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Cronaca
Gudmorning London
Parte 23: L’influenza suina
di Laura Bonetti
Negli ultimi giorni si sono susseguite una serie di telefonate, da parenti di terzo grado e oltre. L’oggetto era sempre lo stesso: un lungo monito nei confronti dell’influenza suina. “Hanno chiuso gl imbarchi dagli aeroporti londinesi!”, “entro l’estate la meta’ della popolazione avra’ preso l’influenza”.

E’ vero, il problema esiste ed e’ serio, soprattutto perche’ il qui il rischio di contagio e’ piuttosto elevato, basti pensare alle affollate metropolitane della mattina e della sera, i café dove si mangia il panino, la palestra. Appena qualcuno starnutisce su un autobus o sul treno, si vedono diverse reazioni: chi si allontana lentamente dal potenziale untore, chi fa una smorfia di disgusto o chi, con improperi non troppo silenziosi, si allontana velocemente. Detto cio’, questo allarmismo sta generando ansie che vanno oltre l’immaginabile.

Questo tipo di influenza ha un tasso di mortalita’ pari a qualsiasi altra influenza e quindi non c’e’ da preoccuparsi, o meglio non c’e’ allarmarsi come se fosse un nuovo caso di colera. L’unica precauzione e’ un maggiore livello di igiene, che qui purtroppo scarseggia.
Tuttavia molti sospettano che tutta questa attenzione da parte dei media inglesi e non potrebbe avere due cause: la prima delle quali potrebbe essere quello di spingere le case farmaucetiche che dispongono dei prodotti “miracolosi”, che curerebbero l’influenza suina in meno di una settimana.

La seconda causa potrebbe essere distogliere l’attenzione pubblica da problemi ben piu’ gravi nel breve e nel lungo termine, come il continuo aumento della disoccupazione e degli altri effetti della recessione.

Colonna Sonora: REM,  “It’s the end of the world”



21/7/2009
  
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