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Cronaca
Le voci dei quartieri
Delusione e denunce dell’extracomunitario albanese eletto a Barra – 54
di Monica Maisto
Arben Hasani ha 50 anni, albanese, da undici anni a Napoli. Dal 22 novembre 2003 Arben è stato eletto consigliere extracomunitario aggiunto nella Circoscrizione di Barra.

“E’ stata la prima Circoscrizione in Italia ad aver eletto un consigliere extracomunitario – dichiara con orgoglio il consigliere della maggioranza, Patrizio Gragnano. - Ha diritto di parola ed è stato votato dagli extracomunitari di Barra. Abbiamo censito quelli in regola mandando circa 200 certificati elettorali, organizzando un seggio e la cabina elettorale. Tutto in regola”.

Non è dello stesso parere il diretto interessato.

“L’iniziativa è stata positiva, ma non sono assolutamente soddisfatto di come è andata avanti – dice Arben Hasani. - Napoli è stata la prima città, ma a Roma ne sono stati eletti ben quattro con tutti i diritti e i doveri. Mi sento un ‘consigliere al nero’. Non ho diritto di voto, non ho diritto di essere giustificato al lavoro, non ho diritto di presenza. Io faccio l’imbianchino e, siccome la maggior parte delle attività della Circoscrizione si svolge di mattina, capirete che mi è impossibile partecipare. Come sempre, la burocrazia la fa da padrona. Appena eletto, mi hanno fatto un sacco di promesse. Purtroppo, come spesso accade, non se ne sa più nulla. Così la mia elezione non ha alcun senso”.

Hasani prosegue così: “Altro aspetto negativo è che sarei chiamato solo per le questioni degli immigrati. Ma noi siamo anche cittadini di Barra. Non sono stato mai convocato ufficialmente. Così non va bene e ci perdo anche la reputazione”.

Quello di Hasani è un vero sfogo: “Attualmente, circa 400 albanesi vivono nel quartiere e più di 100 sono raggruppati nell’Associazione Arberia di cui sono presidente. La nostra battaglia è rivolta soprattutto a risolvere il problema della casa. Noi viviamo nell’ex campo Bipiani, in container a due piani con amianto sul tetto e sui pavimenti. Siamo alloggiati precisamente in via Luigi Volpicella, tra Barra e Ponticelli. Prima c’erano 40 palazzine. Ne sono state abbattute 20, abitate dai rom. Ora siamo rimasti 50/60 extracomunitari e 10/12 famiglie italiane. Il Comune vuole abbattere anche le costruzioni rimaste e, se ci sono i soldi, pagarci per due anni il fitto. Ma dove? Che fine faremo? Siamo circa 500 immigrati e più di 100 bambini con gravi rischi di salute. Respiriamo amianto. Purtroppo non c’è soluzione. Nel piano di recupero sono previsti 60 appartamenti con la promessa della riqualificazione della zona est di Napoli. Ma sono solo promesse. Nella delibera del Comune rientrano solo coloro che sono stati nel centro Bipiani fino a dicembre 1998. E gli altri che sono venuti dopo che fine fanno? Siamo tutti regolari, siamo perfettamente integrati, paghiamo le tasse, i nostri bambini frequentano le scuole italiane, ma il trattamento è diverso. Cinque, sei anni fa, alcune famiglie italiane hanno avuto la casa. Perché noi no?”

“La situazione è delicata – dice Hasani - perché gli immigrati mi hanno votato e hanno creduto in me, ma io sono completamente bloccato. Non è facile combattere anche per la pulizia della strada. Poi ci chiedono di pagare la tassa sulla spazzatura. Venite a vedere dove viviamo. Siamo nel degrado completo, in mezzo ai rifiuti e ai topi.”

“Dispiace il fatto che più di 50 bambini albanesi frequentano la scuola elementare ‘Giovanni Bosco’, ma a scuola non hanno mai fatto niente per la nostra comunità – conclude Hasani. – C’è poca sensibilità. Noi, come associazione, cerchiamo di conservare le nostre tradizioni organizzando feste e cucina etnica, per non dimenticare le nostre origini”.

(54 – continua)

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25/1/2005
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