Cultura
Intechange, l’arte napoletana a Liverpool
Gli artisti di Componibile62 alla Biennale d’Arte Contemporanea
Esportare nel Regno Unito l’immagine di Napoli, “riserva di identità/alterità”, città controversa dalla storia millenaria, nucleo propulsivo della cultura mediterranea, evitando le secche dei discorsi retorici che cercano da sempre di ridurla ad immagine da cartolina (positiva o negativa).

È questo l’obiettivo che il gruppo di artisti napoletani, facenti capo all’associazione Componibile62, vuole perseguire nella sua partecipazione a Intechange, progetto collaterale della Biennale d’arte contemporanea di Liverpool.

Per quattro settimane, Intechange presenterà il lavoro di quattro gruppi di artisti provenienti da Liverpool, Danzica, Istanbul e Napoli.

Ogni città occuperà a turno la Car Park Gallery di  Duke Street per una settimana, realizzando una mostra e un week end di eventi musicali, performance e workshop.

La “settimana partenopea”, partita lunedì 3 novembre, è coordinata da Laura Galloppo e presenta artisti innovativi alla continua ricerca di linguaggi che non rientrino in cliché abusati. Così Christian Costa presenta le sue fotografie e installazioni come il frutto di un lavoro che rompe gli schemi della iconografia classica di Napoli, non per questo imponendo l’altrettanto abusata rappresentazione della città travolta dal degrado.

Napoli come una serie di pezzi diversi, che sono parte integrante della sua identità. Gli altri artisti coinvolti - Pasquale Napolitano, Stefano Perna, Alessandro Inglima, Giuseppina Paola Viscardi – si muovono tra performance di video art a processi di sound design, fino ad arrivare a una vera e propria ricerca di antropologia fotografica sulle periferie.

Intechange si inserisce nel più ampio programma Cities on the Edge di Liverpool Culture Company. Si tratta di un progetto di cooperazione culturale della durata di un anno, guidato dalla città di Liverpool in collaborazione con Brema, Danzica, Napoli, Marsiglia e Istanbul, volto a investigare il potenziale delle città di porto, intese come metafora contemporanea. I porti come luoghi di transizione, scambio e trasgressione, presentano storie di mutevole diversità culturale e mobilità.

Elemento chiave dell’iniziativa, la continua trasformazione della galleria e l’interazione e la fusione vissuta tra i gruppi che si alterneranno lungo le quattro settimane di esposizione.
Un modo per sviluppare un nuovo network internazionale, facilitando il movimento bilaterale e la produzione di idee, persone, impulsi interculturali: la partecipazione di artisti provenienti da città e dimensioni tanto lontane e diverse, infatti, permetterà un confronto e un’alternanza delle influenze artistiche del Nord, del Sud, dell’Est e dell’Ovest di una nascente Unione Europea, scommettendo sulle sue tante identità e sul percorso obbligato della integrazione culturale che dovrà seguire quella politica.

Sabato 8 novembre, la settimana napoletana verrà completata da una performance musicale del collettivo Sound Barrier, in attesa di portare anche a Napoli le produzioni e le stimolazioni prodotte nella galleria, rispondendo all’impegno pronunciato in tal senso dall’assessore alla cultura del Comune di Napoli, Nicola Oddati, che ha sostenuto il progetto.

Paolo Carotenuto
5/11/2008
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