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Recensioni
Il tennis di Peppino Di Stefano
di Adriano Cisternino

Dici Peppino di Capri e subito la mente va a “Malatìa” o “Luna caprese”, o a uno dei tanti motivi che hanno accompagnato i nostri migliori anni. Ma nel mondo del tennis Peppino De Stefano - che infatti è di Capri e talvolta è indicato con la sua isola di provenienza - è l'arbitro internazionale che ha diretto i tornei più famosi del mondo, da Flushing Medows al Roland Garros, agli Internazionali di Roma, incrociando per quarant'anni atleti che hanno fatto la storia del tennis mondiale, da Borg a McEnroe, a Noah e Panatta.  

 

Una carriera straordinaria, insomma, ricca di un'aneddotica particolare, che spesso coinvolge i tanti campioni da lui diretti. Una storia del tennis mondiale, insomma, vista da una particolare angolazione, dalla sedia del giudice.  

 

Ed infatti si chiama “Sotto la sedia” il libro in cui Peppino Di Stefano racconta la sua carriera, scritta con i giornalisti Marco Lobasso e Marco Caiazzo, edito da Le Varie, con la prefazione di Nicola Pietrangeli, su progetto grafico di Franco Lucca.

 

Nelle 220 pagine del libro, presentato naturalmente in anteprima a Capri, Peppino Di Stefano ripercorre una carriera che va dal 1974 al 2012 con la direzione di circa 5000 partite del circuito internazionale tra cui tredici finali degli Internazionali di Roma, una finale di Coppa Davis, nel 1987 a Goteborg, e due olimpiadi, nel 1984 a Los Angeles e nel 1988 a Seul.

 

Nella mia carriera di arbitro internazionale - racconta Di Stefano, oggi 73enne, maestro di tennis a Capri con il figlio Giovanni e Frank Della Corte - ho attraversato decenni di grande tennis e diretto le sfide di tanti campioni. Ogni ricordo è prezioso, ma gli anni ’70 e ’80 hanno conquistato un posto speciale nel mio cuore. In quell’Età dell’Oro ho attraversato come per magia la mia giovinezza, vivendo da protagonista quell’incredibile trasformazione del tennis, da sport d’élite a fenomeno di massa”.

 

Innumerevoli, naturalmente gli episodi che lo hanno coinvolto con alcuni grandi nomi del tennis mondiale: “Ricordo gli sguardi interdetti di Borg quando era convinto di un mio errore; le sceneggiate di McEnroe, i suoi “Non puoi essere serio” usati per intimidire, senza riuscirci, anche me; il cinismo tagliente di Lendl; l’ironia e la leggerezza tutta romana di Panatta; le follie di Nastase. Con i miei campioni ridiamo ancora oggi, quando ci ritroviamo a Capri, a ricordare quel gioco delle parti: io seduto ad arbitrare, loro a giocare e, a volte, “Sotto la sedia” a protestare”.

 

Una biografia, insomma, che è una passeggiata leggera, ricca di aneddoti inediti e spesso divertenti, in quarant'anni di tennis ad altissimo livello, attraverso nomi che hanno appassionato tutti gli sportivi più o meno direttamente coinvolti in uno degli sport più popolari.

18/9/2020
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