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Approfondimenti
Cultura e sua interpretazione nello spazio
di Vincenzo Cicala
Il termine cultura indica una definizione di programma  spaziale - nell'essere dello spazio, nella interpretazione di esso, nella estensione in senso topologico vero e proprio.

Indica anche la ramìficazione in senso orizzontale degli ambienti che gradualmente l'individuo conosce ed in cui si riconosce ed identifica.

Nei luoghi e con la  varietà di persone che pratichiamo, l'individuo si trova di fronte a culture varie ed ha difficoltà a considerarne una sola propria.

In effetti  l'individuo che avrà realizzata la cultura nell'ambito abituale raggiungerà un grado di autocoscienza tale da consentirgli di rapidamente integrarsi  in sistemi diversi con rapidità e facilità.

È perciò da parlare in genere di "cultura" proprio nel significato di acquisto di una capacità generica ad apprendere.

Si può facilmente comprendere che, nella intenzione di centralizzare e di unificare, cioè di insegnare all'uomo la cultura di un sistema centrale, si è in effetti perduta una parte della realtà dell'uomo.

Si sono perdute le parti della realtà umana riguardanti le minoranze che avevano una "diversità" notevole rispetto alle altre.

Questo è anche un percorso di libertà, il primo dei problemi fondamentali della esistenza che l'uomo affronta e matura.

In senso lato non si può parlare di libertà, ma delle libertà, soprattutto di non farsi violare dagli eventi e dagli altri, ma di conservare un giudizio critico, situando eventi ed uomini nella scala dei valori che ci si è prefissa.

È un discorso anche di libertà, delle libertà: non farsi violentare dagli eventi e dagli altri, conservare un giudizio critico che situi gli eventi nella scala di valori che ci si è prefissa.

La estensione in senso topologico deriva dall'osservazione della natura e dell'utilizzazione che ne fa l'uomo.

L'osservazione delle informazioni della natura indica all'uomo la vita stessa. Ogni manufatto reca in sé informazioni sulle conoscenze umane dei fenomeni naturali.

È chiaro che non tanto qui si vuol  parlare di reperti archeologici, bensì del significato intrinseco ai luoghi in cui abitualmente si vive. Non si vuol parlare del bisogno di spazio, ma della conquista dello spazio. Ed è questo un fatto eminentemente culturale.

Oggi questo accade ed è vero più che mai, perché oggi la realtà ci appare diversa e richiude uno sforzo di adattamenrto appena si gira l'angolo.

Prima non era così, perché il ritmo uguale veniva scandito in un ambiente uguale, in spazi poco disuniformi e similmente attrezzati.

La cultura è nella coscientizzazione delle cose, degli spazi con i quali si viene a contatto. Oggi la diversità, la varietà delle aree e degli ambienti sono tanto diverse che non è possibile coscientizzare e neanche memorizzare il tutto.

Cosa si memorizza? Solo quello che impressiona di più, che traumatizza di più, che è più interessante e gratificante, quello che gratifica di più, poiché in esso appaiono proiettati le rappresentazioni mentali delle nostre aspirazioni.

Capita che la fantasia dia spesso i modelli figurati delle nostre aspirazioni, corporizzati in colori e forme e funzioni. È in questo caso meraviglioso e strano che sia cosi. 

Capita che uno scrittore nell'inventare un clima, un ambiente, un habitat, ne ha tratto i dati dello spazio che lo circonda e ne riconosce i tratti essenziali con facilità e forte emozione nell'ambiente che lo circonda.

Lo spunto nasce da un fatto esterno che ci colpisce, ma la sublimazione che si raffina nell'artista consiste nella ricerca di un'idea che ha lasciato intuire l'esterno e che noi vogliamo, dopo averla conosciuta, ritrovare in un costrutto esterno.

Vogliamo cioè ritrovare un costrutto esterno che rappresenti quanto più è possibile quello che noi abbiamo trovato nella cosa che ha eccitato il nostro interesse.

Concludendo si può dire:
  • 1) È importante non tanto conoscere in vastità quanto in profondità i luoghi; 
  • 2) La conoscenza si allarga man mano e si arricchisce di esperienza di vita; 
  • 3) L'uomo vuol conoscere anche sistemi e luoghi ch'egli forse non vedrà e non           praticherà mai.
10/8/2017
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