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Cultura
Cronache dal Napoli Film Festival
Capitolo 5
di Pasquale De Renzis
Nel giorno di Pupi Avati (lezione di Cinema con gli studenti, incontro con il pubblico e proiezione dei suoi film “La casa dalle finestre che ridono” – “Regalo di Natale” – “Il figlio più piccolo”) al NapoliFilmFestival sono stati presentati due lungometraggi dal sapore mediterraneo, entrambi molto belli e significativi in maniera completamente diversa.

Per il Concorso Europa Mediterraneo c’è stata la proiezione di “Plato’s Academy – l’Accademia di Platone” del regista ellenico Fillipos Tsitos: il titolo prende spunto dal luogo in cui si svolge la storia raccontata nel film, uno dei quartieri periferici di Atene. Protagonista è Stavros, un tabaccaio che dopo essere stato lasciato dalla moglie passa le giornate accudendo l’anziana madre ed intrattenendosi fuori al suo negozio, oramai senza più clienti, con tre amici che altro non sono che i proprietari degli altri negozi della piazza: così come i personaggi sopra citati protagonista della storia è anche questa piazza pentagonale incrocio di strade suddivise solo dai magazzini dei quattro amici che non vedono clienti da tempo e si consolano giocando a pallone per strada, guardando le partite in tv, oppure contando i cinesi che ogni giorno aumentano dall’altra parte della strada impegnati ad aprire un nuovo negozio.

Passatempo dei commercianti, oltre ricordare i tempi dei concerti rock nello stadio di Atene, è scovare gli albanesi che si fingono greci facendoli smascherare dal cane di uno di loro che abbaia solo al cospetto degli odiati “cugini confinanti”. Ma un giorno accade qualcosa di imprevisto a sconvolgere questa calma piatta, arriva sulla loro strada un albanese che attraverso una foto, unico ricordo della sua infanzia, convince la madre di Stavros di essere suo figlio: il commerciante viene preso dal panico e dalla rabbia nello scoprire che la madre in realtà è albanese e che molto probabilmente anche lui lo è…quelle persone che ha sempre preso in giro cantando il coro da stadio “Albanese…non sarai mai greco!” potrebbero essere suoi connazionali; le sue convinzioni e i suoi pregiudizi solo in seguito a questo evento cominciano a vacillare. Tsitos ha dato vita a una commedia amara ma molto divertente ed emblematica perché racconta una storia indicativa di quella Grecia che di lì a breve cadrà nel solco profondo della crisi economica in cui versa tuttora; la vicenda andrebbe raccontata a prescindere dal film come lezione sull’intolleranza e il razzismo che, anche senza essere citati esplicitamente o trattati in maniera moralistica, vengono beffeggiati e sbugiardati dall’imprevedibilità della vita.

Per il Concorso Nuovo Cinema Italia è stata presentata un’opera deliziosa, piacevole e romantica: “Profumo di Lumia” lascia una bella sensazione a fine visione, intrecciando emozioni e stati d’animo che paiono avere il loro massimo splendore e la loro genuina ingenuità nell’età adolescenziale ma andrebbero riscoperte lungo l’arco di un’intera vita. Quella raccontata è una storia d’amore, o meglio la storia dell’innamoramento del piccolo protagonista Giò: la sua particolarità è che non è di una ragazza precisa che s’innamora ma dell’idea che ha della donna nella sua mente, e così tutte le fanciulle che abitano o che passano per il paesino siciliano in cui vive, Scillichenti, lo turbano con la loro essenza di lumia (limoni) di cui è piena quella terra e gli scuotono il cuore tanto da non consentirgli di fare più nulla se non pensare alla donna da amare. Per dare una svolta al suo stato Giò comincia un viaggio iniziatico alla ricerca di una pietra che dai racconti tramandati dal nonno ha il potere di far dire di sì a tutte le donne amate.

Oltre ad essere un film emozionante e poetico, “Profumo di Lumia” è un lavoro scrupoloso e ottimo a livello tecnico per particolari quali le riprese sott’acqua, la fotografia magnifica dello scenario siciliano con la scelta di evidenziare i colori della natura, dei frutti, dei fiori, del mare come ideale cornice dell’atmosfera sentimentale; ma è anche una pellicola divertente con i magnifici bambini siciliani, attori non professionisti, che con il loro dialetto e la loro naturalezza regalano momenti davvero esilaranti e meritano di essere citati, Gioele Di Guardia – Marco Pagliato – Giovanni Rocca. Il regista è americano, Joel Stangle, e da quando ha messo piede in Sicilia è stato completamente rapito da quei luoghi e dalla gente che ci abita al punto da voler girare questo film omaggiando quella terra e ricevendone in cambio un risultato di spontanea bellezza.


PROFUMO DI LUMIA
http://vimeo.com/11361573

PLATO’S ACADEMY
http://www.youtube.com/watch?v=buUrWRtTUqA

10/6/2010
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