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Cronaca
Un morso alla Grande Mela
12 - Tea for two
di Angela Vitaliano
L’assenza di pregiudizi e la voglia di sperimentare le novita’ sono elementi essenziali per assaporare fino in fondo la natura e le ricchezze di un luogo. Cio’ vale tanto piu’ a New York, melting pot di culture, razze e tradizioni e, dunque, di cibi e bevande di ogni tipo.

Da quando sono qui, continuo instancabilmente a provare nuovi tipi di cucina, passando dalla thailandese alla vietnamita, dalla messicana alla cubana e, almeno una volta ha settimana, ho un vero e proprio bisogno di sushi. Un’altra passione sono le uova alla benedettina (piu’ o meno le nostre uova in camicia, arricchite ed elaborate), base immancabile del mio brunch domenicale.

In uno di questi brunch (Breakfast+Lunch), sono stata invitata da Alice Tea Cup uno di quei posti dove, vittima del pregiudizio, non avevo mai messo piede. L’associazione tea+Alice nel mondo delle meraviglie (e, dunque, bambini urlanti!!!) era per me un deterrente che mi aveva tenuto lontano per circa due anni da un luogo famosissimo, dove, soprattutto durante il weekend, non trovi un posto senza prenotazione nemmeno se sei Michelle Obama. Costretta dal caso mi sono, invece, ritrovata in un luogo “magico”, accogliente, con odori di cose buone a farti compagnia e tavoli apparecchiati con le tazze e le teiere che mi ricordano mia nonna.

Bambini? Pochi e poco urlanti. Adulti? Tanti e, soprattutto, gruppi di amiche che, davanti a una tazza di te si raccontano di tutto. In piu’, il brunch era buonissimo: le uova perfette, le patate “versione casalinga” e l’insalata senza cento intrugli come condimento. Il conto? Assolutamente nella norma di un qualsiasi ristorante: dai 15 ai 25$ a persona (mediamente).

In piu’, da Alice si possono comprare teiere da fumetto, tazze, gadget, magnet, biscotti, dolci e ovviamente te’. Per una come me, pero’, caffe’- dipendente, l’esperienza con Alice si era conclusa quel giorno e senza nemmeno una nota speciale nel mio diario. Fino a una fatidica mattina in cui, con la mia amica Kathya (quella che va in palestra alle 5.30 del mattino) ci siamo date appuntamento alle 9 del mattino per “una chiacchiera” e abbiamo deciso che, date le temperature polari, un te’, in fondo, ci stava. Ed eccomi di nuovo da Alice (che peraltro ha il grande pregio di essere praticamente sotto casa), di prima mattina (per me e non per Kathya) davanti a un bel (e buon) te’ accompagnato da un Buttermilk Scone con burro e marmellata (a parte).

Lo scone e un dolce di forma irregolarmente tondeggiante, abbastanza morbido e friabile (ma non troppo), che ricorda molto i dolci di pasta frolla. Mi era gia’ capitato di assaggiarne ma non me ne ricordavo nemmeno. Fino al momento in cui il mio palato ha incontrato quelli di Alice’s ed e’ nato l’amore. Ce ne sono di tutti i tipi: con le fragole, le banane, la cioccolata, il prosciutto e il formaggio ecc. Il mio preferito e’ quello semplice che in piu’, non essendo zuccherato soddisfa assolutamente il mio palato poco amante delle cose troppo dolci.

A dire il vero, non sono l’unica fan del Buttermilk Scone: quella mattina, a un tavolo di fianco, si e’ seduta Hilary Swank (ancora piu’ bella che nei film), anche lei con un’amica, e ha ordinato esattamente la stessa cosa. L’altra sorpresa della colazione da Alice e’ stato il conto: nemmeno 15$ da dividere in due, decisamente abbordabile per una colazione da… favola.

14/12/2009
  
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