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L'Opinione
Riprendiamoci la nostra storia
La tangenziale di Ferdinando II
di Achille della Ragione
Molte strade napoletane portano il nome dei vincitori: i piemontesi, che, con le armi di Garibaldi conquistarono  un antico regno annettendolo al loro. Cambiarono il toponimo di piazze e strade cittadine, compreso piazza della Stazione che prese il nome dell’eroe dei due mondi, ma l’ignominia maggiore riguarda il corso Vittorio Emanuele del quale vogliamo brevemente ripercorrere la storia.

Nel 1853 il re borbone Ferdinando II realizzava la prima tangenziale al mondo: un’arteria di cinque chilometri, che, superando delicati problemi orografici, metteva in collegamento la parte occidentale della città con la parte orientale, permettendo l’urbanizzazione di vaste aree.

L’opera fu apprezzata in tutta Europa per le soluzioni tecniche e la velocità di esecuzione. I Napoletani cavallerescamente vollero dedicarla alla regina Maria Teresa, ma il toponimo ebbe breve durata, perché subito dopo l’unità d’Italia, i Savoia decisero che un nuovo nome: corso Vittorio Emanuele, dovesse ricordare il loro re conquistatore dell’antico regno, anche se la strada era stata realizzata da un altro sovrano.

Questa appropriazione indebita è passata sotto silenzio per 150 anni, ma è giunto il momento per fare giustizia di questi soprusi del passato, grazie al certosino lavoro di coraggiosi storici che, lentamente, ci stanno insegnando a rivalutare la nostra storia gloriosa.
Un invito al nostro sindaco a voler dedicare questa strada a chi l’ha ideata e realizzata nell’interesse della sua amata città: Ferdinando II.

27/10/2009
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