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Cronaca
Jazz al Rotary
di Alessandra Giordano
Rotary e jazz? Il connubio suona strano o perlomeno non usuale, ma bastava affacciarsi, ieri sera, nella sala conferenze del Gran Hotel Vesuvio per convincersi che invece jazz e Rotary si sposano magnificamente tanto era l’entusiasmo trascinante del Quintetto salernitano. Capitanati da Gianfranco Rizzo, un ingegnere che della band universitaria è l’ideatore oltre che il direttore musicale e l’anima stessa del movimento orchestrale tutto, Angelo Cerrato (al piano), Emiliano Franco (batteria), Peppe Plaitano (clarinetto, sax tenore e flauto traverso), ma soprattutto Virginia Sorrentino - una voce che è essa stessa un’intera gamma di variazioni strumentali, a tratti roca, nera e poi altissima, intensa, modulata… da brivido - hanno regalato alla platea, formata da soci rotariani di due Club, il Nord Est presieduto da Luigi Ascione e il Castel Sant’Elmo guidato da Costabile Guida, un’ora di puro godimento e ritmo, tanto che era difficile per gli intervenuti restare fermi sulle sedie. Battevano il tempo con i piedi, muovevano la testa, i soci, gli occhi socchiusi, il sorriso compiaciuto di chi si lascia trascinare dal ritmo e dall’emozione.

Que reste-t-il de nos amours o La mer di Trenet, Oblivion di Piazzolla, per non parlare di Bluesette di Thielemas o Mack the Knife di Brecht o l’inedito Lighea, a firma dello stesso Gianfranco Rizzo di eseguiti con rara perizia, con picchi di improvvisazione, sonorità inusitate, estemporaneità e guizzi di vero genio, hanno strappato applausi convinti e richieste – non esaudite –di bis. Se Salerno è l’anagramma di Orleans (o perché gli americani sbarcarono proprio su quelle coste) non ci si deve meravigliare allora del proliferare di gruppi jazz in questa città e se, a questa innata inclinazione di creatività, si aggiunge una tradizione musicale universitaria e la volontà di docenti e studenti – sulla scia appunto dei Campus americani - di portare avanti un discorso impegnato e culturale, ecco che gruppi orchestrali, anche di 25 persone, messi insieme solo dalla passione, sono arrivati a conquistare il palco ambitissimo di Umbria Jazz e a pubblicare ben tre cd. Le loro esecuzioni sono anche scaricabili in Mp3 da internet, dove si può saperne di più sul sito www.musica.unisa.it tradotto in 19 lingue. Lo ha raccontato Rizzo, non senza una punta di orgoglio, prima di “imbracciare” la sua fisarmonica e dare inizio allo straordinario concerto. C’è un sogno nel cassetto? “Esibirci alla Carnegie Hall di New York”, rispondono all’unisono i musicisti.

Dal 1996, da quando proprio Rizzo suggerì la possibilità di formare un’orchestra tra le cattedre e nelle aule universitarie, tante sono state le formazioni artistiche proliferate: nell’Ateneo salernitano ci sono ormai vere e proprie scuole di danza, di teatro impegnato e naturalmente di musica di tutti i generi dalla classica al rock, dal folk al jazz.

“Il Rotary è anche questo, è condivisione di emozioni, è fare cultura a tutti i livelli”, ha poi sottolineato il past Governor Guido Parlato intervenuto con la consorte Iole alla conviviale che ha fatto seguito al concerto e, ricordando che “essere rotariani significa farsi protagonisti nelle realizzazioni future” e che bisogna “rimanere compatti e responsabili”, ha voluto consegnare al Presidente Luigi Ascione una Paul Harris, simbolo tangibile di apprezzamento da parte del Distretto 2100, per il grande lavoro svolto quale presidente della Commissione Sovvenzioni della Rotary Foundation, ruolo che ricopre anche per l’anno in corso.

14/11/2009
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