Sanità
Una Commissione per i Biologi Nutrizionisti
La Rete nazionale e laFormazione Permanente
di Sergio D’antonio *
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"Il biologo nutrizionista e la medicina olistica”, è stato il tema della conferenza svolta a Palazzo San Macuto a Roma e organizzata da Domenico Scilipoti, specialista in ginecologia e ostetricia, oncologia clinica, agopuntura, fitoterapia e deputato alla Camera e componentela Commissione Ambiente Territorio e Lavoro Pubblici.. Vi hanno partecipato il presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi Ermanno Calcatelli, il vice presidente dell’Ordine Sergio D’Antonio. Relatori i dottori Armando D’Orta specialisti in Scienze dell’alimentazione, Valerio Sanfo ricercatore e presidente A,E.ME.Tra e Ferdinando Cristiano direttore dell’Asl 3 Napoli.L’università è, oggi, in crisi di strumentalità: non si capisce a che cosa serva né a chi serva.
Sembra non servire allo Stato che disinveste. Sembra non servire al sistema delle imprese che non ricava competenze sufficienti. Sembra non servire alle famiglie in quanto non assicura né occupazione né status sociale. Sembra non servire alla società perché non garantisce il merito dei migliori.
Una università così non è utile: ha perso strumentalità rispetto al risultato finale.
Dobbiamo, inoltre, renderci conto e accettare il fatto che il lavoro manuale e tecnico a basso know how avrà, nella nostra società, spazi sempre più ridotti. Di conseguenza è indispensabile insistere davvero sulla società della conoscenza e cominciare finalmente ad investire sulle infrastrutture immateriali rappresentate dall'innovazione, dalla ricerca, dallo sviluppo.
L'Italia non ha materie prime, ma ha storia, cultura, creatività. e gente splendida piena di talenti.
Voglio immaginare che i nostri giovani migliori non si parcheggino, ma siano produttivi nelle nostre università.
L'enorme bagaglio culturale della scienza moderna rende tuttavia impossibile l'azione efficace di professionisti che non siano stati formati in modo specifico per affrontare temi specifici.
In particolare, vorrei attirare la vostra attenzione sull'esistenza di un grave pericolo che incombe sulla nutrizione: mi riferisco al pericolo dell'improvvisazione e dell'approssimazione.
Potrebbe sembrare un paradosso, ma ricostruire una università pubblica delle eccellenze è interesse di tutti, anche se in un recente passato abbiamo tanto insistito per quella università di massa con cui stiamo facendo dolorosamente i conti oggi.
Ed è stata una piacevole sorpresa, giovedì scorso, partecipando con il nostro presidente ad una seduta del direttivo del Collegio dei Biologi delle Università Italiane (CBUI), scoprire che anche i docenti universitari di Biologia hanno mostrato una grande vicinanza e sensibilità alle problematiche non solo degli studenti ma anche dei Biologi professionisti. L'impressione e l’augurio è che questo sia solo l'inizio di una lunga e proficua collaborazione.
La Legge istitutiva della professione di Biologo, all’art. 3, riporta l’oggetto della nostra professione: tutte, e non sono poche, le attività che un Biologo, cioè un laureato che abbia superato l’esame di abilitazione all’esercizio della professione, può svolgere.
Varie, infatti, sono le aree professionali nelle quali i Biologi svolgono la loro attività.
Tra queste una delle attività che sta vivendo un momento di grande sviluppo è senza dubbio quella del Biologo che opera nell’area della nutrizione: il Biologo Nutrizionista, appunto.
Il concetto di “biologo tuttologo” è ormai da tempo superato, se non nei pensieri, sicuramente nella quotidiana attività professionale.
Questo non deve meravigliare o creare apprensione: si tratta, in buona sostanza, di una normale evoluzione. Concetto che per noi, uomini di scienza, dovrebbe essere alquanto familiare.
Una cellula che nasce totipotente ha in sé un bagaglio di informazioni che le consente, o meglio consentirebbe, di “essere tutto” ma per essere veramente efficace ed efficiente nello svolgere un suo specifico compito deve differenziarsi, specializzarsi; infatti, porta in sé anche i “segnali” del suo futuro destino.
Evolvere significa andare avanti per sviluppare le potenzialità ma anche saper mutare mentalità e modo di agire per essere più efficaci ed efficienti nelle interazioni con il mondo esterno e per meglio adattarsi ai cambiamenti. Non farlo sarebbe tradire il nostro potenziale e le promesse del nostro futuro.
E’ legittimo quindi pensare che anche una professione e un professionista debbano, o aspirino, ad evolvere e che, senza rinnegare le proprie radici e il proprio passato, desiderino “differenziarsi”.
Pensare che un Biologo voglia e debba evolvere implica il concetto di differenziazione: un Biologo Nutrizionista, ad esempio, deve vedere riconosciuta e salvaguardata la sua differenza, rispetto agli altri professionisti Biologi, a garanzia della sua ed altrui professionalità verso la Società Civile, gli utenti, ma anche i Colleghi.
Compito dell’Ordine è agire affinché questo possa realizzarsi. Esso è un organo di garanzia per la tutela della professione ma anche per la sua crescita.
E’ vero che non vi è tutela alcuna nell’immutabilità: né per i professionisti, né per la Società Civile, né per gli utenti.
Parimenti, però, non vi è tutela alcuna nell’innamorarsi di una idea senza ponderarne gli effetti e le ricadute, a breve e lungo termine. Assumersi questo compito è responsabilità di chi tale tutela deve garantire.
Per rispondere in modo organico e non discontinuo alle istanze che sono molto sentite dai colleghi, come testimonia la grande partecipazione alla Conferenza Nazionale sulla Nutrizione di settembre 2009 e di ottobre 2010, è stata istituita presso l’Ordine la “Commissione Permanente per l’Area della Nutrizione”.
Tale Commissione è composta da professionisti esperti del settore e coordinata dal Referente Unico per l’Area della Nutrizione (Consigliere dell’Ordine professionista del settore nutrizione), agisce su mandato specifico del Consiglio dell’Ordine. Per una miglior comunicazione tra la Commissione per l’Area della Nutrizione ed il territorio si è proceduto alla nomina dei Referenti Regionali, figure essenziali per l’attività della Commissione, che in tal modo sarà non solo in grado di venire a conoscenza delle problematiche del territorio, ma al tempo stesso di informare il Consiglio dell’Ordine e permettere una veloce risposta ai sopravvenuti problemi locali.
Da qui il cortese invito che l’onorevole. Scilipoti ha voluto rivolgere al referente dei professionisti Biologi. Questo il senso del mio essere qui con i Colleghi della Commissione Permanente per l’Area della Nutrizione ed i referenti Regionali che, per competenza e compiti istituzionali, rappresenta oggil’Ordine. Questo incontro è un’occasione importante. Siamo chiamati a confrontarci sul possibile ampliamento del campo di attività di una parte, non esigua, di Biologi.
Siamo qui per condividere le riflessioni ed i suggerimenti emersi in seno alla Commissione e per ascoltare quelli dei presenti.
Lo scopo è di arrivare ad una ponderata valutazione dello sviluppo futuro della professione e deimezzi per realizzarlo.
Quanto proposto dall’onorevole onorevole. Scilipoti, al quale dobbiamo riconoscere la virtù di una visione globale delle problematiche legate alla salute della popolazione, è sicuramente un ulteriore riconoscimento del valore della figura del Biologo Nutrizionista nella moderna Società e del contributo che questa può portare nell’ambito della prevenzione e della salvaguardia della salute della popolazione.
* Vice presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi