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La voce delle guide turistiche
di Eva Casciello
#giùlemanidallaguida: ecco l’hashtag che ha visto unite circa 700 guide turistiche, giunte da diverse regioni italiane a Roma in Piazza Montecitorio, dinanzi alla Camera dei Deputati, per protestare contro l’ennesimo tentativo di deregolamentazione della professione turistica.

Nello specifico, la protesta è una risposta alla normativa della guida turistica nazionale che prevede l’inserimento lavorativo di guide turistiche provenienti da qualsiasi regione d’Italia e dai paesi membri dell’UE, bypassando totalmente le guide turistiche abilitate in loco.

Un vero danno alla nostra cultura! Un danno sociale! Un danno economico!

A favore di un’Europa che sembra non rispettare più nemmeno i confini territoriali: appropriarsi del patrimonio storico-artistico del nostro paese assomiglia più a un’invasione che a una libera circolazione dei servizi (direttiva Bolkenstein).

Alle guide turistiche è sempre stata sempre richiesta una grande competenza, esami rigorosi e un aggiornamento costante. Su questa base si richiede un attento riesame dei criteri che garantiscono sia professionalità sia preparazione.

La specificità professionale necessita di un’attenta valorizzazione che sia legata al prestigioso patrimonio culturale italiano.

Si richiede dunque una maggiore tutela del patrimonio storico-artistico e di coloro i quali fanno da portavoce delle nostre regioni, ciascuna con le proprie innegabili peculiarità.

L'Italia annovera ben 51 siti inseriti dall'Unesco nella Lista del Patrimonio dell'Umanità, e più di 500 mila monumenti: illustrarli tutti correttamente e con una necessaria dovizia di particolari, è semplicemente un’utopia.

Essere guida turistica non significa soltanto saper sapientemente spaziare tra storia e archeologia, patrimoni artistici e folclore, enogastronomia e conoscenza del territorio… significa soprattutto sapere trasmettere l’amore per la nostra terra, e quanto di più bello essa possa offrire.

E se non la conosci a fondo, se la sua natura non la senti tua, come pensare che lo possa fare chi vi abita a 500-900-2000 km di distanza?

L’espressione “fare il Cicerone” è nata dalla grande eloquenza del noto oratore romano Marco Tullio Cicerone e dalle prime guide turistiche che accompagnavano i visitatori tra le meraviglie archeologiche di Roma. E non della Pannonia.

Proprio in un momento da lungo atteso, quello del rilancio del turismo, perla della nostra amata Italia, giunge questo colpo d’ascia e soltanto scendendo in piazza e facendo sentire la propria voce (all’unisono) si può conferire la speranza che a una professione talmente importante – biglietto da visita per il turista in viaggio – venga restituita la valorizzazione che merita.

Una prima risposta è arrivata da Dorina Bianchi, sottosegretario al Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, la cui finalità – ha affermato – resta in primis la tutela delle specificità delle guide turistiche bilanciando la libera circolazione dei lavoratori e la tutela del nostro patrimonio culturale, storico e artistico. A breve verranno convocate le Regioni e le Associazioni per affrontare in maniera sistematica la questione.

Si è espressa a favore anche Giorgia Meloni dei Fratelli d’Italia, contro la direttiva Bolkestein e la volontà dell'Europa di penalizzare questo settore, consegnandolo nelle mani dei grandi tour operator e aprendolo alla concorrenza di migliaia di guide straniere.

Non è mancato inoltre, il M5S, il cui portavoce Danilo Toninelli a ragione afferma che la liberalizzazione del mercato non può avvenire a discapito della qualità dei servizi e dei lavoratori specializzati. Soprattutto perché il patrimonio artistico è una miniera, un valore immenso sotto ogni punto di vista.

Non resta che pazientare, attendendo che le parole espresse oggi siano i fatti di domani.
16/3/2017
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