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Cronaca
I progetti per l’Arenella
dormono nei cassetti
Le voci dei quartieri - 60
di Monica Maisto
Il nome Arenella deriva dal fatto che i ruscelli e le acque piovane che scendevano dalle collinette di Montedonzelli e Due Porte lasciavano dei detriti detti “arenelle”. Il vecchio borgo è cresciuto intorno alla parrocchia di Santa Maria del Soccorso, costruita nel ‘600, unica parrocchia fino a metà ‘800 del Vomero e Arenella.

La gloria dell’Arenella è Salvator Rosa, nato nel 1615. Dalla strada a lui intitolata parte una via che va verso la “Salute”, nome che fu dato a questa strada, ora Via Matteo Renato Imbriani, perché era il luogo dove i medici mandavano gli ammalati di tisi a respirare l’aria pulitissima del posto.

L’Arenella, dal punto di vista storico-culturale, si può considerare un tutt’uno con il Vomero. La collina del Vomero-Arenella fa parte del sistema vulcanico dei Campi Flegrei ed è formata da tufo giallo coperto da terreni vulcanici.

Inizialmente zona agricola, l’Arenella è stata oggetto dell’urbanizzazione alla fine dell’800 quando l’antico villaggio fu articolato intorno a piazza Medaglie d’Oro da dove partono a raggiera sette strade di collegamento con le zone circostanti. Il progetto stravolse il luogo, oltretutto era stato fatto per una zona in pianura. Nel 1960 la Sezione unica Vomero-Arenella venne divisa. E’ probabile che saranno ricongiunte in base all’accorpamento.

“Sono favorevole all’unione - dichiara il consigliere della Circoscrizione Luigi Trimarco, rappresentante di Forza Italia. – Anzi, speriamo che con l’accorpamento le cose vadano meglio. Ora non abbiamo punti di riferimento amministrativi, anche perché il nostro presidente Alberto Patruno è impegnato come portavoce regionale dei Verdi. Inoltre c’è una certa preferenza per la Circoscrizione Vomero”.

Dice ancora Trimarco: “A un anno dalla pubblicazione del precedente articolo della vostra inchiesta niente è cambiato. Tutti i buoni propositi sono in fase di stallo. A San Giacomo dei Capri la famosa ‘bretella’ rimane lì. Così come lo Sportello antiusura non è stato più aperto perché, intanto, hanno ripreso ad esistere i Comitati di sicurezza. La situazione della Circoscrizione è difficile perché anche per fare le strisce pedonali è un problema”.

Alla fermata della Metropolitana, tra via Montedonzelli e via Dell’Erba, l’uscita è quasi ultimata e i lavori si concluderanno a marzo. La Circoscrizione è venuta a conoscenza di soggetti non autorizzati che stanno raccogliendo prenotazioni relative ad una fantomatica graduatoria per l’assegnazione di box auto che verranno realizzati nei piani sottostanti la seconda uscita della Metropolitana collinare “Montedonzelli” in via Dell’Erba.

“Sarà compito del Consiglio circoscrizionale – spiega Trimarco - dare tempestiva ed adeguata pubblicità ai criteri e ai termini per l’assegnazione di questi box ancora in costruzione”.

Nella zona dovrebbe essere realizzata anche l’area mercatale: si aspetta da anni lo spostamento del mercatino di Antignano. Come presidente della Commissione trasparenza, Trimarco segnala anche che, in alcune strade, ci sono stati abusi sui posti auto per handicappati. Si stanno facendo controlli.

Per quanto riguarda il Parco Mascagni, da tempo è stato richiesto un intervento perché sotto il Ponte della Pigna cadono calcinacci pericolosi anche per la Tangenziale. Nessun intervento è stato fatto.

Così come non si è fatto nulla per i ciechi che prendono la Metropolitana. La Anm aveva assicurato l’installazione di segnalazioni sonore alle fermate della Metropolitana, ma è stato anche questo un impegno non mantenuto.

Alessandro Capone, consigliere della maggioranza (Ds), ci parla del progetto del Parco del Castagneto in via Bernardo Cavallino: “E’ tutto in alto mare e per i tempi di realizzazione non si sa nulla. Che peccato. Ci sono tante idee ma è tutto in fase di stallo. Purtroppo viviamo delle grosse difficoltà a livello imprenditoriale. Ad esempio, per l’edilizia, le gare d’appalto vengono fatte su base europea: questo significa che il più delle volte, soprattutto per le grandi opere, le vincono le imprese non di Napoli. Questo non ci aiuta a crescere e a poter contare sulle nostre forze”.

(60 – continua)

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20/2/2005
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