Cronaca
La guerra dei rifiuti
Prima puntata
di Stefano Federici
|
Text Size |
|
I rifiuti, in Campania, sono il motivo di una guerra che va avanti da più di 20 anni e che ha visto coinvolte istituzioni pubbliche, organizzazioni criminali, imprenditori e personaggi politici... una guerra che ha inizio nel 1982, anno in cui viene redatta la normativa sul trattamento dei rifiuti speciali.
Nel 1989 il Comune di Napoli, della giunta del sindaco socialista Polese, decide la privatizzazione del servizio di nettezza urbana (dalla raccolta allo smaltimento), su iniziativa di Antonio Cigliano, assessore all’Ecologia.
Un affare di circa 350 miliardi di lire affidato a cinque consorzi privati, di cui la Sigea è capofila.
Antonio Cigliano, anch’egli socialista, è legato a Giulio Di Donato, vicesegretario del PSI di Bettino Craxi.
A seguito della privatizzazione l’assessore viene minacciato di morte e si susseguono una serie di sabotaggi e minacce ai camion delle aziende private destinate al servizio.
Il questore di Napoli, Mattera, ipotizza che tali raid siano di stampo camorristico.
Lo stesso Cigliano accusa l’allora Ministro degli Interni, Antonio Gava (DC), di voler impedire la raccolta dei rifiuti per utilizzare politicamente, in chiave antisocialista, la presenza dei rifiuti non smaltiti in città.
I quartieri Spagnoli, allora in mano al boss della camorra Mariano, risultano i più a rischio per i camion dei netturbini, che il questore decide di far scortare.
È la discarica di Pianura quella individuata per lo sversamento dei rifiuti, una discarica sita ad appena 50 metri, in linea d’aria, dalla riserva naturale degli Astroni (oasi WWF), e che ricade nel Parco regionale dei campi Flegrei.
Passano appena tre anni (1993), siamo in piena Tangentopoli… il gip Gennaro Costagliola, su richiesta dei sostituti procuratori Rosario Cantelmo e Nicola Quatrano, emettono una serie di ordini di cattura nell’ambito dell’inchiesta sulla privatizzazione del servizio di nettezza urbana… destinatari lo stesso Antonio Cigliano, Eugenio Buontempo, imprenditore già coinvolto nelle indagini sul crac della Flotta Lauro, Gabriele Serriello, presidente di Sigea, Pasquale Cautiello, direttore del servizio comunale di nettezza urbana ed Antonio Merlo, amministratore della Slia (La Slia spa faceva parte della Holding di Manlio Cerroni, ottavo imperatore di Roma, re delle discariche romane e in molte altre regioni italiane, responsabile, inoltre, della discarica di Malagrotta gestita da un suo fido aiutante, un certo Francesco Rando condannato a un anno di reclusione e a 15mila euro di ammenda, più danni materiali e patrimoniali, per lo smaltimento senza alcuna autorizzazione di rifiuti pericolosi derivanti dal trattamento chimico-fisico del percolato e dei fanghi conferiti dall’Acea e dallo stesso prodotti, nell’ottobre 2004).
Le accuse sono di associazione a delinquere contro la pubblica amministrazione, concussione, estorsione e abuso d’ufficio.
L’operazione “Adelphi”, nome della prima inchiesta sui rifiuti, porta alla luce anche il nome di Licio Gelli, ex venerabile della loggia P2, e dei suoi rapporti con il clan dei Casalesi, grazie alla collaborazione del pentito della camorra, Nunzio Perrella, fratello del boss Mario Perrella di rione Traiano. Si accerta anche che nella discarica di Contrada dei Pisani a Pianura, tra il 1987 ed il 1996, oltre ai rifiuti solidi urbani provenienti da tutta la Campania, furono interrati rifiuti tossici, tra cui quelli dell' ACNA di Cengio.
