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Cronaca
Castel S.Elmo, una struttura
che merita più attenzione
La voce dei quartieri - 59
di Monica Maisto
Angela Tecce è la direttrice del Castel Sant’Elmo dal 1999, dopo aver diretto per dodici anni Villa Pignatelli.

“Il progetto più avvincente – dice - è quello di poter restaurare il fossato di camminamento che collega il Castello alla Certosa di San Martino. Un insieme di bellezze che così potranno essere visitate come se fosse una cittadina. Non dimentichiamo che il Castello è nato come residenza e poi è diventato una fortezza per motivi strategici. Dal 1982 passò alla Soprintendenza che comincia il restauro senza una destinazione d’uso. Il Castello non è un museo in senso stretto, non essendoci collezioni stabili. Peccato perché abbiamo ambienti ampi e climatizzati adatti a mostre di altissimo livello”.

“Non dimentichiamo – prosegue la direttrice Tecce – l’Auditorium, poco sfruttato. Ha una capienza di 700 posti. Un quartiere come il Vomero dovrebbe utilizzare la nostra struttura come meriterebbe”.

- Quali sono le mostre in programma?

“A marzo ripetiamo l’appuntamento con la Rassegna sul fumetto, Comicon e da maggio a luglio la Mostra fotografica di Alain Volut, poi proseguiremo in autunno con una mostra su Domenico Morelli”.

“Quello che ci manca – prosegue la direttrice Tecce - è la continuità delle manifestazioni. Purtroppo i fondi del ministero non bastano. Il Castello potrebbe ospitare due mostre insieme. Una di grande richiamo, come sono state lo scorso anno quella di Gauguin e Gaspare Traversi, e una di ricerca che potrebbe essere una mostra di contemporanei”.

- Qual è il problema maggiore?

“La manutenzione è molto costosa perché il Castello è enorme. Con i fondi regionali realizzeremo un bar attrezzato che renda più agevole la visita al Castello. Vogliamo valorizzare al massimo le potenzialità turistiche di un posto fra i più belli del mondo. Dal Castello è possibile godere di un panorama a 360 gradi, dai Campi Flegrei, al Centro storico, al Vesuvio, all’intero golfo”.

MOSTRE - Dal 4/5/6 marzo, “2005 Comicon” , rassegna sul fumetto (ambulacri e auditorium).

Dal 6 maggio al 3 luglio, “2005 Terra Natale”, mostra fotografica di Alain Volut (carcere alto).

Dal 29 ottobre al 29 gennaio 2006, Mostra su Domenico Morelli (ambulacri).

Dal 21 al 27 novembre, “Jaoan Week”, settimana per diffondere i valori della cultura giapponese creando un collegamento con la cultura partenopea (auditorium).

MANIFESTAZIONI - Giovedì 14 aprile, concerto della Associazione Scarlatti, Franz Liszt Chamber Orchestra (auditorium).

Martedì 21 aprile, Concerto della Associazione Bellini (auditorium).

Martedì 3 maggio, concerto della Associazione Scarlatti, Concergebouw Chamber Orchestra, Marco Boni direttore (auditorium).

La STORIA - Il Belforte era il nome originario del Castello che sorse nel 1329, per volere di Roberto D’Angiò, sulla collina di Sant’Erasmo, l’attuale collina del Vomero, accanto alla certosa di San Martino. Il Castello fu chiamato Sant’Ermo, poi Sant’Elmo forse per corruzione del nome Erasmo.

Solo nel ‘500, con gli spagnoli, il Castello assunse grande importanza. Il vicerè Pedro de Toledo affidò al celebre architetto militare iberico Pedro Luis Scrivà la trasformazione della struttura preesistente nel forte attuale, il cui compito, più che di difesa della città, fu quello di controllarla dall’alto contro i moti antigovernativi.

Sant’Elmo fu completamente ristrutturato nel 1547 e assunse la pianta stellare che lo caratterizza, diventando una delle fortezze più moderne del tempo, fulcro del sistema difensivo cittadino. Un fulmine nel 1587 colpì la polveriera distruggendo gran parte dell’interno del Castello.

Dal 1604 fu utilizzato come carcere dove vennero rinchiusi illustri prigionieri, come Tommaso Campanella, accusato di eresia, e i patrioti della rivoluzione napoletana tra cui Gennaro Serra, Luigia Sanfelice e Mario Pagano. Dal 1860, allontanatosi l’ultimo presidio borbonico fu adibito a carcere militare fino al 1952.

Il Castello fino al 1976 è passato al Demanio militare, anno in cui ha avuto inizio un’imponente opera di restauro ad opera del Provveditorato alle Opere pubbliche della Campania. I lavori sono durati sette anni. Oggi si può ammirare la vasta piazza d’armi sulla quale si aprono gli antichi alloggi degli ufficiali, la chiesa del ‘500, le ampie sale interne e gli spalti che offrono la vista del panorama del golfo e di tutta la città. Negli ambienti sotterranei è stato realizzato l’Auditorium di 700 posti.

Nel 1982 il Castello è stato dato in consegna alla Soprintendenza per i Beni artistici e storici di Napoli che ha destinato il piano superiore del carcere alto a sede della biblioteca di storia dell’arte “Bruno Molajoli”.

(59 – continua)

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