Ville romane di Terzigno, valorizzazione rinviata
di Antonio Cangiano
NAPOLI – Crolla la copertura dell’antica villa romana di cava Ranieri nel comune di Terzigno in provincia di Napoli. L’onorevole Francesco Barbato (Idv) presenta un'interrogazione parlamentare a risposta scritta circa il futuro del bene archeologico limitrofo al sito di Pompei, e il Ministro per i Beni e le Attività Culturali Lorenzo Ornaghi risponde: sito da interrare in vista di un futuro programma di valorizzazione.

VILLE DA INTERRARE - La nota del Ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi, è chiara. Il futuro delle ville romane di cava Ranieri alle falde del Vesuvio è l’interramento.
“Nell’impossibilità di garantire la vigilanza necessaria a causa della mancanza di personale e nell’intento di salvaguardare gli importanti complessi archeologici in vista di un futuro programma di valorizzazione – fa sapere l’ufficio stampa del Ministero - le restanti ville romane riportate parzialmente alla luce verranno interrate", previo restauro della villa, la numero 2, che ha subito il crollo parziale delle strutture di copertura.

DOPO IL VESUVIO - Come è già accaduto alla villa numero 6, dunque, scoperta nel 1981 e particolarmente interessante per un complesso di pitture e pavimenti realizzati in secondo stile - il cui plastico è visibile in mostra permanente a New York - anche le restanti ville romane scoperte in località Boccia al Mauro nel comune di Terzigno, saranno interrate.
Distrutte dalla furia del Vesuvio nel 79 d.C. ritornano sotto terra in attesa di tempi migliori.

VALORIZZAZIONE RINVIATA “È una sconfitta per lo sviluppo del turismo locale” commenta amareggiato l’interramento delle ville romane di Terzigno decise dal Ministero, Gennaro Barbato portavoce del Comitato Civico di Ottaviano; a settembre Barbato aveva evidenziato, attraverso un video-denuncia il crollo della tettoia di copertura sui resti dell'antica villa romana numero 2; un cedimento dovuto all’usura e alla scarsa manutenzione del sito.
“Il rammarico maggiore – e conclude il nostro interlocutore - è che in oltre trenta anni dal rinvenimento del sito archeologico alle falde del Vesuvio, non si è mai applicato un protocollo di intesa tra ministero, sovrintendenza, amministrazione comunale ed associazioni per riqualificare l'importantissimo sito archeo-naturalistico”.
20/1/2013
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