L’inchiesta coinvolge il gotha dei clan campani, imprenditori e politici tra cui Renato Altissimo esponente del PLI (Partito Liberale Italiano); Pasquale Mangiapia, ex consigliere comunale del PDS (ora PD); Renato Di Meo, consigliere circoscrizionale PDS del quartiere Miano; Marino Demata, consigliere comunale PDS; Berardo Impegno, deputato PDS; Giulio Di Donato, ex vicesegretario del PSI; Raffaele Mastrantuono, socialista membro della giunta per le autorizzazioni a procedere della camera; Alfredo Vito, segretario del gruppo parlamentare della DC; Gaetano Vassallo, titolare della società “Novambiente Srl" ed assessore comunale a Cesa (CE); Luca Avolio, titolare della discarica “Alma” di Villaricca; Ferdinando Cannavale, titolare della ditta di trasporti “Tras. Fer. Mar. Srl” di La Spezia e Gaetano Cerci, titolare dell'azienda "Ecologia 89" e genero di Francesco Bidognetti, avendo sposato una sua nipote, in contatto con Licio Gelli.
Perrella fa anche il nome di Francesco De Lorenzo, allora Ministro della sanità e coinvolto in vari scandali, tra cui quello che portò il direttore generale del servizio farmaceutico nazionale, Duilio Poggiolini, membro anch’egli della P2, all’arresto per tangenti nella sanità pubblica e rinviato a giudizio per omicidio colposo plurimo per le trasfusioni di emoderivati non controllati in cambio di tangenti.
Era il 1993, e l’allora commissario pidiessino Antonio Bassolino rilasciava questa dichiarazione nei confronti dei “compagni” inquisiti: “La magistratura vada avanti senza guardare in faccia a nessuno… ho espulso il consigliere Demata attualmente ricercato… ho chiesto di valutare con urgenza l’aggravata posizione di Impegno (già autosospeso)… da oggi si volta pagina”…
NOTE:
La
Slia di
Manlio Cerroni viene venduta all’immobiliarista
Stefano Gavioli, suo amico, nel 2000/2001. Dalla Slia Spa, dopo varie scissioni, nasce
Enerambiente SpA, che si è recentemente occupata dello smaltimento rifiuti a Napoli (nelle prossime puntate una più dettagliata descrizione della vicenda).
Antonio Cigliano lascia la politica. Dei suoi tre figli due lavorano in Enerambiente, uno è consigliere provinciale di Napoli nella giunta Cesaro.
Giulio Di Donato è segretario regionale Campano dell’ UDEUR (
Clemente Mastella).
Berardo Impegno nel 2009 si candida a segretario regionale del PD, suo figlio,
Leonardo, è eletto consigliere comunale e presidente del consiglio comunale.
Francesco De Lorenzo è attualmente presidente della Federazione Italiana delle associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo), dell'associazione italiana Malati di Cancro (Aimac) ed è stato eletto nel nuovo comitato esecutivo della «European Cancer Patient Coalition» (Ecpc).
Eugenio Buontempo latitante sino al 10 febbraio 1994 (viene arrestato a Praga, dove continuava la sua attività di imprenditore), coinvolge nelle indagini anche il giudice Carnevale. Nominato cavaliere della Repubblica nel 1984.
Raffaele Mastrantuono riceve 4.275,00 euro lordi al mese di vitalizio per 10 anni di contributi (fonte del 2007- partito giovani).
Alfredo Vito, viene eletto alla Camera dei deputati nel 2006, nella circoscrizione Campania 2 nelle fila di Forza Italia, diviene componente delle commissioni attività produttive, commercio e turismo e di quella parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare.
Gaetano Vassallo, diventa collaboratore di giustizia e racconta come ha avvelenato Napoli (nelle prossime puntate l’approfondimento). Amministra gli affari per conto del clan
Bidognetti e ha rapporti con le aziende toscane che fanno riferimento a
Licio Gelli. Chiama in causa
Nicola Cosentino e confessa come la discarica di Giugliano sia stata utilizzata dalla camorra corrompendo l’architetto
Bovier del commissariato di governo e l’ing.
Vallone dell’Arpac.