la firma di Spalletti, non solo per la serenità e la sicurezza della squadra (“Siamo una big da scudetto”), ma per come l’ha mossa e come è arrivato a vincere.

Dopo il pareggio del Genoa, Marassi si è scaldato. Tutto un putiferio e i rossoblù si eccitavano. Soprattutto perché il pareggio di Cambiaso veniva poco più di dieci minuti dopo il gol di Pandev cancellato dalla Var.

Il Genoa cavalcava l’onda dell’entusiasmo anche perché Ballardini, chiuso il primo tempo 0-1, cambiava la squadra rinunciando al 4-5-1 di contenimento e contropiede per passare con i cambi al 4-3-1-2 utilizzando Pandev trequartista (dal 46’) e due punte, il diciottenne polacco Buksa (dal 46’) con Kallon (dal 66’). Il nuovo Genoa giungeva al pareggio.

La risposta di Spalletti è stata immediata incidendo sul match e il pareggio subìto. Nessuna ansia e, soprattutto, nessuna difesa del pareggio. Il Napoli doveva vincere. E qui, con un po’ di fortuna che assiste sempre gli audaci, Spalletti inserisce Petagna e Petagna segna il gol-vittoria.

Nel primo tempo, la qualità tecnica del Napoli ha ammansito l’aggressività del Genoa costretto a retrocedere per la difesa alta degli azzurri e il palleggio superiore. Fabian Ruiz rompeva finalmente la sua ritrosia al tiro e di sinistro insaccava verso il palo lungo (39’) sull’assist di Politano, messo in azione da un cambio-gioco di Insigne.

Il vantaggio del Napoli era più che meritato dopo che Lozano, di testa, aveva fallito di poco la prima occasione (3’), Insigne aveva scheggiato il palo (13’) e Sirigu gli aveva poi annullato una splendida palla-gol (30’).

Il Genoa cercava di liberarsi dalla morsa del Napoli lanciando lungo e, sulla fascia di Mario Rui, Ghiglione era un pericolo costante (22’ gran parata di Meret). Il terzino azzurro non mollava, rientrando dopo le percussioni offensive.

Nel Napoli che comandava il gioco mancava solo l‘apporto più deciso di Lozano, mentre Fabian Ruiz aveva lampi di riscossa dopo il gol.

Nella ripresa, il Genoa mutava volto tattico e, con Pandev, cercava più tecnica e meno ardore. Il Genoa giocava meglio (50’ gran parata di Meret ancora su Ghiglione), ma il Napoli era sempre in partita.

Dopo il gol di Pandev annullato dalla Var (contatto fra Buksa e Meret in uscita alta) e il pareggio di Cambiaso, il Genoa prendeva coraggio.

Pandev cambiava la partita. Ma la difesa del Napoli, con un sontuoso Koulibaly e Manolas in palla, concedeva nulla e, ancor di più, il centrocampo reggeva attorno a Lobotka (una super-partita). Pandev entrava nell’ombra.

Sul pareggio genoano interveniva Spalletti con due mosse che spingevano il Napoli a non subire più e ad attaccare. Ounas (trattenuto da Spalletti dal passaggio al Marsiglia) era la prima mossa al posto di Lozano. Ounas scaricava sul match tutta la sua elettricità.

Il Napoli riprendeva brio e pericolosità in attacco. Anche Elmas giocava più avanti per conquistare il successo pieno. Infine Petagna per Politano e il triestino di 1,90 svettava di testa per il gol-vittoria (85’) sulla punizione affilata di Mario Rui.

Il campionato si ferma per gli impegni della nazionale campione d’Europa. Il Napoli è a punteggio pieno. Alla ripresa del torneo ci sarà al “Maradona” la Juventus malandata dell’Allegri-bis, cinque punti dietro al Napoli. Non si sa ancora se il match sarà una prova di riparazione per la Juve abbandonata da Ronaldo o la promozione a pieni voti del Napoli di Spalletti.

In campionato, intanto, stelle filanti (la Lazio di Sarri) e stelle cadenti (la Juve di Allegri), mentre corre l’Inter di Simone Inzaghi e di Correa (che arriva, saluta e schianta il Verona con due gol).

A Verona, l’Inter rimedia a un errore di Handanovic e al vantaggio veneto, soffre per tutto il primo tempo e mette la freccia nella ripresa. Lukaku è ormai lontano. Per lo scudetto l’Inter c’è a pieno titolo. È riuscita a vincere a Verona una partita che ha visto Chalanoglu, Brozovic e Barella a luci spente.

La Fiorentina di Vincenzo Italiano (l’ex maestro dello Spezia) chiede spazio per le alte sfere. Forse, sarà la rivelazione della stagione. Intanto, ha tenuto Vlahovic.

La guida di Italiano ha dato un gioco alla squadra viola che era piaciuta anche a Roma benché battuta dalla squadra di Mourinho. La Fiorentina replica il gioco brillante dello Spezia a cui ha sottratto l’allenatore. Callejon in evidenza.

Si è svegliato Immobile (tre gol, sbagliando un rigore, allo Spezia di Thiago Motta) e la Lazio di Sarri manda bagliori intensi avanzando a punteggio pieno. Da centravanti ha segnato Hysaj. La Lazio ha bissato contro la formazione spezzina il successo di Empoli.

A proposito di Empoli, contro la squadra toscana guidata da Andreazzoli la Juventus di Allegri perde di corto muso. All’Allianz Stadium non c’è più Ronaldo. Col portoghese, la Juventus cominciava sempre 1-0. Ora è l’Empoli che con Mancuso comincia (e finisce) 1-0.

L’addio di Ronaldo sembrava avere semplificato i problemi di Allegri nel ritorno alla Casa madre liberando Dybala da ogni soggezione e panchina. Ma Dybala ancora non c’è. E, soprattutto, non c’è la Juventus.

La povertà tecnica del centrocampo la lascia alla mercé dell’Empoli, che non ha gli assi bianconeri, ma ha qualità proprio nella zona centrale.

Ad Allegri, con le cinque sostituzioni, non è bastato schierare l’intera “rosa”. La sconfitta è grave perché la Juventus ha avuto 70 e più minuti per rimediare. La squadra bianconera si è spenta dopo le fiammate iniziali di Chiesa sventate dal portiere empolese.

L’Atalanta, che aveva giocato male ma vinto sul campo del Torino, si è bloccata sul suo campo contro il Bologna (0-0). Non sembra più, o non sembra ancora la macchina infernale degli ultimi due anni.

Non c’è più la precisione del vecchio gioco irresistibile. Sembra che l’ardore agonistico, che non si è spento, crei più confusione che gioco. L’Atalanta arremba disordinatamente, i collaudati meccanismi di gioco sembrano dimenticati.

Sarà proprio un campionato incerto (Milan e Roma in corsa) con le massime incertezze della Juventus che continua a prendere gol (rimontata a Udine, infilata dall’Empoli).

Difficilmente tornerà la Juve di Allegri che vinceva scudetti a mani basse. Non ci sono più certi giocatori e gli avversari sono cresciuti. La Juve è ferma alla crisi di gioco delle formazioni di Sarri e Pirlo.

Il problema è a centrocampo. Non basteranno gli strappi di Chiesa e Cuadrado, la gioielleria di Dybala, per ora appannata, e la batteria di tiro (Morata, Kulusevski, Bernardeschi) a riportare la Juve in alto. Ronaldo se ne è andato. Fate voi, sembra dire il portoghese.

Nel resto del mondo, Ancelotti padroneggia la Liga col Real Madrid. Tre trasferte, due vittorie e un pareggio. In attesa di Mbappè, gli basta il terzino Carvajal per vincere a Siviglia contro il Betis.

Nella premier-spettacolo, Lukaku non incide nel Chelsea che coglie a Liverpool un eccellente pareggio giocando in dieci (espulso James alla fine del primo tempo).

Il Manchester City disintegra l’Arsenal (5-0). Il Manchester United, che ha appena preso Ronaldo, vince di misura sul campo del Wolves, ma CR7 non c’è ancora, neppure in panchina.

In Germania, il Bayern stritola l’Hertha 5-0. Fuochi di artificio per il Paris San Gemain con Mbappé, Neymar, Messi, Di Maria, Verratti e tutto il meglio del reame. Non c’è ancora Donnarumma.

GENOA-NAPOLI 1-2 (0-1)

NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Mario Rui (91’ Jesus); Fabian Ruiz, Lobotka, Elmas (91’ Gaetano); Politano (82’ Petagna), Insigne, Lozano (70’ Ounas).

GENOA (4-5-1): Sirigu; Vanheusden (66’ Masiello), Biraschi, Criscito; Ghiglione (83’ Behrami), Rovella, Badelj, Sturaro (66’ Kallon), Cambiaso, Hernani (46’ Pandev); Ekuban (46’ Buksa).

ARBITRO: Di Bello (Brindisi).

RETI: 39’ Fabian Ruiz, 66’ Cambiaso, 85’ Petagna.

SERIE A – SECONDA GIORNATA
Udinese-Venezia 3-0, Verona-Inter 1-3, Atalanta-Bologna 0-0, Lazio-Spezia 6-1, Fiorentina-Torino 2-1, Juventus-Empoli 0-1, Genoa-Napoli 1-2, Sassuolo-Sampdoria 0-0, Milan-Cagliari 4-1, Salernitana-Roma 0-4.

CLASSIFICA:
Inter, Lazio, Napoli, Roma, Milan 6; Bologna, Sassuolo, Atalanta, Udinese 4; Empoli e Fiorentina 3; Juventus, Cagliari, Spezia, Sampdoria 1; Salernitana, Verona, Torino, Venezia, Genoa 0.
29/8/2021
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