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Benigni: «La Costituzione ci protegge»
Ma chi protegge la Costituzione?
di Angelo Forgione
Roberto Benigni è un fuoriclasse dalle capacità orali non comuni e ha regalato ai 12,6 milioni di telespettatori italiani una serata di riflessione sulla storia e sull’insegnamento civico.

L’esegesi della nostra carta fondamentale resta però un’ottima ma semplice operazione televisiva che sfocia in un’apologia propagandistica simile a quella ricamata sull’inno nazionale a Sanremo nel Marzo del 2011.

Resta l’interrogativo circa il perché la divulgazione dei principi fondamentali che la nostra Carta mette insieme debba essere delegata ad uno show televisivo e non alle istituzioni o all’insegnamento scolastico che già di suo è fortemente carente.

Sono trascorsi 65 anni dalla compilazione della Costituzione Italiana che resta un documento ampiamente sconosciuto e, peggio ancora, disatteso.

Chiunque può leggerla e rendersene conto, e magari inserire nei motori di ricerca di internet le parole “costituzione violata” e trovare circa un milione di risultati sui più svariati argomenti.

Tutto questo svela le colpe di una classe politica sempre uguale a se stessa e di una scuola italiana in cui è venuta meno la coscienza storica, l’educazione civica e anche la condivisione dei valori universali che la Costituzione italiana conserva.

«La Costituzione ci protegge da ogni cosa, è la nostra mamma, è tutto un sì. La costituzione è la legge del desiderio», questo è stato lo slogan del premio Oscar toscano.

È vero, la Costituzione dovrebbe proteggere il popolo sovrano ma è anche vero che è proprio il popolo ad essere deputato a far rispettare la Costituzione.

La Costituzione è garante del rapporto tra la gente e la politica, un rapporto completamente sfaldato.
Le istituzioni disattendono il complesso degli articoli costituzionali, il popolo lascia fare.

È questo il vulnus attuale, l’amara realtà che fa da sfondo alle dolci e mirabili parole di Roberto Benigni.

«Nella Costituzione c’è la strada per risolvere tutti i problemi, si proclama la dignità umana».
I problemi invece aumentano e la dignità è solo un concetto nobilissimo che sembra appartenerci sempre meno.

Tutto sta ad accontentarsi o no dei piacevolissimi ricami di Benigni e della retorica buonista che mai produce risultati.

Se c’è bisogno di pagare un grande comico per esaltare bandiera, inno, unità e costituzione vuol dire che qualcosa non ha funzionato e non funziona.

Chissà se funzionerà.

18/12/2012
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