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La villa di Augusto? Forse è nel giardino della scuola elementare
di Antonio Cangiano
NAPOLI - Nuove interessanti ipotesi circa la collocazione della cosiddetta villa di Augusto, dimora regale alle falde del Vesuvio dove sarebbe morto Gaio Giulio Cesare Ottaviano, primo imperatore di Roma.
Secondo il parere di una nutrita schiera di archeologi, l’attuale villa d’epoca romana individuata negli anni ’30 a Somma Vesuviana - e dove dal 2002 sono ripresi gli scavi finanziati dell’università di Tokio - non sarebbe quella giusta.
L’archeologo Mocerino interviene: “si tratta di una struttura tarda, costruita secoli dopo il decesso dell’imperatore”.
E intanto il ritrovamento di un capitello di fattura pregiata e dalle enormi proporzioni sposta l’asse della ricerca nel giardino di una scuola elementare al confine tra i comuni di Nola e Ottaviano.

TEMPIO DI AUGUSTO? -  “È largo come una colonna del tempio di Hera a Paestum ma decisamente più bello e decorato” è il commento entusiasta di Gennaro Barbato, vicepresidente fondatore del Comitato Civico di Ottaviano, comune alle falde del Vesuvio.
La valutazione si riferisce all’imponente capitello di notevoli dimensioni ritrovato non molti anni fa durante i lavori per la realizzazione del parcheggio della scuola elementare “Albertini” in località Piazzolla al confine tra i comuni di Nola e Ottaviano, e che ora fa discutere circa l’esatta ubicazione della villa dove sarebbe morto il primo imperatore di Roma.
Il capitello, un kalathos corinzio con una sola corona di foglie d’acanto, è un esemplare molto raro nel suo genere.
“Molto probabilmente appartiene ad una imponente domus romana o addirittura ad un tempio”, avanza entusiasta il nostro interlocutore; e in questa idea Barbato è avvalorato dalle recenti ipotesi degli archeologi che valutano la presenza di una struttura di notevoli dimensioni nell’area di pertinenza della scuola elementare dov’è stato ritrovato il capitello o nelle prossime vicinanze.
Un tempio che a detta degli addetti ai lavori l’imperatore Tiberio avrebbe fatto costruire per onorare il padre morto nella villa di famiglia alle falde del Vesuvio, citata da Svetonio e Tacito.
Ma sono delle ipotesi, occorrerebbe fare spazio agli scavi archeologici. “Abbiamo richiesto più volte alle soprintendenze di Napoli e Pompei, saggi di scavo nei giardini e nel parcheggio del plesso scolastico” spiega il nostro interlocutore, “ma fino ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta”.

LA MISSIONE GIAPPONESE – Intanto la missione degli archeologi giapponesi dell’università di Tokio, al lavoro dal 2002 nell’area di scavo di Starza della Regina, dove negli anni ’30 si ritenne fosse stata individuata la villa Augustea, non sembra essere più convinta.
Dal sito ufficiale della missione, che ha tra gli obbiettivi principali la verifica dell'ipotesi sulla "Villa di Augusto" formulata dagli archeologi del Regime, non c’è alcun riferimento all’imperatore morto in quella residenza.
Il prof. Antonio De Simone, che ha curato il progetto d’intervento ora portato avanti dal Prof. Masanori Aoyagi dell’università di Tokio, parla di villa con decorazione dionisiaca di Somma Vesuviana, per il rinvenimento in loco di una pregevole statua del Dio.
Ad avvalorare l’ipotesi circa la villa di Augusto, resta soltanto uno speciale Super Quark - visibile su youtube http://www.youtube.com/watch?v=PrG9_gZhktA - dedicato alla presunta villa di Augusto di Somma Vesuviana, realizzato da Alberto Angela e trasmesso in prima serata da Rai 1 nel 2008, dove il noto conduttore asserisce: “tutti gli archeologi ritengono si tratti della villa di Augusto, anche se la certezza “nero su bianco” ancora non c’è”.

UN PO’ DI STORIA - Si dice che nel 14 d.C. il primo imperatore Ottaviano Augusto durante un viaggio provò un malore e fu portato in una villa di famiglia “apud Nolam” (presso Nola) dove, secondo gli scritti di Tacito e Svetonio, malgrado le cure, si spense all'età di 76 anni.
Il suo corpo fu poi riportato a Roma dove si svolsero i solenni funerali.
Fin qui la storia, quella classica.
Negli anni’30 nell’ottica delle campagne di scavo del regime fascista, orientate a riportare alla luce simboli e luoghi solenni dell’impero romano, il Dott. Antonio Angrisani affiancato dall'allora direttore degli scavi di Pompei Matteo Della Corte, portarono alla luce in una campagna di Somma Vesuviana, imponenti resti di una villa d’epoca romana.
La straordinarietà dell’edificio e la sua monumentalità fecero pensare che la villa fosse proprio quella “apud Nolam” citata da Svetonio e Tacito.
Richiesto a Mussolini un finanziamento per poter proseguire le opere di scavo, se n'ebbe risposta negativa per mancanza di fondi.

Guarda il video su youtube:
http://www.youtube.com/watch?v=uBaC_ZJl3iQ

31/8/2012
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