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Approfondimenti
Il disfacimento dell'essere
di Vincenzo Cicala
La storia che, influendo sulla composizione del territorio e sulla vita di esso, ne dava la scelta al politico che elaborava un suo programma, è cominciata nell'ottocento, quando il politico la interpretava con una sua maniera di essere.

Poi, ma nello stesso secolo, venne la nascita delle ideologie create e vigenti per la prima volta con senso vario.

Ideologie di idee diverse e contrarie, con la realtà di una effettiva contrapposizione nell'essere.

Non si dice più che noi crediamo e vogliamo adattare l'esistente alla nostra fede, piuttosto si dice che la realtà è questa e noi dobbiamo vivere accettandola in pieno.

Il problema dell'imposizione automatica è di una chiarezza estrema ed esiziale. Non si esiste più, secondo l'osservazione logica effettiva ed efficace della natura e della società.

Le cose della natura esistono e sono coltivate e sfruttate secondo le affermazioni della parte preminente che impone la propria ideologia che non solo è una maniera di vita, ma è l’imposizione di trattare e sfruttare la natura secondo le proprie idee.

Si negano gli equilibri e i modi di essere, si pensa cioè di vivere senza il pericolo di venire distrutti. Ciò significa la devastazione di una maniera di vedere e di vivere non solo della natura ma anche della società.

E non si considera che la vita della società ha un legame stretto ed equilibrato con la natura e deve evolversi in modo razionale e anche moralmente valido in maniera di non danneggiare ciò che esiste.

È evidente che l'equilibrio naturale è quello dell'uomo, essere vivente. Non vale dire che dobbiamo vivere nella realtà fasulla imposta ed assumere che essa debba essere accettata in pieno. Vale invece adeguare la vita a ciò che è l'uomo, a ciò che è la natura.

Ma è inutile portare ad esempio le catastrofi naturali, che sempre più spesso si verificano, a colui che non riconosce l’importanza della natura e dell’ambiente in cui vive.

La macchina costruita dall'uomo, adesso s’impone con la stessa evidenza di un fatto naturale al quale l'uomo non riesce a sottrarsi.

Il problema che si pone è di una chiarezza estrema ed esiziale: la macchina, lasciata senza controllo, sovrasta l'uomo e lo domina, ed è oggi in grado di accellerare geometricamente le sue procedure violando i limiti naturali che consentono la vita sulla terra (i parametri fisici dell'ecosistema dalla temperatura alla composizione dell'atmosfera, all'inquinamento delle acque, all'alterazione del terreno ecc..).

Questa sorta di "positivismo acritico" assume nei riguardi della realtà una connotazione rigida di diversa motivazione, rispetto a quella in forza da una ideologia.

Questa ha bisogno essenziale di costruire un sistema ordinato, l'altra si basa su due constatazioni ovvie: l'evidenza dei fatti che vanno rispettati così come sono, ed i mezzi della tecnologia avanzata.

La realtà è quella finanziaria ed i mezzi che si posseggono per promuoverla. Tutto diverso rispetto al capitalismo. Questo supponeva una dialettica con il lavoro che veniva rappresentata in maniera immanente dal confronto tra le classi sociali.

L'affermarsi di una nuova coscienza civile e la ragionevole visione della inadattabilità genetica all'uomo di un simile modo di porsi nel reale, può fermare la catastrofe.

Il rispetto pregiudiziale ed ovvio della supremazia della finanza e del mezzo tecnico ha le caratteristiche di una fede.

Particolarità questa, di possedere oggi, alla quale l'uomo non può sottrarsi o sfuggire di suo libero arbitrio.

Ciò che, a lungo essere, è il "Disfacimento dell'essere".
17/3/2017
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