Contatta napoli.com con skype

Cronaca
La scala di Montesanto
di Antonio Cangiano
NAPOLI - Siringhe dappertutto, lacci emostatici e scatole di metadone tra bottiglie vuote di whisky e birra, è la drammatica istantanea della scala Montesanto, nel quartiere Montecalvario; rampa ottocentesca di collegamento tra la parte bassa e alta della città. Gli storici gradoni, sempre più isolati e in abbandono, sono diventate il luogo prescelto dai tossicomani in cerca di isolamento. E qualcuno ha deciso persino di abitarci stabilmente.

UNA RAMPA PER CASA - “Hanno sfondato le protezioni di due ambienti ora sottoscala e ci abitano dentro” commenta un residente del quartiere Montecalvario; la storica rampa è a pochi passi dalla sua abitazione pertanto la utilizza quotidianamente. Uno stendino per i panni, tra le siringhe usate e le bottiglie vuote, prova la loro presenza. “Sono dei “Punkabbestia” precisa il nostro interlocutore, identificando con il termine quel tipo di vagabondi e senzatetto metropolitani spesso dediti all'abuso di alcol o altri stupefacenti.

PERCORSO COLLINARE - La scala di Montesanto che mena con ampie rampe al corso V. Emanuele fu inaugurata nel 1880, e avrebbe dovuto essere il nucleo di un rione Filangieri e prendere quel nome ma la cosa non ebbe seguito.
Percorso privilegiato di collegamento tra l'area collinare e la zona di Montesanto, per l'occasione il poeta Imbriani dettò anche una «ampollosa epigrafe».
18/7/2012
FOTO GALLERY
RICERCA ARTICOLI