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Cultura
La mostra di Marassi: “C'è poco da ridere”
di Adriano Cisternino
“Sono arrivato al Mattino nel 1987 e il Napoli vinse lo scudetto. Me ne sono andato nel 2017 e.... non aggiungo altro”. Così Riccardo Marassi, giornalista satirico da pochi giorni in pensione, ha aperto la presentazione della sua mostra di vignette “C'è poco da ridere” alla Feltrinelli di piazza del Martiri, visitabile fino al 4 febbraio.

I “sassi” di Marassi hanno accompagnato i lettori del Mattino negli ultimi trent'anni. Una sassaiola infinita, sempre puntuale, divertente, spesso feroce.

Oltre 9000 vignette che hanno attraversato 18 governi, 5 presidenti della Repubblica, 3 papi, 8 campagne elettorali, 7 mondiali di calcio, 8 olimpiadi “...e due scudetti del Napoli” ha aggiunto Nora Puntillo che, con Luigi Vicinanza è intervenuta alla presentazione.

Trent'anni di vignette, una per ogni anno tra quelle pubblicate sono ora in mostra a piazza dei Martiri: “Confesso che la scelta non è stata impresa semplice – ha ammesso l'autore – perché non si trattava di scegliere quelle che più mi piacciono, sarebbe stato troppo facile. Il criterio è stato ben diverso. Bisognava scegliere la più rappresentativa di ciascun anno”.

Trent'anni di vignette al Mattino, ma il percorso giornalistico di Marassi è cominciato molto prima. È cominciato verso la fine degli anni '70 a Paese Sera, dove quel ragazzo che lavorava in un laboratorio di analisi chimiche si presentò in cerca di spazi per poter esprimere il suo talento.

E trovò Eleonora Puntillo, giornalista che ne intuì subito la bravura, lo incoraggiò e lo sostenne, aiutandolo a diventare un vignettista dalla satira pungente.

Ma più che vignette - ha sottolineato Luigi Vicinanza, che è stato anche vicedirettore del Mattino - quelle di Marassi sulla prima pagina del Mattino sono state spesso dei veri e propri editoriali”.

In realtà il tratto semplice e soprattutto la battuta fulminante hanno fatto di Marassi un giornalista satirico, sempre pronto a rappresentare criticamente, e con profondità di pensiero, un fatto, una situazione di costume e (soprattutto) le vicende della politica in maniera spesso molto più efficace di tanti articoli.

Da Andreotti a Craxi, da Berlusconi a Renzi, anche i papi sono rimasti vittime della satira di Marassi, talvolta feroce, devastante.

Numerosi gli aneddoti raccontati dal giornalista durante la presentazione della mostra: “Mai avuto problemi di censura, ha sottolineato. Quando portavo la vignetta al direttore di turno, talvolta mi veniva bocciata perché ritenuta un po' troppo aspra. Allora ne proponevo una più feroce: bocciata anche quella. E io ne proponevo una ancora più feroce. A quel punto mi sentivo dire che... la migliore era la prima. Il trucco, insomma, era quello di rincarare la dose”.

Una risata vi seppellirà. E Marassi questo motto lo ha felicemente interpretato per trent'anni sulla prima pagina del Mattino.
14/1/2018
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